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Di cosa parleranno i leader del pianeta al World Economic Forum di quest’anno?

Il Forum economico mondiale che si tiene questa settimana a Davos sarà molto diverso da quello degli anni scorsi. I grandi della politica, del business, dell’economia, della tecnologia e della finanza si riuniranno nuovamente in Svizzera, ma non sono più i padroni dell’universo come lo erano un tempo.

Gli eventi degli ultimi 10 mesi - in particolare il voto su Brexit e l’elezione di Trump negli Stati Uniti - sono andati contro tutto quello che Davos rappresenta, in quanto luogo di dibattito preferito dell’elite globale.

Nonostante questo Davos presenta ancora un cast con cui pochi altri eventi possono rivaleggiare, in cui spicca la prima, storica, visita da parte di un presidente cinese, Xi Jinping.

Ecco nove cose a cui fare attenzione.

L’assenza di Trump

L’ombra di Trump, pur assente, aleggerà sull’evento. L'inaugurazione del nuovo presidente si terrà venerdì, l’ultimo giorno del forum. Pochi dei suoi alleati saranno presenti a Davos, con un’eccezione di spicco: martedì Anthony Scaramucci, nuovo Direttore delle Pubbliche Relazione e degli Affari Intergovernativi della Casa Bianca, parlerà del futuro degli Stati Uniti. Riuscirà a rassicurare il pubblico del WEF?

Il fantasma della globalizzazione

Nel frattempo temi cari alla platea di Davos come globalizzazione e armonia internazionale sono divenuti meno popolari. La visione del mondo del WEF è sotto attacco come mai prima d’ora.

Come reagiranno i partecipanti (sia nel settore pubblico che in quello privato) al mutamento dell’agenda internazionale?

La Cina apre i lavori

Arnd Wiegmann/Reuters

La presenza di Xi Jinping, primo presidente cinese della storia a visitare Davos, sarà al centro dell’attenzione. Con il focus degli Stati Uniti su Washington e l’agenda di Trump, Pechino potrebbe approfittarne per ritagliarsi un ruolo più preminente nello scenario internazionale.

Difficilmente Xi annuncerà nuove politiche, ma nel suo discorso dovrebbe presentare la Cina come una potenza globale impegnata nella difesa dei progressi realizzati negli ultimi anni, dal clima all’avvicinamento al libero mercato.

Un’economia globale al galoppo

I mercati finanziari hanno accolto positivamente l’elezione di Trump, ma gli economisti presenti a Davos potrebbero essere più scettici. Un grosso punto di domanda è rappresentato dal possibile aumento della domanda creato dalla spesa sull’infrastruttura e dai tagli alle tasse e se tutto questo riuscirà bilanciare i danni economici provocati dal protezionismo.

La conclusione più probabile da parte del panel sarà che qualsiasi tipo di stimolo economico avrà vita breve e che il populismo non è una piattaforma adatta per una prosperità globale sostenibile.

Brexit

Theresa May ha tenuto un discorso importante alla Lancaster House di Londra in merito al piano del governo sulla Brexit e dopo volerà a Davos per vendere le sue idee al pubblico del Forum di Davos e prepararsi ai negoziati con l’Europa.

Tra i punti toccati l’annuncio del mercato unico e la mancanza di “flessibilità” da parte dell’Ue:

“Non vogliamo più essere membri del mercato unico europeo ma cercheremo un accordo ambizioso di libero scambio con l'Ue”.

E ancora:

“In questo momento stiamo abbandonando l'Europa e pianifichiamo un vertice biennale del Commonwealth. Costruiremo una Gran Bretagna veramente mondiale”.

Europa instabile

AP Photo/Markus Schreiber

Angela Merkel non prenderà parte all’evento come suo solito, ma resterà in Germania dove quest’anno dovrà affrontare nuove elezioni. Mark Rutte, primo ministro olandese, parteciperà ma anche lui dovrà affrontare una difficile battaglia elettorale. I leader europei riusciranno a presentare una visione coerente per il futuro del continente?

Tutti sono responsabili

Nonostante la ricchezza dei partecipanti, gli argomenti più presenti in agenda sono il problema dell’ineguaglianza e la rabbia degli ultimi. Ma l’elite di Davos ha davvero qualcosa da offrire al cittadino medio? Si dibatterà anche di questo.

La tecnologia ci ucciderà?

Lo scorso anno Davos celebrò la cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”. Quest’anno la tecnologia sarà di casa come sempre, ma gran parte della discussione riguarderà le minacce che pone piuttosto che le opportunità che presenta.

Un tema è che sembra esserci un consenso crescente riguardo il bisogno di maggiore regolamentazione, che sia per preservare i posti di lavoro e difendere i salari o per rallentare i ritmi del mondo e creare società a misura d’uomo.

Dove sono i party?

Al di fuori del forum principale, società e delegati si servono di Davos per fare rete e creare contatti. La richiesta di una leadership più responsabile ha messo a freno alcuni dei party di quest’anno, tra cui il famoso Google party.

L’ostentazione della ricchezza sarà criticata e condannato come nel 2009, a seguito della crisi finanziaria. Ma champagne e caviale ci saranno lo stesso, non preoccupatevi.

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