Juncker vuole il reddito minimo per tutti i cittadini dell'Unione
Zuma/TASS
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La Commissione Ue vuole presentare un proposta ufficiale su redditi e salari minimi prima dell’anniversario dell’istituzione della Comunità europea.

La Commissione europea vuole che sia introdotto un salario minimo per i lavoratori occupati e un reddito minimo per i cittadini disoccupati in tutti gli Stati membri dell’Unione, questa la proposta fatta lunedì 23 gennaio dal presidente dell’organo legislativo dell’Ue Jean-Claude Juncker, durante una conferenza stampa sui diritti sociali tenutasi a Bruxelles.

L’obiettivo dichiarato della misura sarebbe combattere ineguaglianza e povertà.

La Commissione, che ha poteri limitati nel settore delle politiche sociali, sta preparando una revisione delle funzioni e degli obiettivi dell’Unione europea e vuole sfruttare l’occasione per riguadagnare terreno sul tema delle ingiustizie economiche e delle tensioni sociali nei confronti del partiti populisti ed euroscettici che proliferano nelle 28 nazioni del blocco, come il Movimento 5 Stelle in Italia.

“Ci vuole un salario minimo in ogni paese dell’Unione europea. Serve il principio del salario minimo, e lo stesso dicasi dei redditi di inserimento minimi”.

Juncker, ex primo ministro del Lussemburgo, ha detto che ogni Stato dovrebbe essere libero di stabilire il suo salario minimo, ma ha aggiunto che c’è “un livello di dignità da rispettare”.

Questa non è la prima Jucker ha richiesto l’introduzione di un salario minimo. Nel 2014, appena prima di assumere la carica attuale, aveva promesso ai deputati di centro-sinistra nel Parlamento europeo che avrebbe lavorato all’introduzione di un salario minimo in ogni Stato membro dell’Unione durante il suo mandato.

La situazione attuale

Delle 28 nazioni che fanno parte dell’UE solo sei non presentano il salario minimo nella loro legislazione: Cipro, Austria, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia. Un accordo è stata raggiunto in Germania, tra i Cristiano Democratici di Angela Merkel e il Partito Socialista (SPD).

La Francia si rallegrerà di questi ultimi sviluppi. Parigi è stata in prima linea nella campagna per l’introduzione di un salario minimo europeo, nelle sforzo di combattere il dumping sociale. Un report del Tesoro francese, dal titolo “Metodi per l’introduzione di norme Europee per un salario minimo”, ha avanzato diverse proposte in merito al raggiungimento di questo obiettivo.

I costi e gli standard di vita variano molto tra i paesi dell’Ue, dove in particolare alcune nazioni del Sud soffrono alti livelli di disoccupazione. Juncker ha chiesto alle imprese di adottare il salario minimo per combattere il dumping sociale e salariale, ovvero il risultato di processi come impiego di lavoratori a basso costo, a volte migranti, oppure lo spostamente delle fabbriche in paesi con costi più competitivi.

La Commissione presenterà le sue proposte di riforma nelle prossime settimane, prima di un vertice a Roma il 25 marzo nel quale si festeggerà il 60esimo anniversario del trattato di Roma, responsabile dell’istituzione della Comunità europea.

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