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Ebbene sì, gli USA e la Russia possono collaborare per porre fine alla guerra civile in Siria. Ecco perché.

Probabilmente non ne sentirete parlare sui mezzi d’informazione, ma Stati Uniti e Russia potrebbero non essere completa antitesi riguardo alla Siria. In un recente articolo per il Working Group on the Future of U.S.-Russia Relations abbiamo valutato la possibile compatibilità degli obiettivi statunitensi e russi in Siria – e se i due paesi possano cooperare per far cessare la guerra civile. Anche nel mezzo delle ostilità, come ad esempio gli attacchi che hanno preso di mira gli ospedali di Aleppo, la Russia e gli USA sono riusciti ad accordarsi su un piano per la cessazione delle ostilità. Eccone due importanti esempi.

  • Nel dicembre 2015, gli Stati Uniti e la Russia hanno sottoscritto la risoluzione n° 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La road map per la pace tracciata dal provvedimento ha condotto alle attuali trattative di Ginevra, sospese in via temporanea.
  • E ancor prima, nel 2013, i due paesi si erano accordati per l’eliminazione delle armi chimiche siriane, attuata l’anno successivo.

Sulla base di questi precedenti siamo convinti che gli Stati Uniti e la Russia possano lavorare fianco a fianco, se non addirittura insieme, per sconfiggere lo Stato Islamico in Siria. Se avessero successo, potrebbero inoltre spingere i loro rispettivi alleati siriani a negoziare per la creazione di un paese multietnico e multireligioso. Anche se i loro obiettivi non sono del tutto allineati, riteniamo che le posizioni di entrambe le parti siano sufficientemente flessibili da consentire perlomeno di raggiungere dei compromessi.

Da una parte, gli Stati Uniti e la Russia sono in disaccordo sulla permanenza al potere di Assad. Dall’altra, lo Stato Islamico potrebbe costituire una minaccia sufficiente per spingere questo duo di nemici-amici a cooperare.

Su cosa gli USA e la Russia si trovano d’accordo?

Zuma\TASS

Entrambi i paesi vogliono sconfiggere al più presto lo Stato Islamico. È la sola e unica ragione per cui gli USA sono intervenuti in Siria. Il governo statunitense inoltre vuole debellare, o perlomeno indebolire, gli altri estremisti islamici delle forze ribelli anti-Assad, in particolar modo al-Nusra, affiliata di al-Qaeda in Siria. E lo stesso dicasi per i russi.

Quali sono gli aspetti su cui USA e Russia non concordano?

Prima di tutto, Assad deve restare o andarsene? È questo il principale elemento di disaccordo tra i due paesi.

La Russia vuole che Assad rimanga al suo posto per tenere a bada la radicalizzazione islamista. I raid aerei non bastano da soli a sconfiggere lo Stato Islamico – ma nessuna potenza straniera è pronta a schierare le proprie truppe di terra. I russi ritengono che la migliore opzione sia un’alleanza con l’esercito siriano e le milizie settarie del paese.

Ecco perché la Russia sostiene che la strategia di combattere allo stesso tempo Assad e l’ISIS, come vorrebbero gli Stati Uniti, non solamente fallirà ma porterà inevitabilmente alla nascita di uno Stato Islamico vero e proprio avente Damasco come capitale. Dopotutto, l’eliminazione di Muammar Gheddafi ha fatto precipitare la Libia in un caos che si è poi esteso all’intera regione.

Ciononostante gli Stati Uniti vorrebbero la cacciata di Assad. Gli americani e i loro alleati europei accusano il presidente siriano di aver trasformato una protesta interna in una guerra civile. Sono convinti che la Siria non possa aver pace finché Assad rimarrà al potere.

In secondo luogo, la Russia e gli Stati Uniti non sono d’accordo sull’esatto modo in cui approcciarsi ai vari gruppi di opposizione.

La Russia tende a ignorare le distinzioni tra lo Stato Islamico e le altre fazioni, considerando l’ISIS come un unico gruppo di combattenti jihadisti in grado di trasformarsi in qualche altro gruppo analogo. Per la Russia, qualsiasi avversario di Assad è una forza di instabilità che va combattuta.

Gli Stati Uniti, al contrario, tracciano confini netti tra i diversi gruppi di opposizione siriani, sostenendo che alcuni di essi siano “moderati” e perciò meritevoli di appoggio.

La terza questione riguarda il fatto che sia la Russia che gli USA vorrebbero mantenere o incrementare la propria influenza nella regione, limitando al tempo stesso il ruolo dell’altra superpotenza.

La Russia vuole essere in grado di plasmare il futuro del Medio Oriente sulla base dei propri interessi: il paese non nutre dubbi sul fatto che negli anni – per non dire decenni – a venire questa zona geografica sarà un’area fortemente instabile. Poiché tale instabilità è inevitabilmente destinata a riversarsi sul continente eurasiatico, Mosca vuole presidiare il territorio col suo potere influenzandone così gli sviluppi politici.

Istantanea "La speranza di una nuova vita". Il fotografo australiano Warren Richardson ha vinto il premio World Press Photo. (Nella foto i bambini rifugiati passano attraverso un filo spinato al confine tra Serbia e Ungheria nell'agosto 2015).

Con le centinaia di migliaia di rifugiati che si stanno riversando in Europa, è ormai palese che la sicurezza del vecchio continente dipenda dalla stabilità del Medio Oriente. La Russia ritiene che controllare la Siria sia la chiave per controllare la sicurezza e il futuro del continente.

Al tempo stesso, naturalmente, gli Stati Uniti hanno a lungo cercato di diventare la potenza dominante nel Medio Oriente e trovano perciò irritanti le ingerenze dei russi.

Ci potrà quindi essere un compromesso?

Sì. Consideriamo la questione Assad. L’alleanza formata da Stati Uniti e Unione Europea si è recentemente ammorbidita nelle sue posizioni, suggerendo che Assad potrebbe rimanere al potere per un periodo “transitorio” non meglio definito. Chi può sapere quanto a lungo?

Mosca ha inoltre precisato di non essere obbligata a sostenere all’infinito la famiglia di Assad. Tuttavia i russi credono che si possa discutere di una nuova struttura del potere solo dopo che il territorio della Siria (teoricamente intero, verosimilmente diviso) venga messo al sicuro e lo stato siriano sopravviva.

Gli Stati Uniti e la Russia difficilmente riusciranno a trovare una posizione comune riguardo ai “moderati” che Washington sostiene e Mosca bombarda. Tuttavia le due potenze si sono già accordate su un processo di pacificazione volto a far sedere molti di questi gruppi al tavolo delle trattative. Le principali difficoltà hanno riguardato le parti stesse e non la Russia o gli USA. Pertanto, anche se i due paesi non sostengono i medesimi gruppi, entrambi promuovono le negoziazioni fra le parti, e ciò accende qualche speranza per il raggiungimento di un eventuale cessate il fuoco.

Questo esteso tira e molla politico sembra un lusso che nessuna delle due parti potrà permettersi ancora a lungo. Coi prezzi del petrolio tanto bassi, la Russia avrà difficoltà economiche ad affrontare un impegno militare nel lungo periodo. Gli USA, dal canto loro, si sono mostrati poco desiderosi di impegnarsi in nuovi interventi militari in Medio Oriente, pertanto un compromesso è la miglior soluzione per entrambe le parti.

Come potrebbe essere la cooperazione?

Dachshund

Cosa dobbiamo aspettarci nell’imminente futuro? Gli Stati Uniti e la Russia sono impegnati in trattative di pace per porre fine alla guerra civile e mantenere la Siria un paese multireligioso e multietnico. Con questo obiettivo in mente, le due potenze stanno cercando di conquistare quanto più territorio possibile prima del cessate il fuoco.

Se nessuna delle parti riuscirà ad assicurarsi la vittoria militare, alla fine saranno costrette a negoziare. Il percorso sarà costellato di enormi difficoltà. Ma se ognuno dei gruppi in conflitto avrà bisogno di aiuti esterni come quello americano e russo – e ciò avverrà di sicuro – allora i due paesi potranno contare su una notevole capacità di persuasione.

Naturalmente sussiste il rischio che altre questioni – come quella ucraina – possano mettersi di mezzo e ostacolare la possibile cooperazione tra Stati Uniti e Russia. Ma se i due paesi rimarranno concentrati sull’obiettivo, insieme potrebbero aiutare a porre fine alla guerra in Siria.

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