La flessione della Cina e di altri mercati emergenti sta danneggiando le prospettive dell’economia globale.
La flessione dei mercati emergenti, in particolare di quello cinese, sta danneggiando le prospettive di crescita mondiale, ha dichiarato mercoledì il direttore del Fondo Monetario Internazionale, preparandosi ad abbassare ancora una volta le aspettative relative all’economia globale.
A luglio il FMI ha ridotto le prospettive di crescita mondiale dell’anno in corso dello 0,2%, dichiarandola al 3,3%, il tasso più basso dall’inizio della crisi finanziaria. Tuttavia l’organismo prevede anche una ripresa del 3,8% dell’economia mondiale nel 2016, con il risollevamento delle economie più ricche.
Una frenata più brusca delle aspettative si sta però verificando in Cina, creando reazioni a catena a livello globale, alimentando il calo dei prezzi ed esacerbando la crisi degli altri paesi in via di sviluppo. Il direttore del FMI ha recentemente affermato che il Fondo abbasserà le sue previsioni di crescita mondiale martedì prossimo, quando rilascerà il nuovo outlook.
Il direttore operativo del FMI Christine Lagarde a un evento del Council of the Americas ha dichiarato:
“La crescita globale sarà probabilmente più debole quest’anno, mentre ci si aspetta un modesto incremento nel 2016. Con ogni probabilità le economie emergenti vedranno per il quinto anno consecutivo un calo del tasso di crescita”.
La Banca Centrale Brasiliana, per esempio, prevede ora una recessione più profonda, mentre il paese è colpito da fattori come il calo dei prezzi, il rialzo dei tassi di interesse, il trambusto politico e la fuga di capitali, provocata dall’abbandono dei mercati latinoamericani da parte degli investitori.
Le sempre più cupe previsioni del FMI daranno il via al convegno annuale dei ministri della finanza e delle banche centrali, che avrà luogo nella capitale del Perù, Lima, la prossima settimana.
Mentre la ripresa statunitense guadagna slancio e aumentano le zone verdi di crescita nell’Eurozona e in Giappone, la domanda delle economie sviluppate non è abbastanza forte da far ben sperare i mercati emergenti.
E sebbene tali paesi abbiano aumentato le loro riserve monetarie di emergenza e stiano consentendo alle loro valute di assorbire la crisi economica, Lagarde ha espresso preoccupazione per l’attuazione di questa pratica all’indomani della crisi finanziaria.
Per tali ragioni, il FMI sta facendo pressioni alla Federal Reserve, affinché questa si astenga fino al prossimo anno dal rialzare i tassi di interesse per la quinta volta in quasi un decennio, una mossa che avrebbe effetti in tutto il mondo, aumentando il costo dei debiti, con il rischio di destabilizzare le economie dei mercati emergenti. La Fed ha comunque espresso l’intenzione di alzare i tassi entro la fine dell’anno.
Secondo Lagarde:
“La prospettiva di aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti e in Cina sta alimentando l’incertezza e l’alta volatilità dei mercati”.
Il direttore operativo dell’FMI non ha chiesto nuovamente alla Fed di attendere, ma ha dichiarato che le banche centrali degli Stati Uniti e di altri paesi sviluppati necessitano di “un aggiornamento cruciale delle loro politiche”, al fine di chiarire le implicazioni globali delle loro azioni.
Secondo Lagarde, le economie avanzate “dovrebbero incorporare i rischi di ripercussione nei loro processi decisionali e dovrebbero inoltre assicurarsi che le loro comunicazioni siano molto chiare”.
Fonte: The Wall Street Journal