Quando il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, è approdato un po’ tardivamente a Twitter, il primo leader mondiale che ha deciso di seguire – e che continua a essere una delle poche persone che segue – è stata la sua controparte indiana, Narendra Modi. I due uomini si intrattengono periodicamente in corteggiamenti smielati nella Twittersfera.
Sono molte le cose che li legano. Entrambi sono leader nazionalisti di grandi democrazie asiatiche, con un lato oscuro che spesso porta del malcontento: Abe non ha orecchio quando si tratta delle atrocità belliche operate durante il periodo del Giappone imperiale, mentre Modi distoglie lo sguardo dal bigottismo indù di alcuni suoi devoti.
Entrambi vogliono affermare la grandezza dei loro paesi promuovendo riforme che ne stimolino la crescita e un più forte legame militare con l’occidente. Entrambi bramano dei seggi permanenti presso il Consiglio di sicurezza dell’ONU. E sebbene la Cina resti il loro più grande partner commerciale, entrambi vogliono controbilanciarne l’ascesa militare.
Il 12 dicembere, i primi ministri dei due paesi si sono incontrati e hanno siglato diversi accordi.
- Il Giappone provvederà alla construzione del primo treno ad alta velocità in India, tra Mumbai e Ahmedabad. Il progetto inzierà nel 2017 e dovrebbe terminare nel 2024. La massima velocità raggiungibile nella tratta sarà di 320 km/h. Il costo del progetto è stimato sui 14,6 miliardi di dollari.
- I due paesi hanno deciso di cooperare nel campo dell'energia nucleare, dedicandosi anche alla costruzione di centrali nucleari. L'accordo permetterà alle compagnie giapponesi di partecipare alle gare d'appalto per la costruzione delle centrali. Il Giappone si è sempre detto contrario alla proliferazione delle armi nucleari, ma questo accordo mostra come Tokio non sia contrario alla loro presenza in India.
- I rappresentanti dei due paesi hanno siglato un accordo sul commercio di armi e hanno preso impegni per lavorare insieme nel campo della protezione delle informazioni relative alla tecnologia militare.
Abe sostiene che la partnership indo-giapponese sia la “relazione bilaterale più importante” del mondo. Ciò ha l’aria di essere una lusinga. Sia per l’India che per il Giappone, la relazione più importante è ovviamente quella con l’America – non ultima quella con la Cina. Eppure, la storia d’amore indo-giapponese sta certamente per sbocciare. Quest’anno il Giappone ha partecipato all’annuale esercitazione navale Malabar insieme a India e America. Anche l’Australia vorrebbe parteciparvi. Il precedente tentativo per tale esercitazione multilaterale nell’Oceano Indiano era stato abbandonato nel 2008, in seguito a proteste da parte della Cina.
La riapertura di queste esercitazioni rivela un nervosismo regionale nei confronti della Cina, in particolare a proposito della sua costruzione di basi su scogliere contese nel Mar cinese meridionale. Sotto la guida di Modi, l’India ha dichiarato per la prima volta un interesse nella libertà di navigazione presso il Mar cinese meridionale. L’anno scorso il primo ministro si era lamentato del fatto che “Tutto intorno a noi vediamo una mentalità espansionistica del 18° secolo: lo sconfinare in altri stati, il violare le acque altrui, l’invadere gli altri paesi e l’occuparne i territori”. In pochi dubitano del fatto che stesse parlando della Cina (e forse anche della Russia).
Ashley Tellis, un ex diplomatico americano che ora opera presso Carnegie Endowment for International Peace, un think tank a Washington, ha dichiarato:
“L’avvicinamento geopolitico tra India e Giappone è stato a dir poco spettacolare”
Un amore che conosce confini
La riunione indo-giapponese è invulnerabile da dispute territoriali o risentimenti storici. Durante la seconda guerra mondiale, il Giappone è stato fermato prima ch epotesse invadere il subcontinente indiano sotto il dominio inglese. D’altra parte, molti indiani ammirano ancora il Giappone per aver offerto rifugio ai combattenti per l’indipendenza indiana, inparticolare a Subhas Chandra Bose. Più tardi, durante la guerrafredda, il Giappone e l’India si allontanarono. E dopo che l’India fece esplodere una bomba nucleare nel 1998, il Giappone sospese gran parte dei suoi aiuti. Ma adesso tutto ciò è pressoché dimenticato.
Se un tempo il non-allineamentodell’India significava una tendenza verso l’Unione sovietica, il suo “totale-allineamento” di oggi è costruito su una partnership sempre più forte con l’America. Nel 2005, l’America e l’India hanno firmato un accordo per una cooperazione nucleare civile che, in effetti, fece entrare l’India nel club delle potenze nucleari,sebbene non avesse firmato il trattato di non proliferazione nuclearedel 1968. A ciò seguirono dei legami più stretti tra India eGiappone.
Le relazioni economiche tra India e Giappone sono, al contrario, ancora estremamente deboli. Nonostante l’India sia la settima economia più grande del mondo, questa non rappresenta più dell’1% delle importazioni, esportazioni e degliinvestimenti diretti esteri del Giappone. L’India si è lasciata sfuggire decenni del boom asiatico delle fabbriche verso est. Resta fuori dal forum di Cooperazione economica asiatico-pacifica e dal Partenariato Trans-Pacifico, un accordo di libero scambio che America, Giappone e altri dieci paesi hanno appena concluso.
Eppure, l’India vede molta sinergia:il Giappone ha competenze e capitale, mentre l’India possiede un grande mercato non sfruttato e una forte possibilità di potenziamento della produzione. Eppure, le aziende giapponesi restano frustrate dalla burocrazia indiana e dagli ostacoli al commercio. Nonostante i rischi politici, molte aziende giapponesi trovano ancorala Cina più attraente, ha riferito Tsuneo Watanabe dalla TokyoFoundation. Il treno ad alta velocità, ad esempio, potrebbe rivelarsi un fallimento per via delle arcane leggi indiane riguardanti l’acquisizione di terreni.
L’industria nucleare giapponese, sotto pressione in seguito al disastro della centrale di FukushimaDaiichi, avvenuto nel 2011, è favorevole all’accordo. Questo aiuterebbe inoltre le imprese nucleari americane, che collaborano strettamente con partner giapponesi per concludere contratti in India.
Modi ha inoltre l'ambizioso piano di ripulire il lurido Gange, con l’aiuto del Giappone e di altri paesi, ma finora ha fatto ben pochi progressi. Proprio come il fiume sacro, anche l’India si muovelentamente.