Questo è ciò che i ministri dell'energia di Arabia Saudita e Russia hanno discusso in una riunione a Doha.
I prezzi del petrolio sono cresciuti di quasi il 5% dopo che i ministri dell’energia di Arabia Saudita e Russia, due dei maggiori produttori di greggio, hanno sorpreso il mercato, accordandosi per incontrarsi nella capitale del Qatar, Doha, col fine di discutere della loro produzione. Ecco perché l’incontro si è tenuto proprio adesso e perché è importante.
1. Congelare la produzione
Per anni l’OPEC (di cui l’Arabia Saudita è sostanzialmente leader) è stato il fattore centrale nell’andamento dei prezzi sul mercato globale del petrolio. In questi giorni due dei maggiori produttori, Russia e USA, non ne fanno parte, così il cartello ha perso un po’ del suo perso un po’ della sua influenza.
Sia l’OPEC che la Russia hanno mantenuto la loro produzione a un ritmo sostenuto nonostante i prezzi in caduta libera. Adesso i funzionari dell’organizzazione dichiarano che quest’ultima e la Russia potrebbero considerare un “congelamento” della produzione piuttosto che un taglio, ovvero che manterrebbero la produzione al livello attuale.
2. Il petrolio in crisi
Il taglio delle scorte ora appare più urgente, perché il mercato petrolifero ha un nuovo problema: il consumo debole. L’Agenzia Internazionale dell'Energia reputa che la crescita globale di petrolio “ridiminuirà consistentemente nel 2016”, grazie soprattutto all’economia che rallenta in Europa, Cina e USA.
Con il mondo pieno fino all’orlo di petrolio e la sua domanda che si attenua, i prezzi sono calati giù, scendendo del 70% da giugno 2014.
3. Il petrolio iraniano torna sul mercato
La prevista impennata di scorte dall’Iran è l'ultima tessera del mosaico, dopo che le sanzioni internazionali imposte al paese sono state soppresse. Teheran ha detto che è pronta ad aumentare il suo export di petrolio di 500.000 barili al giorno. La prima serie di consegne di greggio iraniano in Europa pare essere il fattore scatenante dietro i colloqui di Doha.
4. Il petrolio pesa sui bilanci
Sia la Russia che i Sauditi sono preoccupati dall’effetto del petrolio a basso costo sui loro bilanci nazionali. Il Presidente russo Vladimir Putin ha detto che secondo le stime di governo per il bilancio del 2016 con i prezzi del petrolio attorno i 50 dollari al barile sono troppo ottimistiche, mentre i ministri hanno lanciato avvertimenti sul bisogno di tagli alla spesa.
Anche la ricca Arabia Saudita deve comunque applicare degli aggiustamenti. Il paese ha registrato un deficit di bilancio recordo lo scorso anno, circa il 15% del suo PIL.
5. Anche i produttori più piccoli soffrono
I produttori OPEC più piccoli come Nigeria e Venezuela, fanno pressione da tempo per ottenere tagli alla produzione o un congelamento in coordinazione con altri grandi produttori come la Russia, nella speranza di far salire i prezzi.