Secondo l’Interim Economic Outlook pubblicato martedì dall'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), l’economia mondiale sta crescendo lentamente, ma in un futuro non troppo distante questa fragile ripresa potrebbe essere spazzata via da alcuni possibili shock.
1. La diffusione del protezionismo
L’OCSE non nomina mai direttamente il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ma chiaramente l’organizzazione con sede a Parigi non sposa la politica “America First” o più in generale il vento protezionista proveniente da USA, Gran Bretagna ed Europa.
“Una riduzione dell’apertura attuale dei mercati sarebbe molto costosa”, ha avvertito l’OCSE, la quale sostiene che un aumento delle barriere al libero scambio negli Stati Uniti, in Europa e in Cina potrebbe avere un impatto nefasto sul PIL e sui posti di lavoro in questi paesi.
Rolling back trade openness would hurt GDP and put jobs at risk sayslatest #OECD Interim economic outlook https://t.co/jDocLasNPM pic.twitter.com/prHdvw6BuZ
— OECD Economics (@OECDeconomy) March 7, 2017
Un grafico presente nel rapporto mostra che circa il 10% dei posti di lavoro negli USA dipendono dal commercio globale. In Italia e nel Regno Unito quella cifra supera il 20% e in Germania si avvicina al 30%.
2. Una correzione del mercato azionario
Di recente il mercato azionario statunitense ha raggiunto nuovi massimi storici, nonostante i tassi di interesse debbano crescere a breve e le stime di crescita economica nel lungo termine siano cambiate di poco.
Secondo l’OCSE c’è la possibilità che i mercati affrontino presto un’inversione di tendenza piuttosto decisa, non appena gli investitori ingloberanno nelle loro valutazioni la distanza tra titoli e fondamentali.
“Una forte correzione dei mercato dopo il futuro aumento dei tassi d’interesse potrebbe generare un riprezzamento sostanziale e diffuso degli asset che finora sono stati supportati dai bassi rendimenti obbligazionari”, afferma il rapporto dell’OCSE.
3. Lo scoppio di una bolla immobiliare
In paesi come Canada, Svezia e Regno Unito i prezzi delle case sono cresciuti rapidamente negli ultimi anni e questo è avvenuto anche grazie ai tassi di interesse a minimi storici. Ma allo stesso tempo si stanno diffondendo timori per cui i prezzi delle case in queste regioni godono di valutazioni troppo alte e che il mercato sia prossimo allo scoppio di una bolla immobiliare.
Un raffronto dei prezzi delle case rispetto agli affitti mostra che questi rapporti sono ai massimi record da almeno gli anni ‘80 in Canada, Svezia e Regno Unito, ha detto in una conferenza stampa Catherine Mann, capo economista dell'OCSE.
Secondo Mann questi mercati rischiano di essere colpiti duramente non appena le banche centrali inizieranno ad alzare i tassi più rapidamente nei prossimi anni.
Prospettive globali
Le stime di crescita dell’OCSE si fermano al 3,3% nel 2017 e al 3,6% nel 2018. Entrambe le cifre segnano comunque un miglioramente rispetto al 3% dell’anno scorso. Ma si tratta di livelli bassi in confronto agli standard storici e la crescita viene definita ancora “troppo lenta”.
L’economia mondiale è cresciuta in media del 4% nei 20 anni precedenti la crisi finanziaria del 2007. A questo proposito Mann ha commentato: “[questo dato] è importante a causa delle posizioni e attese fiscali di consumatori e aziende che si basano sull’attesa di questa crescita più robusta intorno al 4%. Anche se si tratta di una ripresa, resta ancora modesta e ben lontana da quello di cui abbiamo bisogno per mantenere le promesse fatte ai nostri cittadini”.