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Il mercato americano attende i risultati della riunione della Fed e guarda con attenzione all’S&P 500.

Il Santa Rally – il rally di Natale, che capita nelle ultime due settimane dell’anno, ha un grande ostacolo – un difficile livello 2100 sull’S&P 500.

Il livello 2100 sull’S&P 500 SPX, -0,77% ha avuto una così forte attrazione gravitazionale che l’indice lo ha attraversato 38 volte nel 2015, secondo FactSet.

L’indice è sceso a 0,8% per il mese e si è quasi appiattito per l’anno, a partire da martedì.

Con l’eccezione di agosto e settembre, quando l’S&P è precipitato di più del 12% prima di recuperare, l’indice è stato per lo più abbastanza vicino a quel livello.

Alcuni trader chiamano quel segno “la calamita” oppure “la colla”, mentre chi ha una preparazione più tecnica lo chiama “supporto” quando le azioni sono in calo e “resistenza” quando il mercato si muove nella direzione opposta.

Tecnicamente il Santa rally inizia due giorni prima di Natale e dura fino alla fine dell’anno, secondo Ryan Detrick, stratega di mercato per Kimble Charting Solutions.

Dicembre in genere tende a essere un mese positivo. Fin dal 1950, l’S&P 500 si è alzato tre volte su quattro, con un guadagno medio dell’1,7%.

In diciotto degli ultimi vent’anni, il periodo dal 20 novembre fino alla fine dell’anno è stato positivo per le azioni di elevata e bassa capitalizzazione, secondo Jeff Saut, capo stratega degli investimenti di Raymond James, a cui non piace svendere il mercato durante questo mese:

“Babbo Natale tende ad arrivare a Wall Street la maggior parte degli anni, ecco perché il mio mantra è ‘È difficile ribassare le azioni durante il mese spumeggiante di dicembre’”

Una ragione per cui dicembre è in genere un mese positivo per le azioni è legata all’abitudine di Wall Street conosciuta come allestimento della vetrina – i fondi comuni corrono a comprare azioni che hanno reso bene, in modo da poter mostrare ai loro investitori nel rendiconto di fine anno che sono in possesso dei titoli vincenti dell’anno.

Analogamente, è probabile che gli investitori vogliano vendere le loro azioni in perdita, per trarre vantaggio dalle disposizioni sulle perdite fiscali. L’effetto ottenuto è che le azioni con momentum più alto continuano a diventare più care, mentre le azioni malconce vengono vendute e il loro prezzo continua a scivolare.

L’impatto complessivo sul mercato dipende da quanto grandi siano i vincitori e i vinti.

Oltre al livello 2100 ci sono altri fattori che possono impedire a Babbo Natale di arrivare in città. Sam Stovall, uno stratega del patrimonio netto degli USA di S&P Capital IQ, in appunti spediti via email ha scritto che il guadagno dell’8,5% di ottobre probabilmente avrebbe annullato il rialzo di Natale.

“Un ottobre forte ha eliminato in passato l’impennata associata al rialzo natalizio. Infatti, ogni aumento minimo sul rialzo del prezzo per ottobre, ha ridotto la media dell’utile del resto dell’anno e la frequenza dell’avanzamento, con il livello peggiore visto dopo un guadagno del 7% a ottobre”.

Gli operatori finanziari studiano anche il restringimento dell’ampiezza del mercato – i guadagni dell’S&P 500 provengono da meno compagnie, ma più grandi e con accresciuta instabilità, che in genere preavvisa una ritirata più ampia.

Tale ritirata, prima dell’incontro della Federal Reserve, programmato per il 15-16 dicembre, potenzialmente potrebbe preparare l’S&P 500 per una bella ripresa di rimbalzo, ma ciò dipende da quel che farà la Fed.

Se la banca centrale opta per un “dovish hike” – un aumento di 25 punti base con ampia assicurazione che i seguenti aumenti saranno pochi e lontani tra loro, le azioni potrebbero in effetti rialzarsi.

Ma finire l’anno a 2100 o quasi significherebbe che il Grinch è ancora riuscito a bloccare Babbo Natale.

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