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23 luglio 2018

Il manifesto di Satoshi Nakamoto spiegato con parole semplici.

Sono passati circa dieci anni da quando Satoshi Nakamoto ha scritto il rivoluzionario white paper di Bitcoin (BITCOIN: Bitcoin), che spiegava per la prima volta come funzionavano le criptovalute. Questo white paper, che è ancora disponibile online, ha raggiunto lo status di documento storico che ha cambiato il mondo. Il problema è che sembra il manuale d’installazione di un televisore scritto da un robot asociale. Combina i due peggiori linguaggi tecnici del pianeta, quello finanziario e quello tecnologico, e li usa per spiegare qualcosa che ancora oggi appare esoterico, proprio come dieci anni fa.

Ed ecco il paradosso: questa è la guida perfetta per chiunque sia entrato da poco a far parte del mercato delle criptovalute, ma non riuscirete a comprendere di che parla a meno che non abbiate già familiarità con quest’ultime. Quindi abbiamo pensato di spiegarlo con parole che chiunque sia in grado a comprendere.

Il contesto alla base del white paper di Bitcoin

Pubblicato il 31 ottobre 2008, il white paper di Bitcoin è sotto molti aspetti un prodotto della crisi finanziaria del 2008. Milioni di persone erano appena diventate vittime delle grandi banche e il resto stava sviluppando un sano scetticismo in merito ai reali interessi delle istituzioni finanziarie.

Come spiegato chiaramente nell’introduzione del documento, Nakamoto offriva a queste persone un’alternativa ai tradizionali servizi bancari.

Sebbene il white paper di Bitcoin non attacchi le grandi banche direttamente, fa dei frequenti riferimenti in merito all’elusione delle istituzioni finanziarie nelle transazioni e alle carenze delle interferenze esterne. Il tema del documento è che le transazioni (e tutto il commercio in generale) funzionerebbero in maniera più rapida e scorrevole, oltre che economica.

Il principale ostacolo di una valuta decentralizzata era la prevenzione delle frodi. Dopotutto si tratta del servizio principale che viene fornito dagli organismi di regolamentazione per quel che riguarda le valute. Sebbene lo stato della tecnologia negli anni 2000 avesse inizialmente introdotto la possibilità di una valuta decentralizzata, aveva creato anche dei problemi in merito a come regolamentare le valute nello spazio digitale. Ed è esattamente per questo motivo che il white paper di Bitcoin è così rivoluzionario: per la prima volta, qualcuno aveva scoperto come fare.

Per la cronaca, il documento non aveva trovato un riscontro a Wall Street e ancora oggi le grandi banche continuano a mostrare il loro dissenso nei confronti delle criptovalute.

Qual è l’idea?

In breve, il white paper di Bitcoin spiega la tecnologia che sta dietro all’installazione di una rete che impedirebbe le frodi nel settore delle valute digitali e di conseguenza le legittimerebbe. Tale tecnologia, tuttavia, è un po’ complicata da comprendere, quindi faremo del nostro meglio per spiegarla in maniera semplice.

Tanto per cominciare, invece di fare affidamento su una terza parte per regolamentare le valute, le criptovalute possono utilizzare le reti peer-to-peer (P2P) per regolamentarsi da sole. Ciò priva un potere centrale dell’autorità e la mette nelle mani del pubblico, rimuovendo l’intermediario in ambito commerciale, per così dire.Le criptovalute lo fanno creando ledger pubblici di tutte le transazioni di una valuta. Mantenendo pubbliche queste registrazioni, ci si assicura che i trader non possano utilizzare la stessa valuta due volte (fenomeno noto come double spending o doppia spesa). A loro volta, queste transazioni determinano il valore della valuta; al contrario di un governo che influenza il valore di una valuta coniando più o meno denaro (valuta fiat).

Vediamo come si fa

Adesso viene la parte tecnica. Ogni transazione viene collegata a ciò che viene definito un blocco. Ogni blocco contiene informazioni uniche e specifiche sulla transazione, compresa una marca temporale, le firme digitali dei partecipanti (ma non le loro identità) e i portafogli di criptovalute coinvolti.

Questi blocchi mettono in sicurezza tali dati utilizzando – fate un bel respiro – una funzione hash crittografica asimmetrica. Non è terribile come sembra, una volta analizzata:

  • Crittografia è solo una parola sofisticata per dire codice ed è da dove proviene il termine criptovaluta.
  • La crittografia asimmetrica è quando un codice viene suddiviso in due chiavi: una pubblica e una privata. La chiave pubblica è la parte che viene registrata nel blocco di transazione, mentre quella privata è nota soltanto al trader. Quando si crea un portafoglio di criptovalute si ottengono entrambe, ma non si deve mai rivelare la propria chiave privata a nessuno.
  • Suddividere il codice in chiavi pubbliche e private è ciò che consente alle criptovalute di creare un ledger pubblico senza condividere i dettagli personali del conto del trader con il mondo.
  • Una funzione hash crittografica è un tipo di codice che trasforma i dati in una serie di lettere e numeri, come ad esempio 98b0f4b363af4aceb81bc42fd81117e1.

È importante notare che, una volta creati, questi blocchi non possono essere annullati. Si tratta infatti di una misura di sicurezza per proteggersi dagli hacker e mantenere l’integrità del valore della valuta.

Cos’è una blockchain?

Quel ledger pubblico di cui abbiamo parlato è una blockchain. Ciò che avviene è che un server di marcatura temporale raccoglie ed elabora ogni blocco di transazione creato, poi lo organizza in ordine cronologico all’interno di una catena. Questa catena di blocchi è una blockchain. Il fatto che le blockchain siano disponibili al pubblico è di estrema rilevanza ed è ciò che consente alle criptovalute di esistere. Per prima cosa, evita il double spending creando una registrazione concreta e immutabile di quando e dove è avvenuto il tutto. Inoltre, offre protezione contro le violazioni: ogni blocco che viene aggiunto alla blockchain la rende molto più difficile da hackerare.

Chi o cosa sono i miner?

Forse vi starete chiedendo: chi sono le persone che creano questi blocchi? Queste persone si chiamano miner, ma in realtà sono i loro computer a fare tutto il lavoro.

Come potrete immaginare, creare e criptare tutti questi dati richiede molta potenza di calcolo, quindi i miner sono le persone che destinano i loro hardware al compito. Il white paper di Bitcoin propone che la prima transazione in un blocco debba essere una “nuova moneta” creata solo per il miner come pagamento, ma con il loro lavoro continuo questi miner ricevono commissioni in base ad ogni transazione che registrano (come avviene attualmente).

È interessante notare che il white paper di Bitcoin in realtà non fa utilizzo della parola miner, ma dà origine al termine nella frase:

L'aggiunta costante di una data quantità di nuove monete è analoga al processo dei minatori d'oro, che spendono risorse per incrementare la quantità di oro in circolazione.

Come minare bitcoin

Specifiche di Bitcoin

Il white paper di Bitcoin di Satoshi Nakamoto è lungo solo nove pagine, ma può diventare molto tecnico. Quello che abbiamo delineato in precedenza è il fulcro del funzionamento della tecnologia, ma il documento entra nei dettagli relativamente ad alcuni argomenti secondari, come:

  • In che modo stabilire un sistema proof-of-work per dissuadere gli hacker
  • Una guida divisa in sei fasi su come funziona la rete
  • In che modo i miner possono risparmiare spazio sul disco utilizzando un Merkle Tree
  • Attuare protezioni automatiche contro attacchi preventivi
  • In che modo combinare e suddividere valori per ciascuna transazione
  • Una sezione riguardante come mantenere la privacy dei trader
  • Una serie di calcoli per dimostrare che per gli hacker diventi “computazionalmente impraticabile” modificare le transazioni

As essere sinceri queste sezioni non sono necessarie per eseguire negoziazioni e scambi basilari. È rassicurante sapere che, se si sceglie di approfondire l’argomento, tali informazioni sono a disposizione; tuttavia, ciò di cui abbiamo parlato in questo articolo sarà sufficiente per la maggior parte delle persone.

E queste erano le basi del white paper di Bitcoin, in tempo per festeggiare il suo decimo anniversario.

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