Buffett ha fiducia in IBM
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Mentre gli altri investitori si tirano indietro da IBM, Warren Buffett continua ad accumulare azioni.

Berkshire Hathaway Inc. ha acquistato altre azioni della International Business Machines Corp. nel terzo quadrimestre, rivela un documento ufficiale, approfittando dell’abbassamento del prezzo delle azioni per consolidare quella che è già una posizione dominante all’interno dell’azienda tecnologica.

Il costante supporto che Warren Buffett sta accordando a IBM ha lasciato perplessi molti azionisti, analisti e membri di Berkshire, che si domandano cosa mai il miliardario possa vedere in queste azioni. Notoriamente avverso agli investimenti tecnologici, il presidente e amministratore delegato di Berkshire prima di IBM non aveva mai scommesso su aziende del settore.

Alla data del 30 settembre Berkshire possedeva circa 81 milioni di azioni IBM, per un valore complessivo di 11,75 miliardi di dollari: di fatto, detenendone l’8,3%, l’azienda di Buffett è il più importante azionista di IBM. Il primo acquisto di azioni IBM avvenne nel 2011, a fronte del pagamento di quasi 11 miliardi di dollari per l’acquisizione del 5,5% dell’azienda. In anni recenti Berkshire ha incrementato le sue proprietà attraverso una strategia mista fatta di acquisti aggiuntivi e riacquisti.

In questo lasso di tempo le azioni di IBM sono crollate del 28% circa, con vendite in declino negli ultimi 14 trimestri. Con il vacillare del settore hardware e dei business correlati, l’azienda ha investito pesantemente in cloud computing, sicurezza informatica e big data. Alcuni investitori hanno dichiarato di avere perso fiducia nelle azioni soprattutto perché nutrono dei dubbi in merito al possibile successo della svolta strategica intrapresa da IBM.

Invitato a commentare, Buffett non ha fornito risposte in merito.

Nel terzo trimestre le azioni IBM detenute da Berkshire hanno perso 2 miliardi di dollari di valore. La cifra equivale al 15% del costo sostenuto per accumulare la quota azionaria complessiva, ha rivelato Berkshire nel suo resoconto mensile. L’azienda ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di vendere le sue azioni e prevede che il valore dei propri investimenti non solo si riprenderà, ma arriverà persino a superare il costo iniziale.

Le decisioni di Buffett sembrano avere ben poco a che fare con un recente apprezzamento nei confronti dell’industria tecnologica. Piuttosto, come scrisse nel 2011 in una lettera agli azionisti, il magnate è stato attratto da IBM per via del suo “brillante” management finanziario.

“In effetti, non riesco a pensare a nessun’altra grande impresa che possa vantarsi di una gestione finanziaria migliore, abilità che ha incrementato notevolmente i guadagni degli azionisti IBM. L’azienda ha sfruttato saggiamente i debiti, effettuando acquisizioni a valore aggiunto quasi esclusivamente mediante liquidità e riacquistando aggressivamente le proprie azioni.”

Secondo un sondaggio effettuato da Thomson One, su 23 analisti interpellati solamente quattro sono d’accordo con Buffett sul fatto che abbia senso acquistare nuove azioni.

“Ritengo che Buffett abbia fiducia nei confronti del management aziendale e che lo consideri in grado di aggiungere valore” nel lungo periodo, ha dichiarato l’analista di Bernstein Toni Sacconaghi. L’esperto ha detto che, discutendo con altri investitori, “il profilo di chi è interessato a possedere azioni IBM oggi corrisponde al profilo del classico investitore difensivo”, che ricalca quindi il modello di Buffett. Sacconaghi ritiene sia opportuno conservare tali azioni.

Per lungo tempo IBM è stato uno dei più attivi compratori delle proprie azioni. Ha riacquistato circa 4 miliardi di dollari di azioni nei primi mesi del 2015. Tali riacquisti sono talvolta considerati come dei modi per ridare denaro agli azionisti, similmente ai dividendi ma senza l’aggravio delle tasse. Riducendo il numero di azioni disponibili in vendita, i riacquisti supportano inoltre la crescita degli utili per chi è già azionista.

Teoricamente i riacquisti dovrebbero incrementare il prezzo delle azioni a causa della diminuzione della loro disponibilità, tuttavia nel caso di IBM i prezzi hanno continuato a calare negli ultimi anni. Gli analisti hanno dichiarato che l’azienda ha recentemente diminuito l’entità dei propri riacquisti.

Nella sua lettera del 2011, Buffett scrisse che Berkshire e altri azionisti storici di IBM traggono beneficio dal calo dei prezzi delle azioni, perché in questo modo IBM è in grado di riacquistare più azioni rispetto a quanto riuscirebbe a fare se i prezzi fossero invece in ascesa. Continuano inoltre a riscuotere dividendi regolari da IBM.

La sfida più grande per IBM è posta dalle aziende che si occupano di cloud computing, che stanno minacciando su tutto il fronte le sue attività riguardanti hardware, servizi e software. In risposta IBM ha venduto le sue attività riguardanti la produzione di processori e server Intel, non più redditizie, investendo pesantemente in servizi di cloud computing, sicurezza e prodotti per la gestione di enormi quantità di dati.

Questi nuovi business, che sono stati definiti come “imperativi strategici” dall’amministratore delegato di IBM Virginia Rometty, non sono riusciti a espandersi abbastanza velocemente per sopperire al declino dei core business aziendali. Le nuove attività IBM hanno rappresentato il 27% delle entrate complessive del 2014, ma il loro tasso di crescita è rallentato leggermente nell’ultimo trimestre.

“Proseguiremo lungo questa strada verso la trasformazione, anche se non siamo ancora arrivati lontano come speravamo,” ha dichiarato lo scorso mese in un’intervista Martin Schroeter, direttore finanziario di IBM.

Nel corso del meeting annuale di Berkshire Hathaway svoltosi lo scorso maggio, il vicepresidente Charlie Munger ha ammesso che i risultati dei recenti progressi nel cloud computing hanno avuto esiti contrastanti per IBM. Munger ha dichiarato che si è trattato comunque di uno sforzo enorme, che ha aiutato Berkshire ad acquistare azioni a un prezzo ragionevole.

IBM è una delle quattro maggiori holding del portafoglio azionario di Berkshire, il cui valore supera i 120 miliardi di dollari. La posizione di Berkshire nei confronti delle altre tre – American Express Co., Coca-Cola Co. e Wells Fargo & Co. – è rimasta immutata nel terzo trimestre.

Berkshire ha invece ridotto la sua partecipazione azionaria in Goldman Sachs Group Inc. e Wal-Mart Stores Inc. Buffett ha dichiarato lunedì scorso in un’intervista televisiva di avere venduto tali azioni per contribuire al pagamento dei 32 miliardi di dollari in sospeso per l’acquisizione di Precision Castparts Corp.

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