Per quanto riguarda i profitti finanziari, il 2016 è stato un anno abbastanza buono per i fondi hedge; quantomeno rispetto agli ultimi due anni. Ma parecchi nomi grossi del settore hanno subito lo stesso dei colpi duri quest’anno.
Dopo aver perso denaro lo scorso anno, i fondi hedge sono sulla strada per registrare il loro anno migliore dal 2013, con profitti al 4,5% come gruppo nel 2016, secondo quanto riportato all’indice composito Hedge Fund Research.
Niente di paragonabile all’S&P 500 (INDEX: US500), che ha raggiunto l’11% nella stessa voce. In generale i fondi hedge hanno registrato prestazioni inferiori al mercato più ampio ogni anno a partire dalla crisi finanziaria del 2008, quando i loro manager abituati a commissioni generose hanno perso il 19%, circa la metà di quanto perso dall’S&P 500, che ha ceduto oltre il 38%.
Sebbene quest’anno la prestazione dei fondi hedge abbia rappresentato in qualche modo un miglioramento, molti dei gestori nel settore non vedono l’ora che il 2016 giunga alla conclusione. Alcuni hanno problemi con la legge o con i loro azionisti o entrambi, mentre altri sono proprio fuori dal business. Abbiamo raccolto i più grandi disastri che hanno riguardato i fondi hedge nel 2016.
1. Platinum Partners
All’inizio di quest’anno, un coro crescente di voci ha iniziato a mettere in questione la perfomance di Platinum Partner, che stava battendo il mercato: tutto troppo bello per essere vero?
Nel dichiarare ricavi annuali al 17% dal 2003 nel suo fondo principale nonostante parecchi danni al suo portafoglio composto da società ad alto rischio (di cui diverse erano andate in bancarotta), il co-fondatore del fondo sembrava in possesso di un “genio particolare”, come ha scritto Reuters in Aprile.
Dopo nel mese di dicembre, Nordlicht è stato arrestato insieme ad altre cinque persone e accusato di aver realizzato una frode da 1 miliardo di dollari, definita dai pubblici ministero come uno schema Ponzi, ovvero una delle truffe più grandi di tutti i tempi prima di Bernie Madoff.
L’accusa ha sostenuto che il fondo hedge stava falsificando i suoi numeri e gonfiando artificialmente il valore di alcuni investimenti, che in realtà non valevano nulla.
Platinum Partners ha già iniziato a liquidare il suo fondo di punta nel mese di giugno, e ha incontrato molte difficoltà nel rispettare le richieste degli investitori che volevano ritirare il loro denaro e a ottobre è stata imputata di insolvenza. Oltre alle indagini per frode, il fondo hedge è stato anche accusato di corruzione, a cui è seguito l’arresto di un altro co-fondatore di Platinum Partners, e l’Fbi ha tenuto un'incursione nei suoi uffici a giugno.
2. Visium
Nel mese di giugno, a meno di una settimana dall’accusa di insider trading, il gestore del fondo Visium, Sanjay Valvani, 44 anni, si è suicidato all’interno del suo appartamento.
I pubblici ministeri avevano accusato Valvani di aver guadagnato 32 milioni di dollari in profitti illeciti facendo trading in titoli farmaceutici con l’aiuto di informazioni riservate della Food and Drug Administration (FDA, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici).
L’informatore di Valvani, un ex ufficiale della FDA, si è dichiarato colpevole ed è stato punito con cinque anni in prigione e una multa da 5 milioni di dollari. Anche altri due ex gestori del portafoglio di Visium sono stati incriminati; uno si è dichiarato colpevole, mentre l’altro sta affrontando le accuse in un processo.
Né la stessa Visum o il suo fondatore e CIO Jacob Gottlieb sono stati implicati nel crimine, ma Gottlieb ha scelto di chiudere lo stesso il fondo hedge da 8 miliardi di dollari. Il whistleblower che ha dato luogo all’indagine per insider trading sarebbe un ex trader che lavorava per Visum, secondo quando riportato da Bloomberg.
3. Bill Ackman e Valeant
Ecco un traguardo che la maggior parte dei gestori di fondi hedge preferirebbero non dover tagliare: dopo che nel 2015 Pershing Square di Bill Ackman ha registrato la performance peggiore della sua storia, -20,5%, il 2016 prometteva di essere persino peggio.
Nei primi 10 mesi di quest’anno, il 2016 il fondo scambiato in Borsa di Pershing Square ha perso il 22,5% del suo valore, dopo che Ackman ha scelto di raddoppiare la portata dei suoi investimenti nella casa farmaceutica Valeant, da tempo in difficoltà. Nel complesso quell’investimento gli è costato oltre 3 miliardi di dollari in perdite, dopo che il titolo di Valeant è precipitato cedendo il 95% dal suo picco nel 2015.
Ad ogni modo, dalle elezioni presidenziali negli USA, alcuni degli altri attivi di Ackman hanno rafforzato i suoi ricavi, in particolar modo Fannie Mae (OTCMKTS: FNMA), che ha triplicato di valore dopo che si sono diffuse le voci per cui l’amministrazione potrebbe privatizzare il colosso dei mutui. Inoltre il titolo di Herbalife (NYSE: Herbalife [HLF]), che Ackman ha venduto allo scoperto per molto tempo, di recente ha ceduto quasi il 12% e questo ha rafforzato la performance di Pershing Square.
Al 13 dicembre il fondo hedge è solo a -12,2% mentre il titolo scambiato in Borsa è crollato del 28%. E dopo due anni di perdite costanti a fronte della crescita del mercato, Ackman ha ancora più pressioni per compensare le perdite con ricavi ancora maggiori.
4. Leon Cooperman, Omega Advisors
Lo scorso settembre il veterano dei fondi hedge Leon Cooperman, CEO di Omega Advisors, è stato accusato di insider trading. La Securities and Exchange Commission ha accusato Cooperman di aver guadagnato 4 milioni di dollari da trade illegali riguardanti il titolo di una società energetica, usando informazioni ottenute in segretezza da un membro esecutivo della società, dopo avergli promesso che non avrebbe realizzato alcuna operazione finanziaria.
Cooperman, 73 anni, ha respinto i capi d’accusa. La SEC ha provato, senza successo, a offrire al manager del fondo un accordo che comporterebbe la sua espulsione da Wall Street, ma Cooperman ha rifiutato.
Cooperman potrebbe pentirsi presto di questa decisione: la Corte Suprema ha approvato a inizio dicembre un inasprimento dei mezzi con cui lo Stato può perseguire i casi di insider trading.
5. John Paulson
Verso la metà del 2015, il fondo hedge di John Paulson, Paulson & Co., famoso per aver fatto miliardi dopo aver scommesso contro i mutui subprime che hanno portato alla crisi finanziaria del 2008, aveva oltre 21,7 miliardi di dollari in fondi private equity. Oggi, più della metà del suo valore è andato perduto e il portafoglio azionario di Paulson vale solo 9,2 miliardi di dollari.
Il gestore del fondo hedge ha preso una decisione sbagliato quando ha investito 2 miliardi di dollari in Valeant - una volta uno dei titoli più presenti nel fondo, prima del suo declino drammatico - e scommesso miliardi su altre società farmaceutiche come Shire (NASDAQ: SHPG), Allergan (NYSE: AGN), Mylan (NASDAQ: Mylan [MYL]) e Teva (NASDAQ: TEVA).
Al momento questi quattro titoli sono compongono una parte cospicua degli attivi di Paulson, ma hanno sofferto a causa delle preoccupazioni intorno all’aumento del prezzi delle medicine - che i politici hanno minacciato di regolamentare - e a un’indagine governativa sempre riguardo allo stesso motivo, risultata poi in cause civili mosse contro Mylan e Teva.
Tutte insieme, le cinque azioni farmaceutiche hanno generato almeno 4 miliardi di perdite per il fondo di Paulson, secondo stime di Fortune. E anche se alcuni di questi titoli hanno beneficiato della vittoria di Donald Trump alle elezioni, in parte perché si ritiene che Trump sarà meno duro contro le case farmaceutiche rispetto a una eventuale amministrazione Clinton, Paulson, a sua volta presente nella cerchia di consiglieri di Trump, ha mancato parte dei guadagni perché ha vendute le sue posizioni nelle società farmaceutiche appena prima del loro rally.
Ma anche le perdite del settore farmaceutico non spiegano del tutto l’enorme debito di 12 miliardi di dollari che pesa sul fondo di Paulson dallo scorso anno.
Anche gli investitori di Paulson stanno avendo una crisi di fiducia: almeno 2,5 miliardi di dollari sono stati ritirati dal fondo solo quest’anno, secondo una persona vicina alla società. Tra quelli che stanno abbandonando Paulson c’è Anthony Scaramucci, l’influente fondatore della società di investimento globale SkyBridge Capital, che ha ritirato i suoi ultimi investimenti nel fondo Paulson a metà 2016.
Non è chiaro se un altro investitore d’altro profilo resterà con Paulson, ovvero lo stesso Donald Trump, che a un certo punto aveva parecchi milioni di dollari investiti nel fondo hedge, secondo quanto riportato dagli ultimi dati rivelati a maggio.
6. Och-Ziff
Daniel Och e il suo fondo hedge Och-Ziff Capital Management (NYSE: OZM) si sono ritrovati in cattive acque dopo che uno dei fondi stranieri della società si è ritrovato invischiato in uno scandalo corruzione in Africa. Nel mese di settembre, la sussidiaria africana di Och-Ziff è stata dichiarata colpevole da una corte federale negli Stati Uniti per aver corrotto dei funzionari della Repubblica Democratica del Congo in cambio di accesso ad accordi esclusivi nel campo delle miniere su cui investire. Och-Ziff e il suo fondatore hanno trovato un’intesa per pagare oltre 414 milioni di dollari per chiudere le indagini.
I pubblici ministeri hanno detto che la corruzione è andata oltre e che Och-Ziff ha corrotto ufficiali libici per ottenere un investimento dal fondo sovrano del paese, oltre ad altre infrazioni della legge in Africa.
Ma l’accordo legale include anche un rinvio che permette al fondo hedge di evitare ulteriori accuse se terrà un comportamento a norma di legge. Ma l’investigazione ha dato luogo ad altri problemi per Och-Ziff: il prezzo delle sue azioni è diminuito di oltre il 51% nel 2016 e di recente ha raggiunto la prima posizione nella classifica dei fondi hedge con il maggior declino in asset quest’anno.
7. SunEdison
Per quanto Valeant sia stato un investimento disastroso per molti manager, SunEdison (OTCMKTS: SUNEQ) ha fatto quasi altrettanto danno a coloro che vi avevano investito quando la società di energia rinnovabile è andata in bancarotta ad aprile.
Il fato di SunEdison è stato particolarmente doloroso per il manager del fondo, David Einhorn, fondatore di Greenlight Capital, che aveva creduto così tanto nella società da sostenerne l’investimento nel 2014 tramite una presentazione con 50 slide.
Einhorn è riuscito a liberarsi della gran parte delle sue azioni SunEdison prima di dichiarare bancarotta e così preservando i ricavi del fondo, ma non prima che la debacle portasse alcuni azionisti a ritirare un bel po’ di asset dal fondo. (SunEdison aveva già danneggiato la prestazione di Einhorn significativamente nel 2015, quando il suo fondo è crollato di oltre il 20%, uno dei suoi anni di peggiori di sempre).