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Tyler Cowen, editorialista di BloombergView, ritiene che l'immagine degli insider trader dipinta dai media non corrisponda alla verità.

L’insider trading ha da tempo catturato l’immaginazione del pubblico ed è presente nei titoli dei giornali, in televisione e in film che vanno da Wall Street nel 1987 alla più recente serie Tv Billions. Perciò vale la pena chiedersi: fino a che punto queste opere sono fedeli a quanto gli insider trader compiono nella realtà?

A giudicare da una nuova ricerca, la realtà è molto più gretta e meno glamour; inoltre lo studio offre una panoramica preoccupante sul concetto di fiducia nella nostra società.

Kenneth R. Ahern, professore della Marshall School of Business alla University of Southern California, ha esaminato centinaia di casi del Dipartimento di Giustizia e della Securities and Exchange Commission (SEC) dal 2009 al to 2013, insieme a 5.423 pagine di documentazione. Sono emersi dettagli affascinanti sulla natura dei crimini finanziari e di chi vi è associato (sia accusati che condannati).

Alcuni aspetti sono in effetti molto vicini alla realtà che vediamo nei film. Il tipico insider trader ha 43 anni e 9 volte su 10 è maschio. La pratica dell’insider trading sembra inoltre correlata ad alcuni tratti legati alla temerarietà: gli insider trader sono più giovani dei loro soci, in genere non possiedono beni immobiliari e hanno in media famiglie meno numerose. Più della metà ha già infranto la legge in qualche modo, per la maggior parte violazioni del codice della strada.

Per quanto mi riguarda, il dato che colpisce di più coinvolge i contatti personali: gli insider trader sembrano molto attenti nello scegliere i complici. Delle coppie conosciute formate da persone che forniscono notizie riservate e da altre che le ricevono e si comportano di conseguenza (informatore e informato), il 64% si sono conosciute prima dell’università, mentre il 16% si sono incontrate all’università o dopo.

Un altro 23% è composto da persone di famiglia - più fratelli e genitori che zie e zii, nonostante il capitale aggiuntivo che questi ultimi potrebbero mettere a disposizione. In genere le notizie sono condivise tra persone con cognomi simili dal punto di vista etnico: per esempio, su 24 soffiate provenienti da persone con soprannomi celtici, 14 sono erano destinate a persone che a loro volta con cognomi celtici.

La scelta dei complici dimostra quanto è difficile avere fiducia in persone che non conosci da molto tempo, specialmente se tu stesso non sei del tutto affidabile. Ciò implica inoltre che le multinazionali moderne, in un certo senso, sono dei luoghi più onesti di quanto si pensi in genere. Non che le persone siano sempre così rispettose della legge; semmai, molti rapporti sul posto di lavoro potrebbero essere superficiali e di passaggio per sviluppare la fiducia e la cooperazione che in genere sono necessarie per infrangere la legge.

Il cerchio ristretto della fiducia - e la contigua mancanza di capitale - sembrano limitare la capacità delle persone di trarre pieno vantaggio da un’attività altamente profittevole.

I rendimenti si attestavano in media sul 35%, realizzati nel corso di un periodo di possesso medio di 21 giorni. Eppure nonostante la quasi certezza dei guadagni disponibili, il valore mediano degli investimenti di un insider trader è risultato solo 200.000 dollari per soffiata, al netto di un profitto di 136.000 dollari. Una cifra appena sufficiente per andare in pensione. Certo, il profitto medio di 2,3 milioni di dollari indica che alcuni investitori hanno fatto il colpaccio (e forse gli insider trader più intelligente, più ricchi e con i contatti migliori non sono inclusi nei dati perché non si sono fatti pizzicare).

Difficilmente gli insider trader presenti nel campione verrebbero definiti ricchi. Il valore mediano delle loro case è 656.300 dollari, non molto tenendo conto che tendono a vivere in aree metropolitane relativamente costose. Probabilmente molti di loro sono abbastanza in alto nella scala sociale da aver visto la vera ricchezza coi loro occhi, senza tuttavia possederla.

In media la fonte aspetta 12 giorni dopo aver ottenuto la soffiata per informare il complice. Questo potrebbe rispecchiare sia l’indecisione che comporta il dover infrangere la legge sia la difficoltà insita nel trovare una persona di fiducia a cui dare l’informazione.

Ad ogni modo, quasi la metà passa l’informazione lo stesso giorno che la riceve, il che suggerisce che un significante numero di persone ha maggiore esperienza e preparazione. Comunemente gli illeciti non restano isolati: la fonte media dà circa 2,36 soffiate e il numero sale nel caso di chi è solito sia dare che ricevere informazioni.

In generale, sono stato colpito dalla natura sordida e meschina del crimine e del modo in cui viene messo in atto; e di come la mancanza di fiducia riesce a porre dei freni su un gruppo così relativamente spericolato. Per quanto sia facile chiamare criminali i responsabili, forse in loro si rispecchiano anche alcune delle caratteristiche comuni agli innocenti.

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