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Progetto speciale in collaborazione con il prime-broker EXANTE.

Anil Mangal è un trader esperto, analista e manager finanziario. Si specializza nelle teorie di onde, sopratutto nelle onde di Elliott. Anil ha parlato delle loro ampie possibilità d’uso con Maria Goncharova di EXANTE.

- Anil, quando ha cominciato a fare trading in modo professionale? E perché ha scelto questa professione?

- Se permette, comincio da lontano. Non sono un uomo celebre... Provengo dalla Guyana, dall’America del Sud, vicino al Brasile. Ma dagli ultimi 25 anni vivo in Russia. In passato, sono venuto nell’URSS per studiare la medicina, ma dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica la mia carriera da medico è finita. Ho cominciato a lavorare in una società internazionale che operava con il Singapore. Un anno dopo, ho iniziato la mia impresa con il loro aiuto. Mi ero occupato dell’impresa per 10 anni e poi l’ho venduta. Ho versato tutti i soldi in un conto offshore (in una banca che offre dei prodotti strutturali – n.d. EXANTE) e sono partito in vacanza per i Caraibi. Alcuni giorni dopo, mi ha chiamato un manager della banca e ha consigliato di convertire i dollari in euro perché il dollaro è cominciato a calare. Ho risposto ‘Va bene, facciamolo’. Tre mesi dopo, mi ha di nuovo consigliato di convertire i soldi in un'altra valuta perché quella volta è calato il cambio dell’euro. Ho seguito il suo consiglio. Ancora qualche tempo più tardi, mi ha di nuovo chiamato il manager della banca, ‘Abbiamo un’equipe dei trader professionali che possono aiutarla a fare crescere il suo capitale. Deve solo sottoscrivere i documenti che gli danno il diritto di disporre del suo conto’. Ho acconsentito nuovo. È stato il mio primo sbaglio.

Il secondo sbaglio, l’ho commesso non sapendo assolutamente niente sul trading, neanche che cosa fosse un punto percentuale. Non potevo stimare se investissero correttamente i miei soldi fino al momento in cui mi hanno di nuovo chiamato e detto, ‘Ha la richiesta di integrazione’. Non sapevo cosa fosse, e mi hanno spiegato che dovevo versare una somma aggiuntiva sul conto perché i mezzi del cliente erano stati persi a causa del calo delle quotazioni’.

Per due giorni ho riflettuto cosa fare avanti e poi ho deciso che dovevo sapere tutto riguardo al mercato Forex. Così è cominciato il mio grande viaggio nel mondo finanziario. Ho speso tre settimane per trovare su Internet una persona che potesse raccontarmi del mercato valute interbancario. In fin dei conti, ho trovato tale persona. Mi ha fatto conoscere le basi della negoziazione sul Forex. Studiate le basi, ho continuato autonomamente. All’inizio, studiavo e basta, senza provare ad operare. E due anni dopo conducevo dei seminari online aperti a Londra, dove invitavo i miei amici trader. Però poco dopo ho capito che gli strumenti dell’analisi tecnica che avevo avuto tempo di studiare, cioè le serie di Fibonacci, linee di tendenza e altri, non mi permettevano di prevedere di certo dove muoveva il mercato. E mi sono occupato profondamente della teoria delle onde di Elliott.

- Alcuni trader devono affrontare una certa barriera psicologica quando passano dalla teoria alla gestione dei veri soldi. Ricorda aver incontrato qualcosa del genere?

- La maggior parte dei problemi psicologici è legata al non sapere gestire i rischi. Sono un imprenditore, non ho paura delle somme notevoli, mi so prendere i rischi e gestirli. Tuttavia, anch’io ho cominciato con i conti piccoli di circa diecimila dollari. Quando si gestiscono pochi soldi, si sta più tranquillo. Per me la situazione è cambiata solo quando uno dei miei studenti, manager di un fondo speculativo australiano, mi ha affidato i primi veri soldi, un mezzo milione di dollari. In generale, abbiamo operato con questo conto insieme perché per me era una fatica psicologica aver a che fare con tanti soldi. Ma poi ci si abitua anche alle somme grandi, adesso gestisco i mezzi di investitori, sono dei conti davvero notevoli, ma sto tranquillo anche se perdo tre o quattromila dollari al giorno. Non me ne preoccupo più. Ma per questo ci è voluto del tempo. Perciò i trader principianti farebbero bene a negoziare esclusivamente in una versione demo finchè non ottengono un profitto stabile. Se non potete guadagnare in una versione demo, non ha senso negoziare i veri soldi, è una semplice perdita di tempo. Dall’altra parte, se avete già investito e ve ne siete preoccupati, dimenticatevelo.

- Ecco proprio la mia seguente domanda: se vedete che una contrattazione non è riuscita o una strategia da lei scelta non funziona, cosa fare in questa situazione? Chiudere la posizione il più presto possibile?

- Tutte le mie contrattazioni hanno in base strategie concrete. E in qualche momento, quando il modello che seguo mi dimostra che non ha senso tenere avanti la posizione, la chiudo. Ma mentre la strategia non cambia, cerco di non fare niente di inutile.

- Come utilizza le onde di Elliott per l’analisi tecnica?

- Comincio dalle cose semplici. Non le parlerò di tutti i particolari della teoria di onde Elliott, si possono leggere nei libri. Concentriamoci su alcuni pattern, sopratutto su quelli correttivi poichè sono molto importanti. È abbastanza difficile individuarli. Faccio un esempio semplice per mostrare come farlo.

Elliott ha a lungo esaminato un gran numero di graffici. E ha notato che esistevano regolarità determinate: alcune parti delle curve si ripetevano. Per non averne paura, gli ho dato dei nomi. Per esempio, le onde motrici si suddividono in cinque tipi. Il più difficile è trovare un’onda d'impulso, poi quella correttiva e cominciare a negoziare sull’onda in un impulso seguente. Il problema principale è individuare l’onda correttiva. Tutto quello sono le basi dei modelli delle onde. Elliott non era affatto tra i primi che si era messo a esaminarle, però la sua teoria rimane per ora la migliore.

- E come definisce quale onda è d'impulso e quale è correttiva?

- È la cosa più semplice. Ricordate la cosa principale: avete a che fare con un grafico. E come sappiamo, ha due assi. Un asse del prezzo e un asse del tempo, verticale e orizzontale rispettivamente. Quando avete a che fare con un’onda d'impulso, fate attenzione solo al prezzo che aumenta rapidamente. In presenza dell’onda correttiva, al contrario, è importante l’asse del tempo perché il prezzo cambia molto lentamente. A tutti i trader del mondo piace l’asse del prezzo e sono inclini a dimenticare dell’asse del tempo. Se volete avere un vero successo, concentratevi sull’asse del tempo e dimenticate quello del prezzo.

La maggioranza dei trader, vedendo che il prezzo aumenta, cercano a fare in tempo, ma poi il sistema torna in equilibrio e rimane in tale stato abbastanza a lungo. I trader non hanno più la pazienza di aspettare, chiudono la posizione e subiscono perdite. Poi inizia la nuova onda d'impulso. Il prezzo rialza bruscamente, ma è già una parte del pattern correttivo. Cosa fanno i trader quando vedono questo impulso, ma non vedono tutta la struttura in generale? C’è un impulso, poi la correzione, e dopo essa un’oscillazione in salita. Se pensate che continui, avete torto. Infatti è ‘un’onda marittima’ che dopo la crescita comincia subito a calare. E solo pochi trader pratici possono al picco di quell’onda premere il bottone ‘vendere’.

- Che time-frame vale la pena utilizzare nell’analisi delle onde? Qual’è il time-frame più breve che utilizzerebbe?

- Quello più breve che ho operato era di 15 minuti. La mia equipe comprende molti trade, e abbiamo apposta cercato degli intervalli di 15 minuti. Per quanto riguarda personalmente me, preferisco quelli di un'ora e di quattro ore che mi permettono di aprire e tenere delle posizioni lunghissime.

- Può raccontare in dettagli delle sue strategie di entrata e uscita?

- C’è una certa difficoltà. Per usare le strategie da me utilizzate dovrete seguire il mio corso che dura sei settimane. Cioè ci vorrà del tempo per comprendere le mie strategie e poi usarle da soli. In due parole, cerco un’onda d'impulso, poi quella correttiva e poi faccio una pausa, ecco l’entrata. Se mi sono sbagliato nell’individuare dell'impulso, non ho capito bene qualcosa, chiudo la posizione. È così semplice! Non abbiate paura di sbagliare, capita anche ai migliore. Però, se vi sbagliate sempre, smettetela di operare da un conto reale. Se vi sbagliate sempre operando in una versione demo, mollatelo e tornate a studiaria.

Per diventare un trader di successo, bisogna ricordare tre cose:

  1. Conoscenze speciali. Non se ne può assolutamente fare a meno.
  2. Basi del management finanziario perché sono proprio esse che diventeranno il vostro problema successivo.
  3. Esperienza. Nessuno potrà darvela.

Per avere esperienza si deve fare trading. E ci si deve basare sulle conoscenze reali e non su una cosa sentita da qualcuno. Non acquistate gli indicatori che vi fanno comprare, perderete tempo. L’unica cosa che vale la pena comprare sono le conoscenze e il tempo delle persone che se ne intendono e sono disposti a spenderli per insegnarvi. Io personalmente non compro indicatori da nessuno. Nell’analisi tecnica utilizzo solo MACD.

- Che impostazioni ha in MACD? Forse, utilizza qualche altro indicatore di onde?

- No, non uso nessun altro indicatore. Le impostazioni di MACD sono quelle standard. Questo indicatore permette di identificare bene le onde. Altri strumenti non ci servono. I graffici seguono i modelli delle onde e perciò l’unica cosa che dovete esaminare sono le onde. Bisogna operare secondo queste onde e non secondo le linee orizzontali o verticali oppure secondo qualche indicatore che è stato creato da qualcuno. Cercate di negoziare basandovi sul principio delle onde.

- Lei utilizza la divergenza?

- Sì, sempre.

- La teoria di onde funziona anche sul mercato delle azioni o soltanto sul Forex?

- Funziona in tutti i mercati. Io personalmente opero sul Forex, e ancora i metalli preziosi, l’oro e l’argento. Ma quando guardo, per esempio, il grafico delle quotazioni di Apple, capisco come sarebbe facile operare le azioni. Si può avere molte contrattazioni riuscite, analizzando il grafico di Apple, se si usa la formula semplice di cui ho parlato: troviamo l'impuslo, poi la correzione e entriamo nell'impulso seguente. Se siete entrati sull’onda correttiva, negoziate sull'impulso successivo. E se lo può ripetere affinché l’onda non cali.

- In conclusione cosa si sente di dire ai nostri lettori?

- Gli consiglio di scaricare un libro riguardante la teoria delle onde Elliott. Leggete il libro, come all'epoca ho fatto io. Poi è necessario trovare qualcuno che vi insegni di individuare pattern delle onde. È tutto. L’ho imparato da solo. Se ci spenderete due anni, come ho fatto io, lavorerete dieci ore al giorno e poi ancora per alcuni anni perfezionerete le vostre competenze, avrete successo.

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