Il disastro cinese non risparmia i mercati europei
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L’Europa rimane vittima dei drammi finanziari dell'estremo Oriente.

Gli operatori finanziari che vedono i titoli europei come potenziale conforto dalla turbolenza alimentata dalla Cina sono rimasti profondamente delusi.

L'indice Stoxx Europe 600 è sceso del 3,1% da quando è iniziato il 2016, superando il calo del 2,6% nell’indice Standard & Poor’s 500. Persino con l’accomodante politica monetaria dell’Europa, la valutazione regionale si scambia, ora più che in qualsiasi altro momento a partire dalla liquidazione mondiale di agosto, più in sintonia con i riferimenti statunitensi e non vi sono segni che possa svincolarsi tanto presto.

Questa settimana l’Europa è stata monitorata, mentre diversi promemoria dell’economia in rallentamento della Cina hanno innescato delle perdite intorno al globo, anche se la decisione della Banca centrale europea di mantenere i livelli di stimolo è in contrasto con la fase restrittiva iniziata negli USA.

“Siamo tutti quanti coinvolti” ha dichiarato Walter Todd, che supervisiona oltre 1,1 miliardo di dollari in quanto direttore degli investimenti per Greenwood Capital Associates nel Carolina del Sud. “Nel mondo sempre più globale in cui viviamo, sta diventando sempre più difficile isolare o fare una distinzione tra i mercati. La differenziazione è difficile oggi più che mai”.

Sebbene tre giorni siano pochi su cui potersi basare, e gli strateghi si aspettano che i titoli europei terminino l’anno in rialzo, l’attuale scenario ne richiama uno delineato un anno fa da HSBC Holdings Plc, che taglia le sue quote azionarie del 50% a favore delle obbligazioni.

Il coefficiente di correlazione da 80 giorni tra lo Stoxx 600 e l’S&P 500 è aumentato mercoledì dello 0,62, secondo dei dati redatti da Bloomberg. Come mostrano i dati, è stato il più alto dal 25 agosto e superiore alla misura media di nove mesi dello 0,56. L’indice europeo ha localizzato delle perdite che hanno il loro nucleo in Asia, mentre i tentativi della Cina di ostacolare una liquidazione del mercato e di riequilibrare la sua moneta hanno ridotto l'indice Msci Asia-Pacific del 3,7% dall’inizio della settimana.

Secondo Todd:

“In teoria, le condizioni finanziarie dovrebbero essere più semplici in Europa, ma la teoria è una cosa e la realtà un’altra. Se le transazioni commerciali dell’Asia e degli Usa non stanno andando bene, è difficile per l’Europa potersene distaccare”.

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