La domanda di oro cresce dell’8% nel terzo trimestre
La domanda globale di oro è aumentata dell’8% nel terzo trimestre, sospinta dagli acquisti da parte degli investitori al dettaglio di alcune importanti regioni geografiche dovuti alla riduzione dei prezzi, ha reso noto giovedì il World Gold Council.
Il consumo del metallo prezioso è stato pari a 1120,9 tonnellate tra i mesi di luglio e settembre di quest’anno, in aumento rispetto alle 1041,9 tonnellate registrate nello stesso trimestre del 2014, secondo il rapporto Gold Demand Trends stilato dall’organismo di settore.
Gli acquisti extra, tuttavia, non sono stati particolarmente efficaci nel sostenere il prezzo dell’oro che, nel corso del trimestre, è diminuito di circa il 2%. Il mercato è stato maggiormente influenzato dalla speculazione riguardante il momento in cui gli USA aumenteranno i tassi di interesse. Un aumento di questo tipo rende l’oro meno competitivo rispetto ai titoli fruttiferi, come ad esempio quelli del Tesoro, rafforzando la valuta americana e rendendo questa commodity, il cui valore è espresso in dollari, più costosa per la maggior parte dei compratori.
La domanda di gioielli, che rappresenta oltre il 60% della domanda complessiva di oro, è cresciuta del 6% nel terzo trimestre sino a raggiungere quota 631,9 tonnellate – il valore più elevato mai registrato in tale trimestre dal 2008 a oggi.
Il picco si è verificato a seguito di un secondo trimestre piuttosto fiacco, in cui tra marzo e giugno la domanda è scesa del 12% sino a toccare il minimo degli ultimi sei anni.
“Lo scorso luglio sono cresciute le aspettative degli investitori riguardanti un’imminente crescita dei tassi di interesse USA e gli investitori istituzionali hanno mostrato una propensione ribassista nei confronti dell’oro,” ha dichiarato Alistair Hewitt, capo analista di mercato del World Gold Council con sede a Londra. “[Ma] ciò che sottolinea il rapporto è il rafforzamento della risposta del consumatore.”
Gli investimenti su scala globale sono aumentati del 27% sino a raggiungere 229,7 tonnellate, contro le 180,7 tonnellate dell’anno precedente, sospinti dal consumo di lingotti e monete da parte di Asia, Stati Uniti ed Europa.
I prezzi bassi dell’oro, che in luglio e agosto hanno raggiunto il minimo degli ultimi cinque anni e mezzo, combinati con i timori di un rialzo dei tassi di interesse USA da parte della Federal Reserve, le preoccupazioni riguardanti la valuta cinese e la perdurante incertezza sul futuro della Grecia all’interno dell’Eurozona hanno spronato gli acquisti.
Lingotti, monete e gioielli
La domanda complessiva di lingotti e monete è aumentata del 33% attestandosi a 295,7 tonnellate, in rialzo rispetto alle 222,2 dello stesso periodo del 2014.
In Cina, la domanda di lingotti e monete è cresciuta del 70% raggiungendo le 52,3 tonnellate, rispetto alle 30,8 del terzo trimestre dello scorso anno; in India, la stessa domanda ha segnato un aumento del 6% passando dalle 54 tonnellate del 2014 alle 57 di quest’anno.
Per quanto riguarda il mercato USA, la domanda di monete e lingotti è addirittura aumentata del 207% toccando quota 32,7 tonnellate rispetto alle 10.6 dello stesso trimestre dello scorso anno e, infine, in Europa si è passati da 45,3 tonnellate a 60.9 con un balzo in avanti della domanda del 35%.
“Questa è la vera conferma che la domanda da parte di India e Cina rimane influenzata dal prezzo,” ha commentato Adrian Ash, direttore delle ricerche di BullionVault, piattaforma online per l’acquisto di metalli preziosi. Il terzo trimestre “ha segnato un discreto aumento perché [l’oro] costa meno.”
La domanda totale da parte di Cina e India, che era calata tra marzo e giugno, è ripresa approfittando dei prezzi più bassi dell’oro nel terzo trimestre. Insieme, i due paesi rappresentano circa la metà della domanda globale di metallo prezioso.
Gli analisti affermano che gli acquirenti asiatici sono costantemente a caccia di occasioni e che in genere si affacciano sul mercato quando i prezzi sono notevolmente calati, così da spendere meno per l’acquisto di oro.
La domanda è stata particolarmente consistente in India, dove il prezzo dell’oro espresso in rupie è calato in modo vistoso incoraggiando così gli acquisti fuori stagione.
La domanda indiana di gioielleria è cresciuta del 15% raggiungendo le 211.1 tonnellate nel terzo trimestre, in aumento rispetto alle 184,2 del medesimo periodo dello scorso anno. La domanda complessiva ha invece segnato un 13% di crescita, passando dalle 238,2 tonnellate del 2014 alle 268,1 di quest’anno.
In Cina il marketing a tappeto riguardante il San Valentino cinese (20 agosto), promosso come evento nel quale acquistare prodotti in oro, ha contribuito al leggero aumento di scambi commerciali.
La domanda di gioielleria da parte della Cina è aumentata del 4% nel corso del terzo trimestre del 2015, toccando quota 187.6 tonnellate rispetto alle 181,2 dell’anno precedente; la domanda complessiva riguardante il metallo prezioso è inoltre cresciuta del 13% nel terzo trimestre di quest’anno.
Adrian Ash ha sottolineato che anche gli investimenti al dettaglio dei paesi occidentali stanno mostrando trend simili.
La fornitura globale di oro è cresciuta annualmente dell’1% sino a raggiungere 1100.1 tonnellate; le forniture minerarie sono aumentate del 3% attestandosi a 847,8 tonnellate, mentre i quantitativi di oro riciclato sono scesi a 252,3 tonnellate segnando un calo del 6%.
Nel quarto trimestre di quest’anno le festività religiose indiane e gli acquisti nel periodo antecedente al prossimo capodanno Cinese che si festeggerà nel 2016 dovrebbero mantenere alta la domanda di oro, dichiara Hewitt.
Nonostante ciò il World Gold Council rimane prudente sulle sue aspettative per il futuro.
“Dopo un terzo trimestre così eccezionale, per il quarto è meglio invitare alla prudenza,” si legge nel report WGC.
Secondo il World Gold Council le previsioni annuali riguardanti la domanda di oro restano invariate, fra le 4200 e le 4300 tonnellate. Per la Cina, le previsioni di domanda oscillano tra 900 e 1000 tonnellate; per l’India, quest’anno le stime vanno dalle 850 alle 950 tonnellate.