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Gli analisti della banca tedesca prevedono un nuovo super-ciclo economico mondiale caratterizzato da crescita bassa, debito alto e inflazione.

Le azioni europee stanno calando e quelle dei mercati emergenti hanno registrato domenica la loro peggiore seduta dal voto sul Brexit nel Regno Unito. Anche i titoli di stato e i bond stanno andando giù, poiché gli investitori cercano altri posti dove mettere i loro soldi. E il petrolio viene valutato a soli 46 dollari al barile. Ma Deutsche Bank ha in serbo altre cattive notizie.

Gli analisti della banca tedesca dicono che siamo all’inizio di un nuovo super-ciclo economico, guidato dai cambiamenti demografici, che sarà caratterizzato da crescita bassa, debito alto e inflazione più alta. E prendere delle decisioni basandosi su quanto avvenuto nell’ultimo super-ciclo economico è quanto di più sbagliato possano fare ora politici e investitori.

“Probabilmente ci attendono alcuni decenni molto difficili”, hanno scritto Jim Reid, Nick Burns e Sukanto Chanda in un rapporto pubblicato il 9 settembre.

“Stiamo per assistere a un rimodellamento dell’ordine mondiale che ha dettato l’economia, la politica e i prezzi degli asset dagli anni ‘80 a oggi”.

Nel corso degli ultimi 35 anni lo spostamento sempre più libero di persone e lavoro, sommato a un aumento della popolazione in età di lavoro, ha dato origine a un’economia sempre più globalizzata e dalla crescita rapida. Ma nel futuro non solo alcuni dei paesi più grandi registreranno una crescita della popolazione più lenta, ma ci sarà anche un grande calo nella popolazione in età di lavoro.

Entro il 2050, il numero delle persone in Europa tra i 15 e i 64 anni diminuirà del 18% e i tassi di crescita economica per i prossimi 35 anni saranno più bassi di quello dello stesso periodo antecedente la crisi finanziaria del 2008, stando alle previsioni di Deutsche Bank.

Ci sono ben pochi risvolti pochi positivi, dal momento che solo un numero ristretto di lavoratori dovrebbe contare su salari reali più alti. Ad ogni modo, ciò porterà anche a un aumento dell’inflazione. E se i governi e le banche centrali prenderanno misure ancora più drastiche per stimolare la crescita, come per esempio nel caso dell’helicopter money, ovvero un’erogazione diretta di denaro a cittadini e imprese, allora l’inflazione accelererà quasi sicuramente.

Sono notizie particolarmente cattive per gli investitori nei titoli di stato, che dovrebbero aspettarsi dei rendimenti reali negativi nel corso dei prossimi decenni, dice Deutsche Bank. E anche per molti asset manager, che stanno già avendo a che fare con profitti bassi. Si tratta di un problema serio pure per i fondi pensione, che tendono a investire molto in obbligazioni e che stanno già affrontando un deficit di grandi dimensioni.

Inoltre possiamo aspettarci meno scambi commerciali a livello internazionafinle - già stagnanti a dire la verità - e altri sforzi da parte dei governi per controllare il flusso di capitale, hanno scritto gli analisti. Questo si verificherà perché i politici proveranno a reagire alla rabbia crescente delle persone che hanno perso il loro lavoro o il cui reddito ha perso potere d’acquisto dopo la globalizzazione.

Sebbene l’economia mondiale possa aggiustarsi naturalmente a questi cambiamenti demografici, Deutsche Bank non ritiene che ci sia abbastanza tempo perché ciò accada.

A quanto pare lo status quo non è in grado di resistere a lungo. La politica monetaria non può essere utilizzata come strumento predominante a esclusione di altre alternative. La disuguaglianza di certo non può crescere ancora senza delle ripercussioni politiche.

Allo stato attuale la globalizzazione e forse anche la libertà di spostamento tra le nazioni e di migrazione non possono continuare a sussistere senza una risposta adeguata sul piano politico e sociale, conclude il rapporto.

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