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Cosa aspettarsi dalla prossima riunione della BCE.

Osservate attentamente e potrete notare che alcune cose quest’anno sono aumentate di valore. 15 membri dello Stoxx Europe 600 sono in rialzo; quattro titoli nell’S&P 500 sono in aumento per più del 5%. Sfortunatamente per la Banca centrale europea, anche l’euro è nella lista dei vincenti dell’anno corrente.

È vero, il movimento è breve: rispetto al dollaro, l’euro è in rialzo dello 0,5%. E intorno a 1,09 dollari, è ancora ben al di sotto dei suoi livelli iniziali per il 2015 e al di sotto dell’intervallo di 1,10 a 1,15 dollari con cui ha trascorso gran parte dello scorso anno. Ma nei confronti di un paniere di valute di riferimento di 19 partner commerciali, quest’anno l’euro è in rialzo dell’1,4%, come mostrano i dati della BCE.

Il presidente della BCE Mario Draghi non vorrà mai vedere l’euro rafforzarsi: sarà un altro vento contrario che riporterà l’inflazione nell’eurozona, che lo scorso anno aveva una media dello 0, “al di sotto, ma vicina al” 2%. Allo stato attuale, le speranze secondo cui gli effetti base derivanti dai prezzi del petrolio porterebbero a una maggiore inflazione apparente nel 2016, sono state colpite dalla rinnovata sconfitta nei mercati delle materie prime. Sebbene la banca centrale non miri alla valuta, un euro più indebolito rappresenterebbe un modo per sostenere la ripresa dell’eurozona e l’aumento dell’inflazione.

Ovviamente, la BCE è soltanto un fattore dell’equazione. La vera divergenza nella politica monetaria ha finalmente innestato la marcia nel mese di dicembre, quando la U.S. Federal Reserve ha aumentato i tassi d’interesse per la prima volta dalla crisi economica mondiale.

Per gli investitori che puntano su un euro più debole, la Fed resta un elemento chiave: se la Fed porta a termine più aumenti dei tassi di quanto i mercati abbiano stabilito, ciò potrebbe spingere il dollaro ad aumentare e l’euro a diminuire. Ma le turbolenze sui mercati pongono una sfida a questa teoria. Il divario tra i rendimenti dei titoli di Stato a due anni di Germania e USA si è ridotto a 0,2 punti percentuali dal suo picco nel mese di dicembre.

A dicembre la BCE ha rimestato i mercati nel momento in cui ha allentato la sua politica, ma ha fallito nel rispondere alle altissime aspettative. Alcuni economisti si aspettano già ulteriori misure da parte della BCE, sebbene verso la fine dell’anno. Ma il resoconto dell’incontro pubblico della BCE di dicembre, pubblicato la scorsa settimana, insinua degli ostacoli sulla via di un ulteriore alleggerimento sensibile; vi è chiaramente un gruppo di responsabili politici che ritiene che un alleggerimento quantitativo nell’eurozona sia problematico.

È improbabile che l’incontro della BCE di questa settimana porti scintille. Ma se l’euro continuerà a salire in termini effettivi, anche la pressione sulla BCE aumenterà.

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