Cosa può succedere se Trump si ritira dalla corsa alla presidenza
Charlie Neibergall/Reuters
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Poiché la bufera sulle dure osservazioni dell’irascibile miliardario sui genitori di un capitano dell’esercito ucciso da un kamikaze in Iraq non accenna a smorzarsi; poiché i ricchi finanziatori gli stanno voltando le spalle; poiché lo stesso candidato ha iniziato a supporre che le elezioni saranno truccate, una domanda ragionevole da porsi è: Trump si ritirerà?

È vero, siamo solo ad agosto, e la guerra di trincea per la presidenza solitamente non inizia che dopo Labor Day (primo lunedì di settembre), ma questa volta – come è stato detto fino alla nausea – è diverso.

Diamo un’occhiata ai grossi problemi di Trump

La sua reazione eccessiva in relazione al discorso tenuto dal padre di Humayun Khan durante la Convention democratica nazionale – che condannava Trump per il suo piano di vietare l’ingresso negli USA ai musulmani di alcuni paesi e di non sacrificarsi per il suo paese – ha portato degli importanti colleghi repubblicani a esprimere la propria indignazione. I senatori John McCain e Lindsay Graham sono stati particolarmente critici, un membro del congresso repubblicano di New York ha dichiarato che avrebbe votato per Hillary Clinton e una stimata stratega politica ha affermato di voler lasciare il partito finché questo non ritroverà il suo buon senso. Ieri i Veterani delle guerre estere (VFW) hanno emesso un comunicato in cui affermano di essere sconvolti per come Trump abbia trattato Khizr Khan e sua moglie Ghazala Khan.

I principali finanziatori del Partito repubblicano, Charles e David Koch, che avevano garantito di spendere 800 mila dollari per queste elezioni, hanno trattato Trump come un farabutto durante uno degli sfarzosi raduni che hanno tenuto per la loro rete dei donatori repubblicani più ricchi. Durante l’ultimo, che si è tenuto domenica a Colorado Springs, con 400 donatori presenti, Charles Koch si è nuovamente rifiutato di sostenere Trump nonostante le pressioni dei colleghi miliardari; secondo quanto riferito, Koch ha convinto altri a invertire rotta e a ritirare il proprio appoggio.

Le stime del balzo post-convention di Hillary Clinton variano da 3 a 13 punti e i guru dei dati del sito internet FiveThirtyEight stimano le sue possibilità di vittoria al 66,1%, contro il 33,9% per Trump.

I titoli da comprare se Hillary Clinton diventerà presidente

Ad un raduno tenutosi lunedì in Ohio, Trump ha dichiarato ai sostenitori di sentire “sempre più spesso” che le elezioni di novembre siano truccate. E al presentatore di Fox Sean Hannity ha riferito: “Spero che i repubblicani le stiano seguendo con attenzione, o ci verranno portate via”.

Quindi, cosa accadrebbe se Trump facesse i bagagli e tornasse nel suo grattacielo sulla Quinta strada per pianificare il suo prossimo reality show e twittare odio nelle lunghe notti del suo malcontento?

Cosa può succedere se Trump si ritira dalla corsa alla presidenza
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Secondo la Regola 9 – “Posti vacanti nelle nomine” – delle Regole del partito, che si trovano sul sito internet del Partito repubblicano:

  • “(a) Il Comitato nazionale repubblicano è autorizzato a riempire qualunque posto vacante che potrebbe verificarsi per cause di decesso, declino o altre ancora del candidato repubblicano per la Presidenza degli Stati Uniti… designato dalla Convenzione nazionale, oppure il Comitato nazionale repubblicano può riunire nuovamente la Convenzione nazionale al fine di riempire tali posti vacanti”.
  • “(b) Votando secondo questa regola, i membri del Comitato nazionale repubblicano in rappresentanza di qualsiasi stato sono autorizzati a esprimere lo stesso numero di voti che lo stato in questione era stato autorizzato ad esprimere durante la Convenzione nazionale”.
  • “(c) Nel caso in cui i membri del Comitato nazionale repubblicano di qualsiasi stato non dovessero trovarsi d’accordo durante la votazione indicata, i voti di tale stato verranno divisi equamente, inclusi i voti frazionati, tra i membri del Comitato nazionale repubblicano presenti o votanti per delega”.
  • “(d) Nessun candidato verrà scelto per colmare tale posto vacante a meno che non si ottenga la maggioranza dei voti autorizzati ad essere espressi durante l’elezione”.

In altre parole, il Partito repubblicano potrebbe indire un’altra convention (cosa improbabile) o potrebbe chiedere ai delegati degli stati di votare nuovamente. C’è stato un dibattito all’interno del partito in merito alla possibilità che i delegati possano essere “legati” a un candidato, ma la Regola 16 afferma che lo sono.

Ciò che non è chiaro è se i delegati che sceglieranno un rimpiazzo per Trump saranno legati a qualcuno dei candidati alle primarie. Inoltre non si sa in che modo verrebbe nominato un rimpiazzo.

Ma se Trump staccherà la spina alla sua candidatura, ci sarà certamente una corsa per rendere il presidente della Camera Paul Ryan il nuovo candidato repubblicano, per cinque ragioni:

  1. Attirerebbe il denaro dei finanziatori che Trump non è riuscito ad attirare.
  2. Lo ha già fatto in precedenza come candidato alla vicepresidenza di Mitt Romney.
  3. Ha già pronto un programma chiaro – il suo “Better way”.
  4. È giovane, eloquente, onesto, telegenico e privo di scandali.
  5. E, cosa più importante, potrebbe davvero vincere.
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