La cancelliera tedesca sembra non aver accusato alcun contraccolpo di popolarità, nonostante la crisi dei rifugiati e la recente escalation di attacchi terroristici.
Niente erode la fiducia della popolazione nella classe dirigente come il caos politico, la violenza e l’incertezza economica. Eppure in Germania oggi, quella combinazione infiabbile sta alimentando un revival silenzioso delle sorti politiche di Angela Merkel.
Il fine settimana di violenza in Germania, iniziato con l’assalto di un adolescente assetato di sangue a Monaco e terminato con un attacco suicida in una piccola città bavarese, è stato l’ultimo di una serie di eventi, dal referendum nel Regno Unito a un aggressore ispirato dall’Isis che ha assalito dei passeggeri all’interno di un treno di pendolari in Germania, che hanno turbato la Repubblica della Merkel.
Finora, invece di allontanarsi dalla loro leader, come ci si potrebbe aspettare, i tedeschi ne sono stati attratti come le falene lo sono dalla luce.
Una serie di sondaggi recenti (presi prima degli attacchi del weekend) ha mostrato che la Merkel si è ripresa dal calo di popolarità subito la crisi dei rifugiati. L’approvazione alla cancelliera ha raggiunto 59% nel mese di luglio, il livello più alto da settembre 2015, nello studio Deutschlandtrend di questo mese condotto da Infratest dimap per la televisione pubblica tedesca.
A poco più di un anno dalle prossime elezioni generali, Merkel, la condottiera soprannominata scherzosamente “Mutty” (Mamma) da metà dei tedeschi, è ancora una volta in ascesa.
Ciò potrebbe non essere troppo sorprendente in un paese conservatore di elettori che premiano la continuità e hanno paura del cambiamento. Eppure, contando le critiche ricevute dalla Merkel per aver aperto le porte dei confini della Germania a più di un milione di migranti, il suo balzo recente è notevole. La domanda è se sia sostenibile.
Anche se il vantaggio della Merkel è l’ansia crescente nella sua popolazione, quell’emozione super teutonica che i tedeschi chiamano Angst, essa rappresenta anche il suo tallone d’Achille. L’attacco di Monaco di venerdì è stato seguito dall’uccisione di una donna per mano di un rifugiato siriano armato di machete, vicino Stuttgart. Domenica sera un attacco suicida fuori da un festival nella cittadina di Ansbach ha lasciato alle sue spalle 12 persone ferite, contribuendo al bilancio del weekend più sanguinario della nazione nella memoria recente.
Sebbene gli attacchi non fossero collegati tra di loro, hanno comunque turbato ulteriormente un’opinione pubblica già tesa.
Che l’attentatore di Ansabach fosse un rifugiato siriano la cui richiesta d’asilo era stata respinta (e un sostenitore dell’Isis, secondo le notizie, NdT) farà poco per convincere i tedeschi che i rifugiati non rappresentino un rischi serio per la sicurezza. La risposta della Merkel nei prossimi giochi e settimane potrebbe determinare se i tedeschi continueranno ad avere fiducia in lei o meno. Detto questo, il terrorismo è lontano dall’essere l’unico problema della Merkel.
“Lei deve ancora affrontare una serie di bombe ad orologeria che ticchettano” ha detto Thorsten Benner, direttore del think tank berlinese Public Policy Institute.
Tra queste la crisi dei rifugiati, il Brexit e i problemi del sistema bancario italiano, per nominarne alcune. La paura più grande dei tedeschi al momento è il terrorismo, seguito dall’estremismo politico e dalle tensioni sui rifugiati, secondo un studio pubblicato questo mese dalla compagnia assicurativa R+V.
Sebbene la Merkel abbia trovato dei rimedi a breve termine ad alcune preoccupazioni degli elettori, la maggior parte sono lontane dall’essere risolte e potrebbero divampare in qualsiasi istante. Come il golpe militare fallito in Turchia ha illustrato, le nuove minacce alla stabilità della regione non mancanco.
La discordia nell’estrema destra
Il recente recupero della Merkel si è verificato principalmente a causa di un allentamento della crisi dei rifugiati. La chiusura della cosiddetta rotta dei Balcani e l’accordo dell’Unione europea con la Turchia, che ha bloccato il flusso di migranti che attraversano l’Egeo, hanno ridotto le paure legate al numero dei rifugiati in arrivo.
Il calo di rifugiati ha coinciso con le lotte interne da parte del partito anti-immigrazione, Alternativa per la Germania (AfD). AfD ha già provato a capitalizzare sugli attacchi del fine settimana, sottolineando i collegamenti al mondo musulmano e lo status di migranti.
Per quanto serie siano le sfide che affronta la Merkel, è difficile immaginare uno scenario nel quale i tedeschi abbandonino quella che per la maggior parte considerano la voce della ragione in tempi difficili. Il tipico sangue freddo della Merkel è stato in bella mostra durante il caos del fine settimana. La cancelliera è rimasta lontana dai riflettori quando venerdì Monaco all’inizio sembrava colpita da un attacco terroristico. Nel mezzo della cacofonia di falsi allarmi, che la polizia ha impiegato diverse ore a dissipare, Berlino è rimasta a lungo in silenzio, dicendo solo che la cancelliera stava monitorando gli eventi da vicino. Merkel non è apparsa fino al giorno dopo, una volta emerso un quadro più completo dei fatti di Monaco. Ha parlato dalla cancelleria di Berlino, ma la cadenza della sua voce e la sua scelta di parole evocava la chiesa luterana in cui è cresciuta,in quanto figlia di un pastore:
“Alle famiglie, ai genitori e ai figli a cui tutto oggi sembra vuoto e senza senso, dico personalmente e a nome di molte, molte persone in Germania: condividiamo il vostro dolore, pensiamo a voi e soffriamo con voi. Lo Stato farà di tutto per assicurare la sicurezza e la libertà di tutte le persone.”
Detto ciò, si è ritirata senza accettare domande dai giornalisti presenti.
Nessuna alternativa
Anche se la maggior parte dei tedeschi non crede che il governo possa prevenire il terrorismo - un sondaggio condotto la scorsa settimana ha scoperto che il 77% dei tedeschi si aspetta nuovi attentati terroristici - la popolazione sembra aver trovato sollievo nelle parole della Merkel.
Hanno meno fiducia nei suoi rivali politici. Il leader social democratico Sigmar Gabriel, l’uomo che dovrebbe sfidare la Merkel alla presidenza, è tra i politici di spicco meno popolari del paese e i suoi stessi sostenitori pensano che non sia adatto a guidare il paese. Nessuno degli altri partiti è abbastanza grande per rappresentare una sfida seria per la cancelleria.
Ciò significa che la Merkel, per dirla con una delle sue frasi preferite, è “senza alternativa.” L’unica vera questione è su che tipo di coalizione costruirà. Sebbene più del 40% dei tedeschi continui ad appoggiare l’attuale grande coalizione tra i conservatori della Merkel e i social democratici, i soldati di fanteria di entrambi i partiti vogliono evitarla a tutti i costi.
Molti a Berlino scommettono che Merkel cercherà un accordo con i Verdi. Sebbene il partito abbia perso molte delle sue posizioni radicali, ci sono lo stesso dei dubbi sulla sua possibilità di poter governare con un partito che è il simbolo dell’establishment. Alcuni Verdi influenti hanno dei dubbi e stanno spingendo per un’alleanza di sinistra con i Social Democratici e Die Linke, una collezione assortita di ex comunisti.
L’ascesa di AfD ha complicato i conti per le forze di centro-destra attorno la Merkel. Il loro alleato preferito, il Partito Democratico Libero, di orientamento liberale, difficilmente otterrà abbastanza voti per formare una coalizione.
Anche se le elezioni si terranno tra più di un anno, la campagna elettorale inizierà ufficiosamente ad autunno dopo le vacanze estive.
Tenuto conto del dominio della cancelliera, i partiti faranno a gara per ottenerne i favori quanto per rubarne gli elettori. Nonostante le sfide che dovrà affrontare, in pochi pensano che l’era della Merkel finirà a breve. Dice Benner:
“Lei ha il lusso di poter scegliere con chi governare”.