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L’umiliazione patita da Angela Merkel nel suo collegio elettorale offre una prova ulteriore ai suoi avversari che la cancelliera tedesca non è più popolare. E potrebbe lo stesso portarla a correre per un quarto mandato.

Questa domenica Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, ovvero AfD) ha capitalizzato sullo scontento dell’elettorato riguardo la politica sui rifugiati della Merkel, battendo i Cristiano Democratici per la prima volta in un’elezione regionale, sollevando dubbi circa il consenso che sarà capace di raccogliere all’indomani delle prossime elezioni federali nell’autunno del 2017.

Sebbene il risultato sia una sconfitta innegabile, specialmente dopo aver tenuto una campagna impegnativa in Meclemburgo-Pomerania, Merkel ha confermato in una serie di interviste precedenti il voto che non cambierà la sua politica di frontiere aperte. Il risultato dell’elezione, nonostante rappresenti un forte motivo di imbarazzo, difficilmente farà fare un passo indietro sull’argomento alla Merkel, secondo Holger Schmieding, economista capo per Berenberg Bank, che ha commentato: “Non c’è alcun rivale, non c’è alternativa. Non è che possano fare di più. [Merkel] dovrà resistere fino alla fine.”

Un anno dopo la fatidica decisione di permettere ai rifugiati di arrivare in Germania dall’Ungheria e a un anno delle prossime elezioni federali, la popolarità della Merkel è crollata e i suoi alleati bavaresi del CSU non sono apparsi entusiasti all’idea di supportarla nella sua prossima corsa alla cancelleria.

Nonostante ciò, gli alleati di coalizione del Partito Socialdemocratico stanno toccando i minimi storici e AfD risulta avanti nei sondaggi solo a livello regionale, laddove a livello nazionale viene superata dall’Unione Cristiano-Democratica della Merkel.

All’entrata nell’anno delle elezioni, “nessuno ha chance migliori di vincere della Merkel”, ha detto Carsten Nickel, analista per Teneo Intelligence in Bruxelles.

“Lei è la garanzia per la CDU di essere il partito più forte e di potersi servire delle opzioni messe a disposizione dalla sua coalizione. Quello che farà non è altro mantenere la calma e andare avanti, concentrandosi sul centro moderato.”

Nello stato ex-comunista che è anche il suo collegio elettorale, domenica il partito della Merkel è calato al 19%, dove ha perso 4 punti percentuali, mentre AfD ha preso il 20,8% alla sua prima elezione nella regione.

I Social Democratici, che hanno governato la regione dal 1998, hanno vinto con il 30,6%, lasciando cadere la CDU al terzo posto. Un ritorno alla coalizione tra i due partiti, con la CDU nel ruolo di socio di minoranza, appare ancora l’opzione più praticabile.

La sconfitta sottolinea l’ansia dell’elettorato che in Germania, che ha costretto Angela Merkel sulla difensiva dopo che più di un milione di richiedenti asilo sono arrivati lo scorso anno. La popolarità della cancelleria è ai minimi in cinque anni e un sondaggio pubblicato in agosto sulla rivista Bild am Sonntag ha mostrato che metà degli intervistati non volevano una sua candidatura alle prossime elezioni.

La Merkel non ha ancora voluto dire se si candiderà per un quarto mandato. Ma ha indicato che si potrebbe avere una decisione a inizio dicembre, quando la sua posizione come leader della CDU sarà discussa al congresso di partito in Essen, la stessa città in cui il partito l’ha eletta leader nel 2000.

Nicholas Spiro, socio Lauressa Advisory Ltd., società con sede a Londra, che offre consulenza agli asset manager, ha detto in proposito:

“La politica impopolare della Merkel sui rifugiati è la prima cosa che viene in mente a ogni elettore tedesco in questo momento. La sensazione è che anche se decidesse di correre nuovamente per la cancelleria, le sarà estremamente difficile ristabilire la sua autorità e la sua leadership.”

Ed è già sotto pressione da parte della sua stessa coalizione per cambiare impostazione.

Wolfgang Bosbach, deputato CDU ed ex capo del comitato affari interni, lunedì ha detto alla rivista Die Welt che elezioni regionali saranno ricordate come una sconfitta storica e che la colpa è della politica sui rifugiati. E si è schierato contro la possibilità di un dibattito circa la candidatura della Merkel nel 2017.

Restare al potere

Merkel, 62 anni, è riuscita a dimostrare la sua capacità di restare al potere più di una volta nel corso di un decennio come cancelliera. In una intervista pubblicata sabato dalla rivista più venduta in Germania, Bild, le è stato chiesto se fosse pentita di qualche decisione che ha portato all’afflusso record di rifugiati. “No”, ha detto la Merkel, aggiungendo che rifarebbe tutto da capo.

L’afflusso di rifugiati in Germania ha raggiunto il picco nel mese di novembre e il numero di persone che cercano asilo sta calando da circa 1 milione nel 2015 a 300.000 quest’anno, secondo stime del governo. L’accordo dell’Unione europea con la Turchia sui rifugiati sostenuto dalla Merkel, sebbene fragile, rimane al suo posto. A casa la coalizione della cancelliera ha aumentato gli sforzi per integrare i rifugiati e rispedire a casa quei migranti la cui richiesta di soggiorno è stata respinta.

Schmieding ha detto che Merkel ha già reso la Germania “meno accogliente nei confronti dei rifugiati”.

“Quella resta la speranza per la CDU: perché stanno arrivando meno migranti ed è stato fatto molto per integrare quelli che erano lì, l’argomento perderà un po’ della sua aura tossica tra diversi settori della popolazione prima delle prossime elezioni nel 2017”.

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