Tutto quello che bisogna sapere sulle elezioni in Gran Bretagna
Reuters
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Oggi si tengono elezioni anticipate in Gran Bretagna. Vediamo quali sono i pronostici dei sondaggi e, soprattutto, cosa propongono Conservatori e Laburisti a questo giro.

Il 18 aprile il primo ministro britannico, Theresa May, ha indetto elezioni anticipate da tenersi in data 8 giugno. All’epoca i sondaggi dicevano che i Conservatori potevano contare su un distacco di 17 punti nei confronti dei Laburisti. Oggi quel vantaggio sembra essersi più che dimezzato a 7 punti. Nessuna elezione recente ha registrato un così grande spostamento di intenzioni di voto nei sondaggi e in un così breve periodo di tempo.

I Labour hanno visto il favore nei loro confronti crescere dal 26% del 19 aprile al 37% delle ultime rilevazioni. I Conservatori da parte loro sono rimasti agli stessi livelli di allora (43% due mesi fa, 44% oggi).

I sondaggi suggeriscono che il supporto a entrambi i partiti deriva dal calo di consensi che ha colpito Ukip (da 11% a 4%), Liberal Democratici (da 10% a 8%) e Verdi (da 4% e 2%). Entrambi i maggiori partiti parrebbero aver beneficiato di questi movimenti da parte dell’opinione pubblica, ma le cifre dei Tories fanno pensare che alcuni elettori abbiamo dato origine a un effetto domino: alcuni elettori Ukip si sarebbero riposizionati sui Tory, mentre altri elettori del partito conservatore al governo si sarebbero spostati a loro volta sul partito laburista.

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Quel che è certo è che i britannici sono chiamati a indicare chi deciderà il destino del Regno Unito per i prossimi cinque e soprattutto chi si occuperà dei negoziati riguardanti la Brexit con l’Unione europea. Diamo quindi uno sguardo alle proposte di Conservatori e Laburisti su alcuni temi cruciali come Brexit, immigrazione, sicurezza, tasse e imprese.

Brexit

Questo è il tema chiave delle elezioni. La Gran Bretagna come gestirà il processo di Brexit innescato dopo la vittoria del Leave durante il referendum dell’anno scorso?

Conservatori

Il partito della May rispetterà il verdetto emerso dalle urne e porterà a termine la Brexit, promette di lasciare tanto il mercato unico quanto l’unione doganale e al contempo di stabilire una relazione futura “profonda e speciale” con l’Ue tramite accordi di libero scambio e ad hoc.

Non si teme una Hard Brexit: secondo i Conservatori non riuscire a trovare un’intesa con l’Ue è sempre “meglio che [stringere] un cattivo accordo”.

Laburisti

Il partito del segretario e candidato premier Jeremy Corbyn “accetta” il risultato del referendum, ma condurrà i negoziati in maniera opposta alla May. Sarà data priorità ai benefici del mercato unico e dell’unione doganale. Per i Labour lasciare l’Ue senza un accordo è “la peggiore opzione possibile”.

Le tappe della Brexit
Le tappe della Brexit

Immigrazione

Secondo la May l’immigrazione è alla radice del risultato del referendum sulla Brexit tenutosi l’anno scorso. I Conservatori puntano a degli obiettivi rigidi, mentre la posizione dei Labour è più flessibile e non fa riferimento a delle cifre o a dei tetti massimi in entrata.

Conservatori

Il partito promette di “ridurre e controllare” il flusso di migranti, portandolo intorno alle “decine di migliaia”.

Saranno raddoppiato a 2.000 sterline l’anno le spese per le società che assumono un immigrati pagandoli e verranno implementate delle politiche specifiche per i settori industriali dove c’è carenza di manodopera.

Laburisti

I Laburisti riconoscono che le persone di nazionalità Ue non potranno godere della stessa libertà di movimento dopo la Brexit, ma aggiungono che gli immigrati non diverranno un “capro espiatorio”.

Il partito promette di mettere fine alle assunzioni di personale reclutato solo all’estero e introdurrà un fondo per aiutare le aree dove l’immigrazione mette pressione sui servizi.

Inoltre nel programma Labour si parla di “azioni drastiche” contro i datori di lavoro che fanno salary dumping ai danni dei lavoratori migranti e che modificheranno il sistema di immigrazione sulla base delle esigenze dell’economia del paese.

Sicurezza

Conservatori

Dopo gli attacchi terroristici di Londra e Manchester i Conservatori hanno promesso di inasprire le misure di sicurezza che riguardano i potenziali terroristi e gli estremisti. Theresa May ha detto che potrebbero essere riviste anche le leggi riguardanti i diritti umani, se queste saranno d’intralcio alla lotta al terrorismo.

Laburisti

Il partito di Jeremy Corbyn sostiene che condurrà una completa revisione dei programmi di prevenzione del terrorismo e che terrà la spesa dedicata alla Difesa al 2% del Pil.

Tasse e welfare

Qui le posizioni sono particolarmente distanti: i Conservatori dicono che terranno le tasse “più basse possibile”, mentre i Laburisti hanno delineato un aumento delle tasse pari a 48,6 miliardi di sterline per tenere fede alle promesse riguardanti welfare, istruzione e sanità.

Conservatori

La quota di reddito non imponibile passerà da 11.500 a 12.500 sterline e l’aliquota massima sarà innalzata a 50.000 sterline. Al contempo il partito promette di ridurre la corporation tax al 17% entro il 2020 dal 19% attuale, semplificare il sistema fiscale per le aziende e, dopo la Brexit, attirare imprese tramite una bassa tassazione e una burocrazia efficiente.

Inoltre il partito promette di costruire un milione di case tra il 2015 e il 2020, e di costruirne altre 500.000 entro la fine del 2022.

Si sono innescate diverse polemiche alla proposta di un taglio ai benefici assistenziali agli anziani, la cosiddetta “Dementia Tax” come l’hanno soprannominata i media, e di un altro taglio al piano di pasti gratis nelle scuole. Secondo alcuni osservatori la rimonta nei sondaggi da parte dei Labour viene anche da qui.

Laburisti

Il partito laburista, il cui manifesto recita “ai tanti, non ai pochi”, aumenterà l’aliquota imponibile dal 40% al 45% per chi guadagna più di 80.000 sterline e al 50% per chi guadagna oltre 123.000 sterline.

Inoltre i Labour promettono una “Robin Hood tax” sulle transazioni finanziarie e una tassa del 15% sulle case comprate tramite trust offshore. Nel 2018 la corporation tax passerà al 21% dal 19% attuale, salirà al 24 l’anno dopo e raggiungerà il 26% nel 2020.

I Laburisti promettono di immettere 37 miliardi di sterline nel Servizio Sanitario Nazionale nei prossimi 5 anni. 10 di questi miliardi saranno dedicati agli edifici e ai sistemi informatici.

Inoltre il partito punta alla nazionalizzazione completa o parziale di diversi settori, tra cui ferrovie, Royal Mail, società elettriche e idriche.

Imprese e Governance

Le imprese sanno già che chiunque vincerà le elezioni, dovranno fare i conti con tutta una serie di regolamenti e divieti: esattamente l’opposto di quanto promesso ai tempi del referendum sulla Brexit.

Conservatori

Le retribuzioni dei direttori delle società saranno soggette a una votazione annuale da parte degli azionisti. Le società quotate dovranno pubblicare dei rapporti che mostrano la disparità tra la paga del capo azienda e quella dei dipendenti normali.

A questo si aggiunge una riforma delle leggi che riguardano fusioni e acquisizioni: tutte le promesse e le intese realizzate nel corso di un’acquisizione saranno applicabili da un punto di vista legale e il governo potrà fermare un’acquisizione in modo da poter portare avanti un esame approfondito.

Laburisti

Il partito laburista intende scoraggiare retibuzioni troppo alte per manager e capi azienda tramite una tassa del 2,5% per le imprese che pagano i propri dipendenti più di 330.000 sterline l’anno.

Verranno vietati i cosiddetti contratti zero-hours, saranno introdotti quattro nuovi giorni festivi e il salario minimo verrà innalzato a 10 sterline l’ora entro il 2020.

Per quanto riguarda le acquisizioni di società, queste dovranno presentare un piano chiaro nel quale dichiarano come intenderanno proteggere i lavoratori e le loro pensioni. Le aziende nel settore pubblico e quelle che partecipano ad appalti pubblici dovranno rispettare un rapporto di 20 a 1 per quanto riguarda la differenza tra la paga dei leader della società e la paga dei lavoratori normali.

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