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Quattro elementi da tenere in considerazione del titolo della casa automobilistica di Detroit.

Dopo essere cresciuto dell’1% (contro un mercato cresciuto del 9%), il prezzo del titolo di General Motors (NYSE: GM) è calato di oltre il 4% dall’inizio dell’anno. Eppure ieri mattina un banchiere sosteneva che gli investitori non stavano dando a questa società centenaria abbastanza credito per la sua longevità o neanche per i suoi profitti, free cash flow e prezzo economico.

Al contempo gli analisti di Morgan Stanley hanno annunciato di aver rivisto il loro rating delle azioni di General Motors da “equal weight” a “overweight” (da “tieni” a “compra”, detto in altre parole), assegnando alle azioni, che costano meno di 32 dollari al momento, un price target di 37 dollari.

Ecco quattro cose da tenere a mente riguardo tutto questo.

1. La paura fa novanta

Perché il titolo di GM è così in basso? In parte è dovuto a una crescente ondata di pessimismo circa il futuro del mercato dell’auto in generale. Lo scorso mese le vendite di GM erano calate del 5% su base annua.

Ford ha fatto anche di peggio, registrando -8% nello stesso periodo di tempo. In effetti è da un po’ di tempo che Ford (NYSE: F) afferma che il mercato delle auto si è stabilizzato e che vedrà un declino nelle vendite il prossimo anno.

2. Non abbiate paura, dice Morgan Stanley

Nonostante queste condizioni Morgan Stanley non ritiene sia necessario abbandonare la nave e anzi “crede che anche degli utili piatti nel 2017 e nel 2018 saranno considerati una sorpresa positiva da parte del mercato”.

Al momento gli analisti citati su S&P Global Market Intelligence stanno prevedendo un declino del 4% negli utili quest’anno, seguito da un calo minore del 2% durante il 2017. Gli utili del 2018, sebbene non dovrebbero arrivare ai livelli del 2017, dovrebbero essere leggermente sotto gli utili del 2015, pari a 5,91 dollari per azione. Gli stessi analisti dicono che gli utili di Ford caleranno quest’anno, ma torneranno a crescere nel 2017.

Morgan Stanley da parte sua pensa che General Motors sorprenderà gli investitori con degli utili del 5% sopra le stime di consenso.

3. Guardare al lungo termine

Morgan Stanley pensa anche gli investitori stiano concedendo troppo poco credito a General Motors nel lungo termine, data la sua longevità e la sua capacità di “esplorare nuove strutture di business con il potenziale di valori positivi” ed evolvere il suo business a secondo di come dettato dalle condizioni del mercato.

Anche in caso di stagnazione degli utili del mercato delle auto o persino di un loro leggero declino nel breve termine, dovrebbero diminuire di oltre la metà affinché General Motors ritorni alla sua valutazione storica pari a 10 volte gli utili attesi.

Finora pochi analisti hanno previsto un inversione di rotta così drastica. Morgan Stanley sostiene che i forti utili e free cash flow di GM potrebbero continuare molto più a lungo di quanto si aspetti il mercato. E la minaccia rappresentata dalle vetture autonome, per quanto reale, potrebbe metterci un lasso di tempo molto più lungo ad avere un impatto reale sul business di GM.

4. La cosa più importante: la valutazione

Cosa significa tutto questo per gli investitori in concreto? Prezzato a soli 5,8 volte gli utili, il titolo di Ford Motors è davvero economico; abbastanza da far sì che il dividendo da 4,9% copra quasi l’intero P/E da solo. E al contempo, a 4,1 gli utili, il titolo di General Motors è persino più economico, ma paga un dividendo uguale.

A meno che non pensiate che ci sia qualche tipo di Apocalisse che possa seriamente abbattersi sul settore automobilistico (una possibilità a cui nessuno crede veramente dalle parti di Wall Street), questi due titoli sono troppo economici da ignorare. Ma se dovete sceglierne solo uno, GM è il meno costoso.

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