Cosa è successo al Delta Summit di Malta
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08 ottobre 2018

La prima edizione del Delta Summit ha avuto luogo a Malta dal 3 al 5 ottobre. L’evento, incentrato sul settore della blockchain, è stato appoggiato ufficialmente dal governo locale e ha attirato un pubblico di oltre 4000 partecipanti.

Politici, imprenditori, influencer e società hanno condiviso il palco, trattando temi che andavano dalla regolamentazione dei mercati fino alle innovazioni tecnologiche.

Blockchain Island

Abdalla Kablan, esperto di Fintech, docente presso l’Università di Malta e direttore esecutivo del Delta Summit, ha detto che lo scopo dell’evento è “celebrare Malta in qualità di centro regolamentato per le ICO e le valute virtuali”, mentre il primo ministro maltese Joseph Muscat lo ha descritto “il convegno più importante del suo genere mai tenutosi al mondo”.

“In ogni angolo del mondo, la blockchain è ora associata a un’altra parola. Questa parola è Malta”, ha affermato Muscat durante il suo discorso d’apertura, una settimana dopo aver dichiarato che le criptovalute sono “l’inevitabile futuro del denaro”.

Silvio Schembri, sottosegretario per i Servizi Finanziari, l’Economia digitale e l’Innovazione ha approfondito questi punti in una sorta di riepilogo: “Avevamo avviato una serie di dibattiti con stakeholder, imprese, parti interessate, autorità, legislatori per farci un’idea chiara di cosa mancasse a questo settore. Ed era emerso che il settore necessitava assolutamente di un’opportuna regolamentazione. Una regolamentazione che offrisse integrità, tutela del consumatore e del mercato e stabilità finanziaria, ma che allo stesso tempo non ponesse ostacoli all’innovazione. […] E tutto ciò è stato realizzato in brevissimo tempo”.

Schembri ha inoltre aggiunto che i successi di Malta serviranno da modello per altri paesi, annunciando nel frattempo il lancio ufficiale della Malta Digital Innovation Authority (MDIA), che gestirà l’organizzazione delle tecnologie innovative, come la blockchain e le criptovalute.

Sia Muscat che Schembri hanno tenuto a sottolineare che le ambizioni di Malta non saranno confinate al settore della blockchain, ma abbracceranno “l’intelligenza artificiale, l’internet delle cose, l’informatica quantistica, i Big Data e lo spazio”.

Opportunità

L’intersezione tra politica e nuove tecnologie è stata messa in evidenza anche da altri relatori.

Roberto Viola, Direttore Generale di DG Connect presso la Commissione Europea, ha ricordato a tutti che anche le istituzioni dell’Unione Europea fanno parte di questa conversazione. “La blockchain potrebbe non essere la panacea che risolverà tutti i nostri problemi. Ma si tratta comunque di un’opportunità che non possiamo ignorare. Un’opportunità per le aziende dell’UE di adottare nuovi modelli commerciali affidabili e per i servizi pubblici di fornire prestazioni più innovative ai nostri cittadini”, ha dichiarato Viola durante il suo videomessaggio introduttivo.

L’investitore Tim Draper, famoso per aver coniato il termine “marketing virale ” e per la sua posizione rialzista riguardo alle criptovalute, ha parlato della legislazione di Malta e ha dipinto uno scenario in cui “i governi possono essere virtualizzati” grazie alla blockchain e agli smart contract: “Se iniziassero a pensare al governo da un punto di vista virtuale, potrebbero avere un miliardo di maltesi virtuali e ciò potrebbe cambiare tutto, potrebbero competere con gli estoni e i singaporiani per noi, per le persone della Terra. Adesso possiamo scegliere il governo adatto a noi”.

Questo pensiero è stato echeggiato da Nigel Green, CEO e fondatore di deVere Group, una società internazionale di consulenza finanziaria. “Le persone di tutto il mondo sono sempre di più in cerca di alternative alla valuta fiat, ai servizi finanziari tradizionali, ai governi e alle agenzie centralizzate e questo settore soddisfa questa richiesta”, ha detto Green. Per poi aggiungere: “Il settore delle criptovalute e della blockchain deve ora richiamare più attivamente i cripto-demagoghi, impegnarsi di più per dimostrare che i cinici si sbagliano e fare pressione per ottenere delle regolamentazioni”, attaccando inoltre le politiche economiche di Donald Trump e lo scetticismo di Warren Buffett nei confronti del bitcoin.

Il potere e l’importanza dell’adozione globale delle criptovalute come mezzo di “libertà economica” sono invece stati messi in evidenza da Roger Ver, uno dei primi investitori nell’ecosistema di Bitcoin e grande sostenitore di Bitcoin Cash.

Larry Sanger, co-fondatore di Wikipedia, ha parlato di conoscenza e istruzione, presentando il suo nuovo progetto Everipedia, un’enciclopedia creata su EOS. La sua missione è quella di “andare oltre Wikipedia, proprio come quasi vent’anni fa andammo oltre Britannica”, secondo quanto affermato da Sanger.

Crypto exchange e security token

A partecipare al Delta Summit sono stati anche i rappresentanti dei principali exchange di criptovalute e la conferenza ha ospitato vari interventi di grandi nomi come Binance, ZB e OKEx (tutti e tre hanno trovato una nuova base operativa a Malta).

Uno dei relatori più attesi, Changpeng Zhao, CEO di Binance, sostiene che a far spiccare il governo maltese tra tutti gli altri è stato il fatto che “capisce la tecnologia” e che, ai tempi del suo primo viaggio a Malta, “aveva già redatto una bozza di regolamentazione”, che i collaboratori di Schembri hanno poi inviato a Binance per avere un’opinione in merito.

Questo approccio ha gettato le fondamenta per una partnership con la Borsa maltese, che ha dato origine ad un paio di progetti ancora in fase di sviluppo: un mercato azionario centralizzato per i security token e una piattaforma decentralizzata di trading di security token. Quest’ultimo tipo di sistema, secondo CZ, rappresenterebbe “realmente il futuro” delle transazioni finanziarie e vede la partecipazione della startup della blockchain tedesca Neufund.

Il 41enne cino-canadese ha anche parlato del coinvolgimento di Binance in Founders Bank in qualità di investitore di minoranza. La Founders Bank è stata descritta come “una banca estremamente a favore delle criptovalute e basata sulla blockchain”, “mirata specificamente ai fondatori di nuove startup”.

Sono stati inoltre forniti aggiornamenti in merito allo stato delle prime operazioni crypto-to-fiat (euro) realizzate da Binance a Malta. “Abbiamo già eseguito alcune transazioni beta”, ha dichiarato Zhao.

Tuttavia, come anticipato, Binance non è stata la sola figura di alto profilo ad occupare scena.

Altri ospiti hanno richiesto norme migliori nell’ambito dei crypto exchange (dove le vulnerabilità agli attacchi informatici, la mancanza di garanzie per gli utenti e le accuse di wash trading non sono così rare).

Calvin Cheng, co-fondatore e CEO di ABCC, si è concentrato sulla “differenza tra gli exchange che resisteranno e quelli che verranno eliminati”: a farla saranno “la fiducia e la credibilità”.

Per potere ottenere questo tipo di status nel settore, le società non possono permettersi di evitare un dibattito continuo con le autorità di regolamentazione sugli “aspetti controversi”, “soprattutto a livello europeo”, secondo David Pulis, cofondatore e CEO di ZBX, sussidiaria europea che verrà presto lanciata dal gigante cinese ZB.COM, uno dei maggiori exchange in termini di volumi. “Ciò scoperchia un vaso di Pandora di problemi. Ma è per questo che si tratta di un momento entusiasmante. Stiamo per scoprire come realizzare tutte queste cose”, ha detto Pulis.

Il collega Daniel Skowronski, CEO di DX Exchange, una piattaforma di crypto trading a commissioni zero, basata sulla tecnologia Nasdaq e con licenza estone, ha identificato la diffusa mancanza di “custodia, norme e garanzie per i fondi” come i tre pezzi mancanti dal puzzle, che oggi impediscono agli investitori finanziari di entrare nel mercato delle criptovalute.

Skowronski ha inoltre annunciato un ampliamento nella linea di prodotti di DX: “Abbiamo intenzione di lanciare il nostro exchange di security token. Si chiamerà DXS. Riceveremo una licenza MTF, ovvero una licenza MiFID regolamentata dall’UE. Contiamo di inaugurarlo nel primo trimestre del prossimo anno”.

In effetti i security token sono stati uno dei leitmotiv del Delta Summit. Molti esperti hanno suggerito che questi asset potrebbero rappresentare il passo successivo nel processo di evoluzione e maturazione del mercato delle criptovalute e dei servizi finanziari.

Uno degli attori principali nella cosiddetta “tokenizzazione dell’economia” è sicuramente Neufund, un progetto con sede a Berlino, la cui piattaforma blockchain consente alle società di emettere token che rappresentano una parte del loro capitale e di lanciare poi Equity Token Offerings (ETO), una sorta di ibrido tra round di Venture Capital, IPO e ICO.

Al momento Neufund sta lavorando con Binance e MSX (il ramo tecnologico della Borsa di Malta) alla creazione di una piattaforma decentralizzata specializzata nel trading di security token.

“Secondo alcuni, la capitalizzazione di mercato dei security token potrebbe raggiungere tra i mille e i 10 mila miliardi di dollari entro il 2020”, ha commentato la CEO di Neufund Zoe Adamovicz, che si è poi rivolta al pubblico dicendo: “Wall Street vuole la blockchain e ne ha bisogno. Ma la blockchain ha bisogno di Wall Street? E se tutti i titoli fossero tokenizzati?”.

Rapporti con le banche

Durante il Delta Summit, anche la tensione emergente tra le istituzioni finanziarie tradizionali e il settore della blockchain è stata ampiamente discussa.

Secondo Edward Scicluna, Ministro delle Finanze maltese, l’impatto dirompente della tecnologia della blockchain e delle criptovalute finirà con l’eliminazione degli intermediari finanziari, come riportato in un’intervista per Cointelegraph.

Gregory Klumlov, CEO di Stasis, la società dietro la stablecoin EURS, ha condiviso le sue opinioni in merito alle principali sfide che le startup della blockchain stanno affrontando in merito al loro accesso ai servizi bancari: “Le banche sono delle concorrenti per le caratteristiche e la funzionalità che offrono le DLT. È naturale quindi che cerchino di resistere. Inoltre, in un contesto di tassi d’interesse negativi, possiedono un modello di business molto limitato. È per questo motivo che addebitano delle commissioni iniziali nel momento in cui si cerca di creare un conto aziendale e che fanno pagare letteralmente decine di migliaia di euro solo per iniziare a lavorare con te”.

Lo stesso rapporto problematico tra il settore bancario e il mondo delle criptovalute e della blockchain è stato menzionato da Roderick Psaila, ex CEO di AgriBank, che però lo ha affrontato dal punto di vista dei clienti retail. Psaila ha predetto che “il prossimo anno apriranno a Malta due o tre nuove banche”, che abbracceranno completamente “la tecnologia della blockchain e le criptovalute” e che finiranno con l’assumere una posizione dominante in questo segmento di mercato.

Alla fine, Dimitris Litsikanis di Revolut, una startup di digital banking che supporta 6 criptovalute e 25 valute fiat, ha mostrato un assaggio di ciò che potrebbe accadere: Litsikanis ha infatti rivelato che Revoult, attiva in oltre 140 paesi, ha avuto il maggiore livello di penetrazione di mercato proprio a Malta, dove si sono iscritti circa 35.000 nuovi utenti (circa il 10% della popolazione) a meno di un mese dal lancio dei servizi sull’isola.

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