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Giovedì il calcolo della Banca centrale europea del tasso di cambio effettivo della moneta unica nei confronti di un paniere ponderato su base commerciale di altre 38 valute era pari a 119.9056. Ciò significa che il valore dell’euro nel mondo reale è aumentato più rapidamente rispetto al tasso di cambio più comunemente monitorato nei confronti del dollaro.

Ponderato in funzione degli scambi, l’euro era ai massimi livelli dal 2 gennaio 2015, circa tre settimane prima che il presidente della BCE annunciasse ufficialmente il suo programma di quantitative easing. Appena valutata rispetto al dollaro, la moneta unica è ai suoi massimi livelli da più di tre mesi.

Scrive Jonathan Loynes, economista presso Capital Economics Ltd, in una nota di martedì ai clienti:

“Dopo essere riuscita lo scorso anno a far scendere nettamente l’euro, la Bce è recentemente rimasta indietro nella corsa con i responsabili politici globali per indebolire le loro valute in modo da stimolare la crescita ed evitare la deflazione. Mentre la Bce ha sempre insistito nel sostenere che la valuta non sia uno strumento politico, è chiaro che necessiti di indebolire nuovamente l’euro in maniera significativa così da andare incontro al suo obiettivo di inflazione.”

Draghi si sta battendo per ravvivare l’inflazione nella zona, nonostante il crollo del petrolio.

Ma mentre il greggio a buon mercato sia vantaggioso per i consumatori e incentivi l’attività economica, una valuta rafforzata potrebbe esercitare pressioni sugli esportatori e tarpare le ali alla debole ripresa della regione.

Sin da giugno 2014, la Bce ha fatto ricorso a tassi negativi, che possono avere l’effetto di abbassare il tasso di cambio. I responsabili politici dichiarano di non mirare al tasso di cambio. I mercati opereranno un ulteriore taglio e ciò spingerà il tasso a -0,4%.

“Adesso sono costretti ad accennare a tagli maggiori – potenzialmente insieme a un sistema a due livelli per la gestione delle riserve delle banche – in modo da far seguire alle parole i fatti” ha dichiarato Frederik Ducrozet, economista presso Banque Pictet a Ginevra, che monitora le stime su base giornaliera. La Bce ha di recente rivisto i relativi pesi delle 38 valute che monitora per calcolare l’effettivo tasso di cambio, rafforzando l’importanza del renminbi cinese.

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