Rockefeller detta le nuove regole del mercato
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Poco più di un anno fa la Rockefeller Brothers Fund aveva stupito il mondo. La fondazione costruita su una grossa fortuna petrolifera aveva annunciato che non avrebbe più investito in combustibili fossili. Niente più asset relativi a petrolio, gas, carbone e sabbie bituminose nel suo portafoglio da 850 milioni di dollari.

Un anno dopo la mossa si mostra essere particolarmente saggia.

I prezzi del petrolio sono crollati dagli oltre 90 dollari, quando il 14 settembre 2014 il fondo ha fatto il suo annuncio, fino ai 45 dollari di adesso – il livello più basso dall’inizio della recessione.

Grosse quote energetiche sono state colpite. Quello dell’energia è di gran lunga il peggior settore sul mercato azionario del 2015. Nel frattempo, il movimento di disinvestimento per il cambiamento climatico continua a prendere slancio. La Rockefeller non è più un’eccezione.

“Siamo in grado di dimostrare che ciò può essere portato a termine” ha affermato il presidente della Rockefeller Brothers Fund Stephen Heintz “senza causare danni all’andamento generale del vostro portafoglio di investimenti”.

La Rockefeller sta continuando a fare ciò che ogni investitore desidera: superare i suoi standard, sebbene il consiglio di amministrazione prenda atto del fatto che sia ancora presto per dirlo.

La decisione del disinvestimento è stata prima di tutto una questione morale.

“Era diventato sempre più spiacevole combattere da una parte contro il riscaldamento globale (attraverso le nostre sovvenzioni di beneficenza) e poi investire nelle imprese che ne erano causa” ha dichiarato Heintz.

Ma i membri del consiglio ritengono che ci siano anche legittime ragioni economiche per disinvestire.

“Le persone stanno iniziando a vedere un futuro sempre meno roseo per l’economia dei combustibili fossili” ha continuato Heintz. Quest’ultimo punta il dito verso Shell (LON: RDSB) che dopo aver speso parecchi soldi deve abbandonare le trivellazioni nell’Artide poiché non è più redditizia.

Il disinvestimento per il cambiamento climatico richiede tempo

Il disinvestimento per il cambiamento climatico non è ancora semplice. Heintz riceve numerose richieste da altre fondazioni e università che vogliono seguire la via della Rockefeller. Costui ha detto loro di prepararsi per un “viaggio”.

Il fondo ha una grossa somma di denaro da investire – più di 800 milioni di dollari. La Rockefeller aveva ammesso francamente che ci sarebbero voluti tre anni per disinvestire del tutto.

Nel primo anno è stata in grado di liberarsi della maggior parte delle sue azioni e obbligazioni che avevano a che fare con compagnie di combustibili fossili come la Exxon Mobil (NYSE: Exxon Mobil Corporation [XOM]) e la Chevron (NYSE: Chevron Corporation [CVX]).

“Il nostro obiettivo è quello di (eliminare) tutti i combustibili fossili, incluso il gas, entro la fine del 2017” aveva dichiarato Heintz. “Ma abbiamo affermato con chiarezza che monitoreremo da vicino l’andamento e se necessario modificheremo il programma”.

Costui ha notato che il fondo ha avuto a che fare con combustibili fossili per il 7% del suo portafoglio dall’inizio del 2014. Oggi la percentuale è scesa di oltre il 4%.

La Rockfeller ha preso molto del denaro che aveva investito nella “vecchia energia” mettendolo a disposizione degli investimenti nella “nuova energia”, con l’aiuto del consigliere Perella Weinberg. Chiamatelo pure l’approccio “disinvestire-investire” per combattere il cambiamento climatico.

La parte più difficile sono gli hedge fund e il private equity

La parte più difficile è stata trovare gestori di Hedge fund e di investimenti in private equity che potessero attenersi ai requisiti del disinvestimento. Non sono avvezzi a richieste speciali.

Per esempio, se la Rockefeller ritirasse i suoi fondi da un investimento in private equity prima del termine del periodo di lock-up, perderebbe molti soldi.

Ma Heintz è stato piacevolmente sorpreso dal fatto che molti gestori abbiano voluto collaborare con la fondazione per risolvere la questione. Aveva persino ricevuto una richiesta da parte di un fondo infrastrutturale in Brasile che, dopo aver letto l’annuncio di disinvestimento sulla prima pagina di un giornale brasiliano nel 2014, gli aveva riferito che stessero sviluppando un fondo libero da combustibili fossili. “La decisione di disinvestire invia dei segnali sul mercato” ha affermato Heinz.

Anche Wall Street sta prendendo nota

Altri grandi investitori confermano che la tendenza stia prendendo piede, anche a Wall Street.

“Stamattina ho ricevuto un'altra email da un gestore di hedge fund che sta provando a valutare quale sia la richiesta” per il disinvestimento in carboni fossili, ha dichiarato Jessica Matthews, direttore generale presso la Cambridge Associates, un’azienda che fornisce consigli a università e fondazioni per i loro investimenti.

La Matthews lavora con molti clienti che desiderano disinvestire per via di questioni legate all’ambiente, al sociale o alla governance. Costei avverte i clienti che potrebbero volerci fino a cinque anni per disinvestire del tutto. “Non è come schiacciare il pulsante di un interruttore”, ha affermato la Matthews.

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