Terrorismo, il prezzo da pagare
Asmaa Waguih/Reuters
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In seguito al massacro a Parigi di venerdì, un nuovo rapporto afferma che il mondo stia pagando il prezzo più alto per il terrorismo dall’attacco del 2001 alle Torri gemelle di New York.

Nel 2014, gli atti di terrorismo sono costati al mondo 52,9 miliardi di dollari – grossomodo il calibro dell’intero prodotto interno lordo annuale della Bulgaria – rispetto ai 51,51 miliardi di dollari a seguito all’11 settembre, secondo l’ultimo Global Terrorism Index annuale redatto dall’Institute for Economics and Peace, che ha raccolto dati a partire dal 1997.

Per stimare un prezzo per il terrorismo, l’IEP calcola il valore dei danni alle proprietà, derivanti ad esempio da un attacco suicida presso un edificio, il costo dei morti e dei feriti, inclusi i costi delle cure mediche e i mancati guadagni. Non tiene in considerazione l’aumentato numero di guardie di sicurezza, i premi assicurativi più alti o la congestione delle città in seguito a un assalto.

Nonostante i rilevamenti non includano l’impatto della carneficina di venerdì nella capitale francese – che verrà quantificato nello studio del prossimo anno, le conseguenze economiche del peggior attacco terroristico in Europa degli ultimi dieci anni, a così breve distanza dalla sparatoria nella sede di Charlie Hebdo avvenuta a gennaio, si ripercuoteranno quasi subito sull’Unione Europea.

“Come conseguenza, ci sarà un impatto da questo trimestre sul PIL francese, perché oltre a considerare la chiusura della città per circa 48 ore, bisogna tenere anche in conto gli effetti attuali derivanti da tutto ciò”, ha dichiarato Steve Killelea, presidente esecutivo dell’istituto, in collegamento telefonico da Londra. “Se si rafforzerà l’apparato di sicurezza, soprattutto in Europa, questo inficerà sulla libera circolazione delle persone, che come conseguenza causerà un impatto sull’attuale produttività”.

Lo Stato Islamico – che quest’anno ha rivendicato la responsabilità degli attacchi a Parigi e Beirut, insieme all’abbattimento dell’aereo russo in Egitto – ha adesso superato i talebani in Afghanistan come gruppo terroristico più letale, uccidendo più di 20.000 persone nello scorso anno. Il presidente francese Francois Hollande ha definito l’IS “la più grande fabbrica di terroristi che il mondo abbia mai conosciuto”.

Tra i paesi non a maggioranza musulmana, la Russia ha il maggior numero di cittadini che sono andati in Siria e Iraq per combattere, seguita dalla Francia.

Negli ultimi vent’anni, assalti di alto rilievo nelle capitali europee da Londra a Madrid sono stati il lavoro di gruppi estremistici organizzati. Eppure, secondo il rapporto, circa il 70% delle morti causate dal terrorismo nei paesi occidentali tra il 2006 e il 2014 sono state il prodotto di lupi solitari indipendenti motivati da sentimenti anti-governativi o dall’opposizione contro l’immigrazione, i diritti gay o l’aborto.

Il terrorismo porta con sé il più grande tributo in termini umani ed economici nei mercati emergenti, in cui i gruppi possono sfruttare zone non regolamentate dalla legge abbandonate da governi deboli o assenti. Come aree geografiche, il Medio oriente e il Nord africa sono stati i più colpiti, contando 13.426 morti totali provocate dal terrorismo nel 2014.

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