Cosa hanno in comune Cook, Bezos e Zuckerberg? Tutti loro guidano grandi aziende tecnologiche. Ma con la vittoria di Donald Trump sembra esserci qualcosa di più.
Jeff Bezos
L’amministratore delegato d Amazon (NASDAQ: Amazon.com [AMZN]) e proprietario del Washington Post si è già scontrato con Donald Trump. Ma Trump potrebbe a sua volta rispondere tramite provvedimenti anti-trust: il presidente ha già detto in passato che Amazon “sta controllando moltissimo di quello che fa”. E il fatto che il Washington Post ha spesso scritto contro Trump probabilmente non aiuta a far entrare Bezos nelle simpatie del tycoon.
Tim Cook
Trump ha criticato ripetutamente Apple (NASDAQ: Apple [AAPL]) per la sua scelta di realizzare i prodotti all’estero e vuole che l’azienda cominci a “costruire i loro dannati computer” in America. Cook deve inoltre prendere in considerazione la possibilietà di aumento delle tasse a seguito di una guerra commerciale con la Cina. E poi l’anno scorso Trump ha anche attaccato Apple per non aver voluto rispettare una la richiesta dell’FBI che voleva sbloccare l’iPhone di uno dei responsabili della sparatoria di San Bernardino.
Jack Dorsey
Twitter (NYSE: Twitter [TWTR]) , che già fatica a contenere la fuga dei suoi dipendenti e il crollo del titolo in Borsa, ha avuto un ruolo decisivo nel concedere a Trump un megafono per diffondere le sue opinioni, che sia un attacco a un leader sindacale o un tweet a favore della corsa agli armamenti nucleari da parte degli USA.
Dorsey è stato escluso dal vertice con i leader del settore tecnologico che si è tenuto alla Trump Tower a dicembre. Pare che questa sia la ricompensa per non aver permesso al team di Trump di usare una versione emoji dell’hashtag #CrookedHillary. Sad!
Mark Zuckerberg
Il golden boy della Silicon Valley preferito da Trump, Peter Thiel, è tra i primi investitori di Facebook (NASDAQ: Facebook [FB]) e fa parte nel board della società; entrambe cose che promettono bene circa i rapporti con il presidente degli Stati Uniti.
Ma Trump potrebbe modificare le leggi sull’immigrazione in una maniera che minaccia l’abilità di Facebook di assumere lavoratori altamente qualificati. All’inizio dell’anno Zuckerberg e altri membri della comunità tech hanno firmato un documento a favore dei decreti di Obama e lo hanno spedito alla Corte Suprema, sostenendo che una maggiore immigrazione avvantaggia il settore tecnologico quanto gli Stati Uniti nel complesso. Trump pare non essere d’accordo.
Marc Lore
Le società di e-commerce come Jet.com potrebbero diventare le vittime di una guerra commerciale con la Cina.
“Non possiamo permettere alla Cina di stuprare il nostro paese, e questo è quello che stanno facendo” ha detto Trump ai suoi sostenitori a inizio 2016. La soluzione proposta da Trump potrebbe rendere i prodotti stranieri, ovvero la maggior parte di quelli venduti nel settore del commercio digitale, molto più costosi.