5 cose sull’economia giapponese
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Rischi e future speranze per l’economia del Giappone.

Ecco cinque aspetti di cui essere al corrente riguardo alla sofferente economia giapponese, scivolata in recessione tecnica nel terzo trimestre con un calo annualizzato del PIL pari allo 0.8%.

1. Fattore export

Per continuare a crescere il Giappone, la terza economia più grande del mondo, dipende fortemente dalla salute di altre economie, come ad esempio gli Stati Uniti e la Cina, dal momento che larga parte dell’economia nazionale è trainata dalle esportazioni.

Una delle preoccupazioni è rappresentata dal fatto che la Cina stia gradualmente rallentando. Gli investitori guardano inoltre con timore al momento in cui la Federal Reserve americana potrebbe decidere di innalzare il proprio tasso di interesse ufficiale.

I prolungati sforzi da parte del governo giapponese per spingere sulla crescita della domanda interna hanno avuto effetti limitati poiché l’età media della popolazione si sta innalzando.

Le autorità governative hanno cercato di incoraggiare le famiglie ad avere più bambini attraverso la promozione di politiche di sostegno alla maternità sia a livello aziendale che delle comunità locali. Si è cercato nello specifico di rendere più semplice l’avere figli e il crescerli, ad esempio attraverso permessi lavorativi e asili nido.

2. Yen svalutato

Una considerevole spinta alle esportazioni è rappresentata dal basso costo dello yen, che ha innalzato il valore dei profitti legati al commercio estero.

La valuta favorevole ha contribuito a un significativo incremento dei risultati finanziari di grandi esportatori come Toyota Motor Corp., che ha conseguito un extra di 160 miliardi di yen (pari a 1.3 miliardi di dollari) sui profitti nel periodo luglio-settembre. Ultimamente il dollaro è stato scambiato intorno ai 122 yen, mentre l’anno scorso si aggirava tra 101 e 102 yen.

Nonostante la situazione sotto certi aspetti affligga l’economia rendendo le importazioni più dispendiose, tra cui anche quelle del prezioso petrolio, complessivamente la svalutazione della moneta nazionale ha dato al Giappone S.p.A. un insperato beneficio.

Le inquetudini di Parigi

Gli attacchi terroristici a Parigi della scorsa settimana potrebbero nuocere ad alcuni settori economici giapponesi. Le azioni legate al turismo, in particolare quelle di compagnie aeree e agenzie di viaggio, sono inizialmente crollate anche se successivamente si sono riprese.

Se il timore di viaggiare dovesse persistere il turismo verso il Giappone, una delle aree economiche interessate dal maggiore boom, potrebbe risentirne. Il governo ha dimostrato la sua determinazione nella promozione di un’immagine “cool” del Giappone, ad esempio attraverso i cartoni manga, il sushi e altri cibi esotici, o i prodotti tradizionali dell’artigianato.

I flussi turistici hanno raggiunto cifre da record lo scorso anno, con 13,4 milioni di visitatori, e quest’anno tale soglia è già stata superata grazie ai 15 milioni di arrivi registrati alla fine di settembre.

Abenomics

Il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe sta promuovendo il suo cosiddetto programma “Abenomics”, basato sull’arresto della deflazione e sull’allentamento delle leggi obsolete che avevano scoraggiato l’ingresso di nuovi business provenienti dall’estero.

Quanto a spesa pubblica, ci si attende che il governo annunci a breve il suo piano economico.

Nonostante i detrattori sostengano che l’Abenomics non sia stato di alcun aiuto per i poveri, al premier Abe deve essere riconosciuto il merito di avere intrapreso misure innovative, come ad esempio l’allentamento della pressione fiscale sulle aziende allo scopo di dare ossigeno all’economia e farla uscire da decenni di stagnazione.

Fare Shopping

Un segnale positivo che arriva dai dati di questa settimana sul PIL nipponico, che indica il valore totale dei prodotti e dei servizi della nazione, è che la spesa da parte dei consumatori rimane relativamente sostenuta.

Angus Nicholson, analista di mercato presso l’IG di Melbourne, in Australia, l’ha definito come un “punto luminoso” nel report. Masayuki Ichikawa, economista della Bank of America Merrill Lynch di Tokyo, ha dichiarato che la fotografia contraddittoria del paese deriva principalmente dalla variazione delle scorte.

Non classifica la recessione tecnica del Giappone come una reale recessione, e si aspetta che l’economia torni a crescere nel trimestre ottobre-dicembre.

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