Nuovi rischi mettono alla prova l’Europa
AP Photo/Paulo Duarte
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La crisi in Portogallo e lo scontro della Spagna con la Catalogna non si risolveranno rapidamente come vorrebbero i mercati.

L’instabilità politica in Europa sta agitando nuovamente il mercato. Ma per una volta la Grecia non è la maggiore fonte di turbolenza, anche con l’ultima baruffa riguardo il rilascio di 2 miliardi di euro in prestiti che ha fatto notizia questa settimana.

La crisi di governo in Portogallo e il rinnovato scontro in Spagna fra il governo centrale e la catalogna sono causa di maggiori preoccupazioni e hanno finalmente raggiunto gli investitori. Nessuno dei due problemi sembra destinato a risolversi rapidamente.

Portogallo, caduto il governo

In Portogallo, il governo di minoranza guidato da Pedro Passos Coelho è caduto ieri. Questo potrebbe aprire le porte a un governo guidato dal Partito Socialista, supportato da tre partiti di sinistra più piccoli e radicali, tra cui oppositori all’adesione all’euro.

Ciò lascerebbe incerti i mercati sia riguardo il percorso politico - con i socialisti probabilmente a favore di proposte per l’annullamento di parte dei provvedimenti d’austerity della precedente amministrazione - e sulla capacità del nuovo governo di restare unito.

I mercati hanno reagito davvero a questo mix durante lunedì, spingendo il premio di rendimento portoghese su 10 anni attorno i 0,2 punti percentuali fino al 2,83%. La mossa è stata ripetuta martedì.

Sfida indipendentista in Spagna

Anche in Spagna il rendimento delle obbligazioni è cresciuto lunedì, dopo che la Catalogna ha approvato una risoluzione per muoversi verso l’indipendenza. Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy si è impegnato ad opporsi. Ma deve affrontare le elezioni nazionali a dicembre, che si sommano al rischio politico con cui gli investitori devono fare i conti.

La saga catalana va lentamente avanti da tempo ed è una minaccia meno imminente dell’impasse politica in Portogallo.

In generale i movimenti decisi di questa settimana nei bond mostrano ancora una volta che il rischio politico è difficilmente stimabile finché non è impossibile da ignorare. Gli investitori probabilmente vorranno che venga affrontato con velocità. Ma la politica raramente si muove alla velocità desiderata dai mercati; un problema comune durante gli abissi della crisi nell’eurozona.

Come risultato sia i bond portoghesi che quelli spagnoli restereanno probabilmente sotto pressione. La forza di compensazione degli acquisti da parte della BCE difficilmente placherà questa sensibilità sviluppata nei confronti degli sviluppi politici.

Nel frattempo, ci sono rischi politici altrove a cui non viene dato un prezzo perché non esistono ancora ovvi punti di svolta. La risposta dell’Europa alla crisi migratoria, che potrebbe testare la coesione del continente, e il referendum in programma da parte del Regno Unito sull’appartenenza all’Unione Europea sono tra i più grandi; il potenziale per una ricaduta finanziaria è grande. Ma finora ci sono stati solo piccoli segnali visibili di tutto ciò nei mercati.

La realtà è che il rischio politico è sempre presente, ma spesso dormiente. In Spagna e Portogallo, gli investitori non hanno altra scelta se non affrontarlo.

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