L’essenza del trading
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Progetto speciale in collaborazione con il prime broker EXANTE

Akil Stokes è un trader esperto che è riuscito ad applicare nella negoziazione in borsa la filosofia Kaizen, ‘miglioramento continuo’. Si tratta del miglioramento graduale di qualsiasi processo industriale che permette di minimizzare le perdite. Akil ha raccontato del suo know-how a Maria Goncharova di EXANTE.

- Akil, come è diventato trader? Perché ha scelto questa professione?

- A dir il vero, non ho mai progettato di fare trading, sia in borsa valori, che in qualsiasi altra. Mi sono laureato durante la recessione acuta negli USA. Allora non c’erano tante possibilità di trovare un lavoro decente. Essendo ricercatore, facevo di tutto per guadagnare: insegnavo ai bambini con handicap, facevo da allenatore di atletica, di notte facevo da spazzino. Però mi attraeva la negoziazione in borsa e mi sono detto, ‘Se un giorno voglio operare in borsa, il miglior momento è proprio adesso. Non ho assolutamente niente da perdere. Basta alle riflessioni, devo agire’. L’ho fatto. Sono stato fortunato, all’inizio non ho perso troppi soldi. Poco dopo ho trovato un bravo maestro che mi ha aiutato a orientarmi nel mercato e gli sono tuttora grato. Adesso pago volentieri questo debito: condivido le mie conoscenze e esperienza con i trader principianti.

- Per quanto ne sappia, prima operava nel mercato azionario, ma poi ha scelto il Forex. Qual è stato il motivo di tale decisione?

- è tutto molto semplice. Non riuscivo a guadagnare abbastanza con le azioni. Adesso, pensando al passato, capisco che agivo senza sistema. Avevo un guida, con cui collaboravo, un ufficio in affitto e due televisori. Ogni giorno leggevo Wall Street Journal e altri 5/6 periodici finanziari, guardavo CNBC, CNN, Bloomberg; allora, facevo tutto quello che deve fare un trader che si faccia rispettare. Qualche volta ho fatto contrattazioni riuscite, per esempio, le prime azioni da me comprate erano quelle di Apple. Ma mi mancava il capitale per aumentare il volume d’affari. Una volta un mio compagno mi ha raccontato del Forex. Ha una notevole leva finanziaria, e ho capito: ecco proprio quello che mi serve. Così mi sono occupato del mercato monetario che offriva la possipilità di guadagnare i veri soldi e non tenere le posizioni per un anno intero nel mercato azionario.

- Ha avuto dei drawdown? Che esperienza ha tratto dei suoi errori più gravi?

- Tutti i miei errori più gravi erano più o meno legati alla psicologia. Come molti altri trader, ero inclinato ad accusarne il sistema. Se qualche strategia non funzionava, dicevo che era a causa di essa e la cambiavo. In fin dei conti, ho capito che di tutti i miei sbagli ero colpevole solo io. Commettevo falli tipici: aprivo presto posizioni, le chiudevo presto, le tenevo troppo a lungo, facevo l’avaro, insomma. Però il drawdown più grave mi è successo quando ho deciso che ero già diventato un vero professionista e sapevo trading in tutti i dettagli. Gestivo il capitale di un investitore seguendo una strategia determinata. Ho aperto troppe posizioni e in qualche momento ho perso un sacco di soldi. Ho parlato al cliente. Ha richiesto di ridurre di due volte il numero delle posizioni. In seguito, circa in una settimana ho perso più di trentamila dollari. Non potevo del tutto operare per un’altra settimana, ero troppo depresso. Non avevo più voglia di fare trading. Ma poi ho calcolato che seguita quella mia prima strategia, seguito il mio piano, avrei potuto non soltanto restituire questi trentamila, ma anche guadagnare la stessa somma in più. è stato un momento cruciale della mia carriera. Ho capito che dovevo cambiare qualcosa perché una cosa simile non si ripetesse.

- Come ha imparato a superare i fattori psicologici? Cosa si può fare perché le emozioni non influenzino le decisioni?

- La psicologia è la cosa più complicata nel trading. Per questo tanti trader che rappresentano, credo, il 90% del totale, finiscono la loro carriera dopo aver fallito. Alcuni dicono che questa percentuale è anche più alta. Il miglior modo di combattere i fattori psicologici è seguire il piano e le regole concrete. Quando guardate al grafico e decidete di aprire una posizione, dovete stendere un algoritmo di azioni ‘se – allora’. Se succede una cosa, allora agisco così. Se succede un’altra, allora faccio così. Dovete trasformarvi in un robot. E sin da quel momento non potete più decidere se fate una contrattazione vantaggiosa o no. Il vostro solo compito è di seguire il piano. Se ci riuscerete, avrete un profitto stabile, ma se violerete le regole, dovrete pagare. Per credere nelle vostra strategia, mettetela a una prova usando i dati di un periodo passato. Se funziona, vi tocca solo seguire il vostro piano.

- Ma se la strategia non funziona?

- Succede anche questo. Anche i migliori professionisti subiscono delle perdite. Ma è proprio la capacità di superare i fiaschi che differenzia un professionista da un amatore. Superare gradualmente se stesso e tornare al lavoro è il migliore che potreste imparare. Lo farete una volta e comincerete a credere in voi stessi. Quando credete in voi e nella vostra strategia, cominciate ad agire in modo giusto. Questo, a sua volta, apporta i risultati giusti. Essi vi fanno credere nelle vostre abilità. È un ciclo, ma il principio è credere in voi all’inizio.

- Basandosi su quali fattori sceglie i cambi per negoziare?

- Sono un day trader. Di regola, opero di pomeriggio a Londra e di mattina a New York. Così definisco quali cambi mi interessano. Il criterio principale è una buona dinamica in time-frame di giorno. Molto spesso scelgo il cambio euro/dollaro. C’è anche un altro fattore: negozio le valute per quali le mie strategie funzionano nel modo migliore, tanto ogni cambio è singolare ed esige un approccio individuale. Alcuni servono ai trader che cercano di trovare il trend, altri servono a quelli che operano contro il mercato e utilizzano pattern più complicati. Per determinare i cambi di valute mi controllo la strategia post factum, cioè utilizzo i dati di un periodo passato. Se avete, diciamo, sei cambi, e la vostra strategia funziona nel modo migliore per quattro di essi, vale la pena lavorare proprio con questi quattro cambi.

- Per quanto io sappia, in generale, nel suo lavoro lei conta sull’analisi tecnica. Però molti trader credono che non si possa esaminare il mercato finanziario senza prendere in consideraziona la politica. Perciò aspettano sempre cosa dirà il presidente della Bce durante la conferenza stampa di turno o cosa dichiarerà la Federal Reserve americana. Tenete conto delle tendenze fondamentali?

- No, e spiego perché. È davvero difficile conciliare l’analisi fondamentale e quella tecnica. Certo che in teoria si può cercare di trovare sui graffici di prezzo qualche segno di una tendenza fondamentale. Cercavo di farlo. Di mattina guardavo il telegiornale di CNBC, esaminavo le quotazioni... e mi sfuggivano tante possibilità. La ricerca delle tendenze fondamentali mi impediva di guadagnare grazie alle posizioni corte. È vero che per l’investire a lungo termine l’analisi fondamentale è importante, ma a me che sono day trader, non aiuta. Ciò non esclude che faccio attenzione agli avvenimenti che possano far crescere la volatilità. In tal caso soltanto smetto di operare. Ma generalmente non seguo notizie, osservo solo gli indicatori. La dinamica dei cambiamenti dei prezzi, i livelli di supporto e resistenza possono dare di gran lunga più informazioni su come muove il mercato. Le tendenze fondamentali possono solo accellerare questo movimento. Allora, credo nell’analisi tecnica.

- Ha un cambio preferito? Può usarlo come esempio per dimostrare la sua strategia?

- I miei cambi preferiti sono quelli grazie ai quali si guadagna di più. A dir la verità, non ho altri criteri. A tutti piace il cambio EUR/USD, e anche a me. Dà una gamma ampia di possibilità, e coloro che usano strategie avanzate lo sanno. Basandosi sulla dinamica dei cambiamenti del prezzo, nell’analisi tecnica si può usare alcuni time-frame. Esiste un algoritmo che chiamo IPDE (identificazione, previsione, decisione, esecuzione). Quando utilizzo alcuni time-frame, divido questo algoritmo in due parti. Per determinare il livello dell’entrata e fare la previsione preliminaria corretta, mi serve un time-frame più lungo. Per rischiarare la situazione, mi serve quello più corte. Parlando del cambio EUR/USD, prendiamo come esempio il grafico. Allora, prima determino i livelli di supporto e resistenza.

Poi seguono due cose. In primo luogo, il prezzo può ridursi al livello di supporto, e poi rialzare di nuovo. In secondo luogo, dopo questo si terrà per qualche periodo al livello di resistenza, e avviene la correzione.

Per capire in che direzione cambierà il prezzo, determino una certa ‘area di attenzione’ da osservare vicino al livello di supporto.

Dopo viene il momento per stendere il mio piano ‘se – allora’. Se il prezzo cala e entra nella mia ‘area di attenzione’, allora considero la possibilità di aprire una posizione lunga. Ciò divide in due il mio algoritmo, non devo più pensare alle posizioni corte. Adesso devo decidere che lato del mercato prendo. Nel caso dato sarò bull.

Allora passiamo a un time-frame più corto, di un’ora, diciamo.

Ci serve se vogliamo fare la previsione riguardante il cambiamento del prezzo e capire quando dobbiamo aprire la posizione. Prima di tutto troviamo i livelli di supporto e resistenza. Vediamo il prezzo oscillare dal massimo al minimo. Aspetto il ritorno del prezzo al livello precedente, ha già superato il livello di supporto due volte e penso che lo faccia per la terza.

Ripassiamo tutto il processo passo per passo.

Allora, abbiamo determinato cosa stava succedendo nel mercato, abbiamo fatto la previsione in che direzione muovesse, e abbiamo deciso in che punto era meglio aprire una posizione lunga. Adesso bisogna determinare il livello di entrata. Per farlo uso le linee di Fibonacci che disegno tra il picco superiore e quello inferiore. Definito il livello di entrata, abbiamo tanti modi di aprire una posizione. Per esempio, quello aggressivo è di mettere un ordine limitato. Ovvero c’è quello più conservatore che consiste in aspettare un ‘doppio fondo’ che è la garanzia che il prezzo si terrà al livello corrente.

- Akil, quali indicatori utilizza?

- Niente di straordinario: gli indicatori Price Action, pattern armonici e i livelli di Fibonacci.

- Che percentuale delle contrattazioni riuscite ha?

- Uno dei miti diffusi riguardanti trading è che l’85, 90 oppure anche il 95% delle contrattazioni devono essere riuscite. Non ha niente a che fare con la realtà. Se chiedete a un professionista di successo qual’è la sua percentuale delle contrattazioni fruttifere, la cifra non superà il 60%. Più probabile che sia il 50/60%. Ho la cifra quasi la stessa, il 55/60%. Perdo somme quasi pari a quelle che vinco, ed è normale poiché cerco di approffittare delle possibilità offerte dal mercato.

- Determina in qualche modo il livello di chiusura prima della contrattazione? Se così, potrebbe raccontare dei suoi know-how?

- Prima di acquistare qualsiasi asset, bisogna determinare tre cose: il prezzo dell’acquisto dell’asset, il prezzo di stop e il prezzo di chiusura. Anche se avete la strategia migliore del mondo, ma il profitto eventuale è inferiore al rischio che vi prendete, nessuna strategia vi aiuterà. Il profitto deve sempre superare il rischio. Quando determino il livello di entrata, prendo in considerazione che lo stop-loss deve essere più basso del livello precedente di resistenza. Poi mi faccio la domanda, ‘è davvero la contrattazione di cui ho bisogno?’ Perché anche se c’è una buona opportunità, non significa che ve ne dovete servire subito. Il premio di rischio deve essere almeno 1:1 per dar senso alla contrattazione. Se il rischio pesa di più, è meglio rinunciarvi. È molto importante determinare l’entità del premio di rischio poiché se vogliamo guadagnare, il premio deve essere superiore alla perdita eventuale. Se una contrattazione riuscita lascia coprire le perdite causate da 2 o 3 quelle fallite, dimenticate delle contrattazioni fallite, non influenzano su niente.

- Alla fine c’è la nostra rubrica tradizionale: consigli ai trader principianti. Che conoscenze sacre vorrebbe condividere con loro?

- Ho solo un consiglio: siate coerenti. Seguite le regole e non lasciate prendervi dalle emozioni. Il trading ha molto in comune con i giochi d’azzardo, e tante persone lo fanno per arricchirsi subito. Vogliono sempre vendere e comprare senza aver imparato ad essere pazienti. Ma dovete gradualmente avvicinarvi allo scopo, credere nella vostra strategia e seguire le regole. Se al momento il mercato non dà le condizioni favorevoli per farlo, mettetevi da parte. Si può sempre comprare o vendere qualcosa, ma non è il vostro obiettivo. Meglio aspettare possibilità ottimali per fare una contrattazione quando è abbastanza probabile guadagnare. Meglio aprire una posizione proprio nel momento in cui il mercato sembra corrispondere alle vostre previsioni e il premio di rischio raggiunge il livello ottimale. Se seguirete queste regole, avrete un terreno fecondo per ottenere più successo e guadagnare di più. Ma come ho già detto, seguire le regole è la cosa più difficile, sopratutto per quelli che operano con propri soldi.

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