Lo Stato Islamico è sotto pressione
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Il suo territorio si dimezza e le risorse finanziarie scemano, ma lo Stato Islamico continua ad attaccare.

Lo Stato Islamico ha perso parte del suo territorio in una serie di sconfitte militari in Siria e Iraq negli ultimi mesi e il gruppo si ritrova anche sotto una nuova pressione finanziaria, secondo i funzionari USA e occidentali.

Ma anche dopo le battute d’arresto sul campo di battaglia e le difficoltà per sostenere i salari e il morale dei suoi combattenti, lo Stato Islamico ha dichiarato che gli attacchi terroristici a Bruxelles di questo martedì, suggerendo che è ancora capace di ispirare, mobilitare e coordinare operazioni complesse oltremare.

I militanti hanno perso alcuni punti di accesso lungo il confine tra Siria e Turchia attraverso cui nuove reclute, foreign fighters e beni merci arrivano nel territorio dello Stato Islamico. Ma una striscia di terra fondamentale lungo quella frontiera resta sotto il loro controllo.

“L’onda della guerra si sta rivoltando contro lo Stato Islamico” ha scritto Columb Strack, analista capo nella società di ricerca IHS, quando la società ha stimato la scorsa settimana che il gruppo estremista ha perso il 22% del suo territorio lungo Siria e Iraq dall’inizio del 2015.

Le ultime vittorie importanti sul campo di battaglia da parte dello Stato Islamico sono avvenute durante il maggio 2015, quando ha conquistato Ramadi, la capitale della provincia di Anbar province in Iraq, e Palmira, l’antica città siriana.

Lo Stato Islamico è sotto pressione
Rovine del Tempio di Bel, vista dall'alto. Palmira

Le forze irachene hanno ripreso Ramadi sette mesi dopo a fine dicembre. A novembre, le forze dei curdi iracheni hanno ripreso la città di Sinjar, una vittoria simbolica sia per l’Iraq che per una coalizione di nazioni che combattono lo Stato Islamico, guidato dagli USA.

La rimozione degli estremisti attraverso le montagne del Sinjar verso la fine del 2014, e il massacro o la detenzione degli iracheni dalla minoranza Yazidi, hanno esposto le tattiche brutali del gruppo e riportato le truppe USA in azione in Iraq.

Nelle ultime settimane, con l’aiuto dei raid aerei russi, le forze del governo siriano si sono riavvicinati alla riconquista di Palmira nella Siria occidentale, anche se lo Stato Islamico sta montando un feroce contrattacco in quella zona.

I combattenti sono sotto pressione in ogni altra parte della Siria, mentre affrontano un avanzata delle forze dei curdi siriani supportate dagli USA e alleate ai ribelli siriani nel nord est che si muovono a sud verso Raqqa, la capitale de facto dello Stato Islamico.

Questo forze hanno catturato la città di al-Shadadi in Febbraio, tagliando una linea di rifornimento tra Raqqa e l’altro grande centro urbano del gruppo a Mosul in Iraq.

Nel preparare le forze locali per una battaglia per riprendere Mosul le forze degli Stati Uniti hanno (direttamente o attraverso dei collaboratori locali) preso di mira le leadership maggiori dello Stato Islamico nel corso dell’ultimo anno. Lo sforzo era teso a indebolire i ranghi più alti e, fondamentalmente, disfare la struttura organizzativa del gruppo, sebbene gli esperti notano la relativa resistenza a questo tipo di attacchi finora.

Sia in Siria e Iraq, i locali che vivono sotto il regno dello Stato Islamico riportano segnali di stress economico, tra cui i salari ridotti per i combattenti e anche controlli più stretti nei confronti della popolazione - il cui sostentamento aiuta a mantenere la vasta economia del gruppo estremista.

“Alla fine dello scorso anno, hanno iniziato a mostrare segnali di panico, e a diventare più creativi nelle loro maniere di tirar su denaro”

Così ha detto un residente di Mosul, riferendosi anche alla manipolazione del tasso di cambio tra il dinar iracheno e il dollaro USA, che molte persone e imprese in Iraq usano per le transazioni giornaliere.

I raid aerei della coalizione hanno preso di mira l’infrastruttura petrolifera dello Stato Islamico, una grande fonte di ricavi per il gruppo che ha anche sofferto nel mezzo di un calo globale dei prezzi del petrolio.

Nonostante ciò, la coalizione mondiale anti-Stato Islamico affronta grandi sfide nell’abbattere il gruppo di fondamentalisti islamici in Iraq e Siria - il territorio principale che Brett McGurk, delegato speciale della Presidenza USA per la coalizione, ha chimato la “tana per la protezione un califfatto e il centro di operazioni terroristiche in tutto il mondo”. McGurk ha detto in una deposizione alla Camera dei Rappresentati il 10 febbraio:

"I recenti successi militari stanno aiutando a strappare allo Stato Islamico le sue vaste risorse e, in maniera determinante, la sua pretesa di essera un movimenti storico… destinato inevitabilmente alla vittoria e alla conquista”.

Ma il gruppo “mantiene una forza formidabile, che comprende migliaia di foreign fighters provenienti da più di 100 paesi” ha detto, aggiungendo più tardi “Il network foreign fighters resta in particolare una preoccupazione acuta.”

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