Mohamed El-Erian, consigliere economico capo di Allianz e presidente del Consiglio per lo Sviluppo Globale di Barack Obama, parla del ruolo della liquidità e del mondo bimodale.
In futuro, sia per ragioni strutturali che operative, vi è motivo di ritenere che la liquidità diventerà piuttosto irregolare quando i mercati incontreranno il prossimo grande vuoto d’aria. Le turbolenze delle ultime settimane hanno fornito un esempio lampante che l’economia globale e i mercati finanziari stiano vivendo due fasi di transizione.
Cosa sta succedendo
La prima ha a che fare con il passaggio da un regime prolungato di repressa volatilità finanziaria a un contesto di maggiore instabilità. Il motivo principale è che le banche centrali sono meno disposte o poco in grado di agire a soppressione della volatilità. Il secondo comprende il continuo allontanarsi a un bilancio anticiclico.
Dovendo affrontare regolamentazioni più severe e il fortemente ridotto appetito del mercato per le variazioni agli utili nel breve termine, i negoziatori per conto proprio e per conto terzi hanno mostrato di essere molto meno disposti a fare l’inventario quando i mercati oscillano.
La liquidità viene sottostimata
Eppure la liquidità tende ancora a essere poco apprezzata dagli investitori finanziari – sia in un senso assoluto sia relativo alle imprese che ancora oggi sono inclini a portare un bel po’ di soldi nei propri bilanci.
Vi sono due motivi principali per cui gli investitori finanziari hanno tendenzialmente dato così poco valore alla liquidità, non apprezzando in questo modo la notevole possibilità di scegliere che questa comporta.
- Il primo è che sono stati ripetutamente condizionati a credere che le banche centrali interverranno per normalizzare i mercati – e che lo faranno di fatto ai primi segni di vero stress.
- Il secondo è che la liquidità sia un “trascinamento negativo”, in quanto questa comporta generalmente il rinunciare a un qualche potenziale di guadagno (e probabilmente a una plusvalenza) rispetto agli altri modi in cui si possono impiegare i soldi – ad esempio, il non guadagnare nulla in contante quando potreste investire in obbligazioni a elevato rendimento, ma soggette a una serie di fattori di rischio
Per quanto tali argomentazioni siano valide, non dovrebbero essere utilizzate per offuscare realtà strutturali sul campo. Inoltre, più a lungo le banche centrali continueranno ad assumere il ruolo dell’ultimo decennio come “unica alternativa possibile” – ovvero seguendo politiche volte a reprimere la volatilità dei mercati e incrementando artificiosamente i prezzi degli attivi – più grande sarà il rischio conseguente alla loro efficienza e autonomia operativa.
Il mondo è cambiato
Ciò non vuol dire che gli investitori finanziari dovrebbero affrettarsi a liquidare le loro posizioni e tenere tutto in contanti. È evidente che la distribuzione di risultati potenziali da questo periodo di transizione sia bimodale, con probabilità relativamente elevate sia di esiti positivi che negativi.
Al contrario, gli investitori dovrebbero adoperarsi per una posizione di liquidità adatta a questo tipo di distribuzione mentre l’economia globale affronta un triplice incrocio, o ciò che gli inglesi chiamano incrocio a T.
La strada che l’economia globale sta attualmente percorrendo giungerà presto alla sua fine e cederà il passo a una delle due differenti e fortemente contrastanti alternative: uno stato del mondo notevolmente migliore o uno notevolmente peggiore.
Non c’è nulla di inevitabile riguardo alla strada da seguire. Ciò che fanno le aziende, i governi e le famiglie può avere un’influenza importante su quelle che al momento sono probabilità finemente equilibrate. Per farla breve, il principale catalizzatore per imboccare la strada positiva dopo la T è una combinazione di politiche e turbocompressori migliori.
Ciò potrebbe accadere se le politiche nazionali di alcuni paesi di rilevanza sistemica vivessero un “momento Sputnik” che unisca i politici dietro una visione comune e un obiettivo nazionale. Ciò consentirebbe la prolungata realizzazione di misure quali riforme strutturali favorevoli alla crescita, una domanda aggregata più equilibrata e la revoca di oneri debitori ostinati, insieme a un maggiore coordinamento globale delle politiche. La sfida consiste nell’assicurarsi che la svolta al termine dell’incrocio a T porti a un’esistenza finanziaria ed economica migliore e non peggiore.
Diversamente, l’economia globale si troverà impantanata in una crescita ancora inferiore, a una maggiore disparità e instabilità dei mercati – e tutto ciò eserciterebbe pressioni sulla coesione politica e sociale aumentando il rischio di tensioni geopolitiche.
Che fare
Per quanto ci sforziamo è difficile predire in maniera precisa sia quando arriveremo al termine della T sia che strada prenderemo dopo. Tuttavia, la situazione attuale non riguarda tanto il destino quanto più le alternative che collettivamente finiamo con lo scegliere, consciamente o inconsciamente. Di conseguenza, una questione fondamentale è il modo in cui potremmo reagire quando l’ambiente a cui eravamo abituati lascerà il posto a uno più incerto e cosa possiamo fare in questo momento per migliorare le nostre probabilità di successo.
Un approccio allettante è quello di aspettare che siano gli altri a migliorare le cose per noi. Sfruttando i ponti che le banche centrali hanno costruito a caro prezzo e autorizzati dal sistema politico, i governi possono e devono far molto per migliorare la distribuzione probabilistica degli esiti futuri, sia per conto proprio, attraverso una migliore cooperazione multilaterale, che tramite un partenariato pubblico-privato.
E tutti noi possiamo svolgere un ruolo di sostegno. Non si tratta soltanto di governi che si mettono d’accordo. Noi possiamo e dobbiamo intervenire, e possiamo iniziare riconoscendo i cambiamenti futuri e come comportarci a riguardo.
Ci si dovrebbe concentrare nello sviluppare delle reazioni alle poco familiari distribuzioni bimodali. Quando tentiamo di anticipare eventi futuri, molti di noi si basano su modelli contenenti una distribuzione normale che comprendono una probabilità dominante di un determinato risultato. Quando entreremo in un mondo bimodale, con le sue alte probabilità sia per risultati positivi che negativi, le nostre reazioni abituali saranno molto meno efficaci, con il rischio di una paralisi totale o un’inerzia attiva.
Riconoscere che il cambiamento è iniziato e comprendere questo semplice passaggio è il primo passo per percorrere al meglio l’orizzonte davanti a noi. È una condizione necessaria, ma non sufficiente. Necessita di essere completata da strumenti adeguati, strutture rinnovate, procedimenti aggiornati, mentalità aperte e modifiche comportamentali.