I dati trimestrali di Ferrari hanno scoraggiato gli investitori.
Ferrari NV (NYSE: RACE) ha reso noto che la crescita delle vendite probabilmente subirà un rallentamento nel corso di questo primo anno intero di indipendenza da Fiat Chrysler Automobiles NV, dichiarazione che ha spinto le azioni ai minimi storici dallo scorso 21 ottobre quando la casa automobilistica lanciò a New York la sua offerta pubblica iniziale.
L’azienda italiana produttrice del modello LaFerrari da 1 milione di euro giovedì ha dichiarato che probabilmente quest’anno consegnerà 7900 autovetture, circa il 3% in più rispetto alle 7664 vendute l’anno scorso.
A metà gennaio l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha affermato che nel 2019 la Ferrari potrebbe persino superare il proprio target pari a 9000 auto vendute. Allo stesso tempo ha anche dichiarato che l’azienda “starà bene” finché continuerà a seguire il modus operandi stabilito dal proprio fondatore sette decenni fa, costruendo meno veicoli rispetto alle richieste degli acquirenti.
La Ferrari, che in passato aveva posto un limite alla produzione pari a circa 7000 automobili all’anno così da preservare la propria esclusività, ha “grossi arretrati negli ordinativi,” ha reso noto Marchionne nel corso di una teleconferenza con gli analisti. Tuttavia ha anche affermato di non attendersi per quest’anno una ripresa delle vendite in Cina. Il noto produttore di automobili non cercherà di incrementare la domanda costruendo un SUV, visto che lo stesso Marchionne ha dichiarato: “Prima dovrete spararmi.”
A New York le azioni hanno perso il 12,31% attestandosi, alle 15:12, al valore di 34,97 dollari. Lo spin-off Ferrari, quotato anche a Milano, è stato completato agli inizi di quest’anno.
Secondo Vincenzo Longo, stratega dell’IG Group di Milano:
“Il rallentamento della Cina sta facendo propendere per obiettivi di profitto non troppo aggressivi per il 2016. Lo scorso anno i risultati hanno mostrato alcuni segni di debolezza, e il problema cinese è destinato a rimanere.”
La Ferrari ha annunciato di aver rivisto i propri profitti prima che quest’anno gli interessi e le tasse superassero i 770 milioni di euro; un incremento più debole rispetto a quello dell’anno scorso, quando i profitti crebbero del 7,9% sino a toccare quota 748 milioni di euro. I risultati del quarto trimestre 2015 sono calati del 6,2%. Alla fine del mese di dicembre l’indebitamento netto industriale era pari a 1,94 miliardi di euro.