La ripresa europea in 5 grafici
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02 maggio 2017

Secondo Mario Draghi la ripresa economica non è “fragile e incostante”, ma “solida e amplia”. Sono queste le parole che usa ora il presidente della Banca centrale europea per descrivere la ripresa che caratterizza l’eurozona, dove una serie di dati, dal settore manifatturiero alla disoccupazione, provano che le cose “stanno migliorando”.

I numeri sul prodotto interno lordo sono attesi per mercoledì e gli economisti prevedono un aumento dello 0,5 percento rispetto ai tre mesi precedenti. La scorsa settimana i rapporti provenienti da Francia e Spagna hanno dato un messaggio contrastato, con una crescita leggermente sotto le aspettative per la prima e superiore alle attese per la secondo. Germania e Italia pubblicheranno i loro risultati a maggio.

La disoccupazione sta scendendo costantemente dai massimi registrati nel 2013, al 12%, e alcuni miglioramenti sono visibili in paesi colpiti duramente dalla crisi come la Spagna. Gli economisti prevedono che il trend continuerà, dopo che il tasso è sceso al 9,4% a marzo, come mostra l’ultima rilevazione. La scorsa settimana Draghi ha detto che “virtualmente tutti” i posti di lavoro persi durante la crisi sono stati compensati da nuove assunzioni negli ultimi 3 anni e mezzo.

Migliori chance di trovare lavoro hanno reso i consumatori più disposti a spendere. La fiducia economica nell’eurozona ha raggiunto in aprile il livello più alto in dieci anni e l’indice di fiducia dei consumatori è vicino a toccare i massimi dal periodo precedente la crisi finanziaria. Ma mentre i consumatori sono sempre più ottimisti in Germania, Francia e Spagna, gli italiani non sentono ancora alcun beneficio dalle prospettive economiche più positive.

La domanda guidata dai consumi è una buona notizia anche per le imprese. Ad aprile imprese il settore manifatturiero e quello dei servizi hanno accelerato al ritmo più veloce in sei anni e le imprese hanno aumentato la loro capacità operativa per andare incontro alla domanda in crescita, secondo quanto risulta dai dati di IHS Markit.

Ma ci sono ancora diversi elementi per non lasciarsi prendere dagli entusiasmi. Prima di venerdì, quando un rapporto ha mostrato che l’inflazione Ue ha toccato i massimi in quasi quattro anni, la Bce aveva detto che la crescita dei prezzi non segue ancora un trend di crescita convincente. E alcuni economisti dicono chiaramente che la recente serie di numeri positivi sopravvaluta la forza reale della ripresa.

La politica francese resta un elemento di rischio, il processo britannico di uscita dall’Unione europea, le politiche protezionistiche negli Stati Uniti e brutte sorprese dai mercati emergenti possono ancora provocare più di un un dolore dal punto di vista economico.

Come ha detto lo stesso Draghi: “I rischi intorno la crescita dell’area euro sono un po’ diminuiti, ma restano orientati al ribasso e legati soprattutto a fattori globali”.

Fonte: Bloomberg

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