9 previsioni per il 2016
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Alcuni dei più autorevoli esperti in materia di finanza ci hanno messo in guardia da recessioni e crisi, mentre altri hanno condiviso i loro consigli per il successo.

Attenzione alla recessione globale

Ruchir Sharma, capo del settore emerging markets equity e global macro di Morgan Stanley Investment Management:

“Ormai solamente un ultimo shock ci separa dalla crisi economica globale, e il prossimo potrebbe avere origine in Cina dove l’elevato debito, gli investimenti eccessivi e il declino demografico stanno agendo in sinergia minacciando la crescita. Al tempo stesso, dall’Europa orientale all’Asia meridionale, i paesi con un debito relativamente basso sembrano essere meglio preparati per fronteggiare il prossimo, inevitabile mutamento della situazione.”

L’Unione Europea sta già affrontando la sua sfida più grande

Rebecca Patterson, chief investment officer di Bessemer Trust che gestisce un patrimonio di oltre 100 miliardi di dollari:

Il rischio maggiore per l’Europa il prossimo anno? “È la crisi dei rifugiati,” sostiene Patterson. “Credo che si tratti già della più grande sfida per l’Unione Europea. I terribili attacchi terroristici di Parigi hanno incrementato il rischio che la crisi dei rifugiati possa dare origine a un cambiamento a livello di governi e/o politiche, o semplicemente spingere i consumatori a cambiare le proprie abitudini di acquisto. Entrambi potrebbero influenzare negativamente le opinioni riguardanti la crescita europea e i profitti delle aziende.” Patterson rimane in allerta per cogliere eventuali cambiamenti ma ritiene che comunque ciò graverà sul mercato azionario e indebolirà l’Euro. “Gli attacchi di Parigi hanno tristemente puntato i riflettori sulla crisi europea dei rifugiati; presumo che ora molti investitori in tutto il mondo stiano pensando a cosa milioni di migranti possano significare per un’economia e per i rispettivi mercati. Tuttavia, continuo a dubitare del fatto che gli investitori globali abbiano ragionato adeguatamente riguardo alle ripercussioni sul mercato che la crisi europea dei rifugiati potrebbe innescare il prossimo anno.”

Gli unicorni avranno il loro momento (o forse no)

Alan Patricof, cofondatore di Greycroft Partners:

“Mi preoccupa l’esuberanza nel finanziamento delle startup. Ce ne sono troppe in questo momento, e non c’è denaro a sufficienza per sostenerle. Credo che, inevitabilmente, vedremo sempre più di questi unicorni,” – startup da oltre 1 miliardo di dollari – “sottoponeteli alla prova del mercato pubblico, e finalmente sapremo se sono in grado di camminare sulle loro gambe. A proposito, non credo vi siano soldi a sufficienza per sostenere tutte queste startup. Dovremo scoprire quali unicorni ce la possono fare.”

Il pieno di energia

Barbara Byrne, vicepresidente degli investimenti bancari di Barclays Capital:

“Inizieremo a osservare una ripresa dei prezzi delle risorse naturali, principalmente per importanti ragioni politiche. Stiamo cominciando a osservare un declino dei fondi sovrani, ad esempio quelli di Norvegia e Arabia Saudita. A questo proposito ritengo che assisteremo a un’inversione di rotta; tali paesi non saranno in grado di permettersi delle fluttuazioni nelle proprie riserve. Probabilmente andremo verso una stabilizzazione del prezzo del petrolio, che direi potrebbe aggirarsi intorno ai 60 dollari al barile. E credo che anche le realtà energetiche, che per rispondere all’attuale domanda stanno investendo sulla sostenibilità, probabilmente faranno bene il prossimo anno.”

Studiare l’America Latina

Tulio Vera, capo stratega degli investimenti globali di J.P. Morgan Latin American Private Bank:

“Un raggio di sole splende dall’Argentina,” dice Vera. “Questo è importante non solo per il paese, ma anche per l’intera regione.” Pur ammettendo che il panorama degli investimenti in Brasile rimane incerto, Vera fa notare che il Messico continua a beneficiare della ripresa economica USA, soprattutto per quanto riguarda il comparto automobilistico. “Da adesso e sino alla fine del prossimo anno vi saranno punti di ingresso molto interessanti negli asset dell’America Latina,” dichiara. “Ci stiamo avvicinando a un momento di rientro per alcuni di questi mercati.”

Il cancro come bersaglio dell’investimento di impatto

Mark Haefele, direttore capo degli investimenti globali di UBS Wealth Management:

“La popolazione mondiale sta invecchiando, e la domanda di trattamenti contro il cancro è destinata solo ad aumentare,” sostiene Haefele. “Tuttavia la disponibilità di capitali per sostenere le fasi più rischiose di sviluppo rimane limitata.” Le aziende del settore medico tenderanno a concentrarsi sugli ultimi stadi di ricerca fornendo così l’opportunità, a chi investe nelle fasi preliminari, di ottenere un ritorno economico interessante nel lungo periodo – e, naturalmente, di apportare benefici alla società. “Questo tipo di pratica” – conosciuta come investimento di impatto – “diverrà probabilmente più diffusa poiché gli investitori cercheranno di allineare il portafoglio con i propri valori sociali ricavandone, al tempo stesso, un guadagno,” dichiara Haefele.

La Cina starà bene

Yang Zhao, direttore economico di Nomura Holdings, che il 6 ottobre ha tagliato le previsioni di crescita del PIL cinese dal 6.7% al 5.8%:

“La Cina è destinata a un atterraggio duro? Non credo. Il mercato del lavoro rimane ampiamente in equilibrio; anche con una crescita del PIL pari al 5.8% l’economia creerà nuovi impieghi, specialmente nel settore dei servizi ad alta intensità di lavoro. Ed è improbabile che l’industria finanziaria cinese sia destinata a una crisi, poiché la maggior parte delle istituzioni del paese conta sull’appoggio del governo. Se un’istituzione finanziaria di rilievo dovesse avere un qualsiasi problema, riteniamo che il governo si farà avanti per aiutarla.”

Pensare come nativi digitali

Katie Koch, direttore generale di Goldman Sachs Asset Management, che gestisce quasi 100 miliardi di dollari in azioni globali:

“L’ascesa dei nativi digitali avrà conseguenze sugli investimenti nel lungo periodo,” dichiara Koch. “La loro propensione alla spesa sta diventando sempre più consistente e ambiziosa rispetto a quella dei baby boomer che, andando in pensione, stanno invece diminuendo le proprie spese.” Per il 2016 Koch si dimostra particolarmente ottimista nei confronti di Netflix, Nike, H&M e PChome Online, azienda taiwanese di e-commerce, poiché queste aziende danno priorità all’informazione istantanea, al consumo rapido e allo stile di vita sano – tutte tematiche che incontrano il favore dei due miliardi di persone nate in tutto il mondo dal 1980 al 2000.

Più ‘costi quel che costi’ dalla BCE

Erik Nielsen, capo economista di UniCredit:

“Bisogna attendersi ulteriori divergenze tra Federal Reserve americana e Banca Centrale Europea, con la prima che il prossimo anno innalzerà i tassi di interesse un paio di volte, e la seconda che espanderà il proprio stato patrimoniale più di quanto annunciato attualmente.”

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