Le vostre decisioni finanziarie sono davvero così logiche come credete?
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L’ultima ricerca proveniente dalla University of Stirling nel Regno Unito ha rivelato che un sorprendente numero di persone ha problemi nella valutazione di accordi finanziari, in quanto (senza saperlo) fraintende i dati sui rischi finanziari, che sono espressi in percentuali. Ciò porta le persone ad assumere dei rischi maggiori e a perdere più di quanto si aspettino.

La ricerca originale, che è uscita nel numero di settembre di Judgment and Decision Making Journal, ha analizzato un gruppo di circa 3.500 persone a cui sono stati assegnati 5 problemi finanziari da risolvere. Un problema in particolare ha visto il maggior numero di errori, con soltanto un terzo dei partecipanti che è riuscito a fornire la risposta esatta. Molti partecipanti pensavano che nel momento in cui perdevano il 50% di un totale di denaro che possedevano, dovessero aver bisogno dello stesso 50% per ripristinare l’importo totale. Ma questo non è corretto, sostiene il ricercatore Philip Newall, che ha scritto:

“Solo gli investitori che comprendono l’asimmetria tra rendimenti percentuali positivi e negativi possono elaborare queste informazioni in maniera razionale. Molti investitori invece pensano che dei rendimenti del +50% e del -50% si neutralizzino”.

Sfortunatamente, molte persone trovano questo concetto confusionario, ma dato che può avere un impatto notevole sulle vostre finanze, è assolutamente da non ignorare. Quindi, se perdete il 50% di 100 sterline, avrete bisogno del 100% dell’importo attuale, che è di 50 sterline, per far sì che tornino ad essere 100 sterline e non del 50%, che ammonterebbe soltanto a 25 sterline.

La logica non è il fattore principale

In linea con queste scoperte, Bloomberg ha discusso di un’altra ricerca, che ha analizzato il comportamento finanziario delle persone e ha rivelato che non prendiamo decisioni finanziarie in maniera così logica come pensiamo. Infatti, i ricercatori hanno scoperto che, quando piazzano una puntata di trading, le persone non usano la parte di cervello responsabile della logica e del ragionamento, ma quella che è più simile a ciò che definiamo “istinto”.

Le supposizioni in base all’istinto hanno un impatto ben più ampio nel processo decisionale di un trader di quanto ipotizzato in precedenza.I ricercatori del California Institute of Technology hanno utilizzato delle scansioni per analizzare l’attività cerebrale delle persone mentre valutavano dei titoli. Tramite queste scansioni, i ricercatori hanno potuto identificare esattamente quali parti del cervello venivano attivate durante la negoziazione.

Curiosamente, l’attività che hanno notato non proveniva dalla parte del cervello che si attiva quando risolviamo un problema matematico utilizzando la logica. Al contrario, si trattava della zona del cervello che i ricercatori chiamano “teoria mentale”. Si attiva quando diamo un senso al mondo e cerchiamo di comprendere o “interpretare” gli altri, prevedendo involontariamente le loro azioni future o reazioni emotive. È leggermente simile all'intuizione. In un altro esperimento, i ricercatori hanno ottenuto risultati simili e sono giunti alla conclusione che i partecipanti che si erano rivelati migliori degli altri nel prevedere le quotazioni azionarie avevano anche ottenuto risultati migliori negli esperimenti che analizzavano le abilità della “teoria mentale”.

E sì, gli esperti sostengono che queste abilità possano essere allenate. Sono parte delle competenze emotive umane e sono situate nella corteccia paracingolata del cervello.

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