Le più grandi rapine del 2016
Pagina principale Analisi, 2016

È stato un anno di rapine, ladri che l’hanno passata liscia, infiltrazioni, intrusioni, piani criminali e fughe rocambolesche. Nel 2016 l’economia dei furti si è dimostrata in buona salute e più viva che mai.

Il bandito del secchio dorato

Un uomo, nessuno piano e un secchio pieno di 40 kg d’oro. Le autorità dicono che Juan Nivelo è un ladro professionista che ha realizzato il colpo della vita. L’ecuadoregno era al posto giusto nel momento giusto quando ha avvistato un tir non controllato, parcheggiato in una strada di New York.

Nel vedere un secchio all’interno del veicolo pieno di frammenti d’oro del valore di 1,6 milioni di dollari, Nivelo lo ha semplicemente afferrato per poi andarsene via, lentamente. La guardia di servizio non si è accorta di nulla.

La polizia adesso sospetta che Nivelo sia partito alla volta della California del sud insieme al malloppo. È ancora a piede libero.

L’affare Kim Kardashian

Vivere la tua vita sui social media può attrarre il tipo sbagliato di attenzioni, specialmente se metti in bella mostra le tue ricchezze. Kim Kardashian, star dei reality che conduce una vita pubblica piuttosto redditizia, è stata la vittima di uno spaventoso crimine a Parigi nel mese di ottobre, quando due uomini, pare travestiti da poliziotti, si sono introdotti nel suo appartamento di lusso, l'hanno legata e le hanno rubato gioielli del valore di 9 milioni di dollari prima di fuggire.

Nel prendere di mira la Kardashian proprio durante la Settimana della Moda parigina, i ladri hanno obbligato il portiere dell’hotel a rivelare dove si trovasse la stanza della donna puntandogli una pistola.

Sebbene per la città di Parigi i furti elaborati di gioielli non siano una novità, la celebrità della vittima ha fatto preoccupare i funzionari della città riguardo agli effetti di un simile furto sul turismo di lusso. I ladri sono ancora a piede libero.

La macchina da soldi giapponese

Questo è un classico delle rapine moderne: convincere gli ATM a sputare fuori il denaro mentre i tuoi complici lo raccolgono. Quest’anno la scena si è ripetuta in Giappone, dove i ladri hanno utilizzato delle carte di credito fasulle per rubare oltre 13 milioni di dollari dalla Standard Bank of South Africa in sole tre ore.

Una squadra composta mille criminali ha prelevato denaro da banche in tutto il paese prima che le stesse potessero rendersene conto e dare l’allarme per fermarli.

Subito dopo la rapina due uomini sono stati arrestati, ma le autorità giapponesi non hanno rivelato dettagli ulteriori; tra i sospetti figura un’organizzazione criminale cinese, che si sarebbe approfittata della cybersicurezza lassista vigente in Giappone.

Colpo grosso nel Queens

Aprire un tunnel all’interno di una cassaforte di una banca è un classico. Come è stato messo in scena nel 2016? Un gruppo di ladri a New York ha trovato un’opportunità di realizzarlo aprendo un varco attraverso il tetto della Maspeth Federal Savings Bank in un weekend di maggio, per trafugare le cassette di sicurezza dei clienti e i contanti.

Una persona che abita nei pressi della banca ha chiamato la polizia e ha riportato l’apparizione sospetta di una scala nera nel suo cortile e di una cassetta sul tetto della banca.

Secondo il New York Times, la polizia ha scelto di non investigare. La rapina è stata scoperta due giorni dopo alla riapertura della banca e la cassetta vista dall’uomo era una delle tante lasciate sul tetto dai criminali. I ladri sono collegati ad altre nove rapine sui tetti ai danni di banche e sono ancora in libertà.

La bandiera nordcoreana rubata

Durante i festeggiamenti per la nascita del fondatore del regime nordcoreano, Kim Il Sung, qualcuno ha rubato una bandiera davanti al Municipio della città di Chongjin, e come nota RFA, “Nella Corea del Nord si tratta sia di rapina che di un atto di tradimento”.

Anche se rubare una bandiera potrebbe sembrare poca cosa, i rischi che ne derivano sono esponenziali sotto la dittatura del nipote di Il Sung, Kim Jong Un.

Basta guardare alla vicenda di Otto Warmbier, uno studente americano in viaggio nella Corea del Nord, condannato a 15 anni di lavori forzati dopo aver confessato in un processo di aver provato a rubare un manifesto di propaganda politica dall'hotel Yanggakdo di Pyongyang. I tentativi della diplomazia di liberare Warmbier non sono andati da nessuna parte e non si sa ancora chi abbia preso la bandiera dal Municipio di Chongjin.

L'aquila d'oro

Questa storia inizia con l’imprenditore e sedicente cacciatore di tesori Ron Shore, che ha creato una statua di un’aquila d’oro per raccogliere fondi per le organizzazioni per la lotta contro il cancro, dopo la morte della sorella causata dallo stesso male.

L’aquila, del valore compreso tra i 6 e gli 8 milioni di dollari, era intarsiata con diversi gioielli, tra cui “Stella di Atocha”, che faceva parte del tesoro del galeone spagnolo “Atocha”, affondato nel 1622.

Poco prima di venderla a un’organizzazione benefica, Shore è stato derubato in strada dell'acquila dorata da due uomini, che sono fuggiti con il prezioso volatile.

In seguito diversi ex collaboratori hanno messo in questione l’onestà di Shore e le sue procedure di sicurezza poco attente.

Da allora Shore ha offerto una ricompensa da 10.000 dollari per chi sarà in grado di riportare l’aquila e ha ribadito che questo non è un piano per guadagnare i soldi dell’assicurazione.

A oggi l’aquila dorata è fuori dal nido.

La truffa dal Bangladesh

La maggior parte degli hacker punta conti bancari di singole persone o di aziende, ma i protagonisti di questo colpo se la sono presa con il conto in banca di una nazione intera.

Nel mese di febbraio alcuni criminali sono entrati in possesso delle credenziali digitali della Banca Centrale del Bangladesh e hanno usato il sistema globale di trasferimenti interbancari SWIFT per trasferire quasi 1 miliardo di dollari di riserve tenute nella Federal Reserve Bank di New York in diversi conti di banche asiatiche.

Un errore di battitura ha messo in allerta i dipendenti della Fed di New York e alcuni funzionari bengalesi sono riusciti a cancellare la maggior parte dei trasferimenti, ma per allora i ladri erano riusciti a mettersi in tasca 81 milioni di dollari.

Gli investigatori stanno ancora tentando di scovare i colpevoli: probabilmente di hacker hanno ricevuto una mano dall’interno della Banca del Bangladesh.

Le anguille da un milione di dollari

Con la sua vasta popolazione di immigrati, New York ospita un’impressionante varietà di cucine, di cui alcune sono legali e altre no.

Per questo motivo a volte capita che i trafficanti si occupino di specie animali invadenti o in pericolo d'estinzione. In questo caso, un carico da 1 milione di dollari anguille surgelate da barbecue è arrivato legalmente in un magazzino del New Jersey, ma tre cuochi si sono serviti di documenti falsificati per mettere le loro mani sulle anguille del legittimo proprietario.

Quest’ultimo, con la collaborazione della polizia, è riuscito infine a scovare parecchi uomini che scaricavano un grande volume di anguille a prezzi scontati. Dopo aver trovato il deposito con la refurtiva, la polizia ha arrestato i colpevoli e riconsegnato il maltolto.

Gli hacker russi

La rapina più importante dell’anno non ha avuto a che fare con la perdita di soldi, gioielli o lingotti, ma con un’elezione. Degli hacker conosciuti come “Fancy Bear” e “Cozy Bear” al servizio dell’intelligence russa hanno rubato i messaggi e-mail dei funzionari del Partito Democratico USA, tra cui il responsabile della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, tramite un semplice e-mail di phishing con cui le vittime stesse hanno consegnato le loro password.

Le e-mail, rese pubbliche da WikiLeaks, sono risultate essere una dannosa distrazione per la campagna della Clinton e secondo alcuni potrebbero aver influenzato il risultato finale delle elezioni.

I funzionari dell’intelligence USA e gli stessi legislatori hanno richiesto indagini ulteriori per chiarire il ruolo dell’hacking russo nelle elezioni, ma non è chiaro se l’amministrazione di Donald Trump proseguirà su questa strada.

Alcuni esperti di sicurezza temono che l’hackeraggio non si sia limitato a un solo partito e che del materiale dannoso per Trump e il Partito Repubblicano potrebbe ancora essere utilizzato a vantaggio della Russia.

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