La Cina conquista il mondo (e i fan del comunismo) con il turismo rosso
Damir Sagolj/Reuters
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Il comunismo si sta manifestando in un altro aspetto della cultura cinese moderna: il turismo internazionale.

Nell’ultimo decennio, ci sono stati più di quattro miliardi di viaggi domestici in luoghi della storia cinese importanti per il partito comunista – anche noti come “Turismo rosso”.

Ma questi viaggi non sono più limitati alla Cina. Lo scorso anno, sono stati introdotti dei tour che ripercorrevano il cammino di Lenin, in seguito a un accordo siglato dal governo russo e da quello cinese. Delle ricerche condotte dal mio istituto, il COTRI, per conto della Engels House di Wuppertal, in Germania, hanno inoltre rilevato che, già nel 2011, i tour operator cinesi avevano organizzato tour a tema “rosso” non solo in Russia, ma anche in Germania, nel Regno Unito e nella ex Jugoslavia, facendo visitare luoghi collegati a figure come Marx, Engels, Lenin e Tito.

L’ascesa del “Turismo rosso”

La Cina conquista il mondo (e i fan del comunismo) con il turismo rosso
Yuri Smityuk/TASS

Il numero di viaggiatori cinesi che prendono parte a questi viaggi sta crescendo rapidamente, con un solo tour operator che invia una media di dieci gruppi al mese in Russia. Ogni gruppo conta 30-40 persone, di cui la maggior parte sono anziani.

L’altro grande segmento di mercato comprende piccoli gruppi familiari multigenerazionali che viaggiano in maniera indipendente. Spesso si tratta di cinesi più giovani che accompagnano i propri genitori in un viaggio in Russia che serve a soddisfare il desiderio delle generazioni più anziane di visitare un paese che ha avuto un forte impatto sulla loro giovinezza e di portare i propri figli con loro perché imparino qualcosa.

Il prossimo mese, anche le Americhe si uniranno alla lista delle destinazioni internazionali del “Turismo rosso”. Il primo volo diretto dell’Air China verso l’Avana comprenderà un gruppo di viaggio di passeggeri, che sarà guidato da uno studioso e da un esperto militare che presenteranno i luoghi storici del paese e degli aneddoti sulla sua cultura rossa. Inoltre, per evitare ai partecipanti il problema dello scattare foto, sarà un fotografo professionista a documentare l’intero viaggio.

Commemorare la storia del Partito comunista cinese oltreoceano

Un altro sviluppo interessante è la creazione di luoghi che commemorano la storia del Partito comunista cinese (PCC) oltreoceano, che mostrano non solo il supporto al “Turismo rosso” al di fuori della Cina, ma anche il desiderio di dargli “caratteristiche cinesi”. Il più famoso di questi siti si trova nella periferia di Mosca e celebra il luogo in cui fu tenuto il 6° Congresso nazionale del Partito comunista cinese. Si era stati costretti a tenere il congresso nella capitale sovietica, in quanto nel 1927 il PCC era stato quasi spazzato via dalla città dal Guomindang e non vi si poteva più riunire in sicurezza.

L’idea di rinnovare la sala in cui si teneva il congresso fu sollevata per la prima volta da Xi Jinping durante una visita a Mosca nel 2010. Nel 2013, Xi, che da allora aveva assunto la carica di Presidente della Cina, supervisionò personalmente l’avvio dei lavori di ristrutturazione. Dopo altri tre anni e ampi fondi forniti dalla Cina, il 4 luglio si è tenuta a Mosca la cerimonia per il completamento della sala espositiva sul luogo del 6° Congresso nazionale del PCC, con la presenza del vice primo ministro cinese Liu Yandong e del vice primo ministro russo Gorodetz, che hanno portato le congratulazioni personali di Xi Jinping e Vladimir Putin.

La Cina conquista il mondo (e i fan del comunismo) con il turismo rosso
RIA Novosti

L’ultimo sito del patrimonio “rosso” cinese

L’ultimo esempio di creazione di patrimonio “rosso” cinese al di fuori della Cina è l’istituzione di una sala memoriale a Montargis, 100 km a sud di Parigi. Questa commemora gli studenti cinesi che vissero in Francia negli anni ’20 e, tra loro, il padre della riforma e dell’apertura cinese Deng Xiaoping e dell’ex primo ministro Zhou Enlai.

L’edificio era stato in precedenza la residenza di un ricco signore cinese, che aveva aiutato a portare gli studenti cinesi in Francia per studiare e lavorare in seguito alla caduta della dinastia Qing nel 1912. Circa 300 studenti cinesi presero parte a questo programma, molti dei quali lavorarono per la fabbrica di tofu del loro benefattore a Parigi, la prima al di fuori della Cina. In Francia, dei sindacalisti locali introdussero gli studenti-lavoratori cinesi alle idee del comunismo e dell’anarchismo.

Due anni fa, l’edificio è stato acquistato e trasformato in una sala memoriale da parte del governo della provincia dello Hunan, patria di Mao Zedong. Ha aperto al pubblico alla fine del mese scorso. Il museo inizierà presto a offrire corsi di mandarino, di calligrafia e dell’arte della cerimonia del tè cinese alla popolazione locale. E, cosa più importante, porterà inoltre turisti cinesi nella città, che saranno orgogliosi di trovare una statua di Deng Xiaoping e persino una piazza nominata in suo onore.

Con più di 200 miliardi di dollari per il mercato del turismo verso l’estero, fate affidamento sui luoghi che sfruttano il loro legame con il Partito comunista cinese – e in fretta.

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