La controversa intesa fiscale tra il Regno Unito e Google potrebbe coprire anche meno di quello che si pensa.
Dopo anni di indignazione pubblica globale e dibattiti nel Parlamento del Regno Unito riguardo il trasferimento, da parte di Google (NASDAQ: GOOG) , di profitti per miliardi ad una cassetta postale alle Bermuda, le autorità fiscali del Regno Unito hanno raggiunto un accordo da 130 milioni di sterline (185,5 milioni di dollari) con la società. Quando l'accordo è diventato pubblico il mese scorso, il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne lo ha definito una vittoria. I politici da entrambi i rami del parlamento si sono lamentati, con alcuni definendo la quota banale.
Come si è poi rivelato secondo i dati dell'azienda, parte dell'accordo non aveva nulla a che fare con il dirottamento dei profitti nel paradiso fiscale: almeno 33 milioni di sterline dell'intesa sono stati stabilirsi su una revisione di sei anni, in base alle comunicazioni rese pubbliche mercoledì dalla sussidiaria inglese di Google, sulla maniera in cui l'azienda ha reso conto delle compensazioni azionarie fornite ai dipendenti nel Regno Unito.
Google, un'unità della Alphabet Inc., ha rifiutato di commentare l'accordo con il Regno Unito. L'autorità fiscale del paese, Her Majesty's Revenue & Customs (HMRC), ha dichiarato che la conclusione positiva delle indagini svolte dal personale dell'agenzia "ha riportato un risultato notevole, denotando che Google pagherà l'imposta dovuta in piena legge sui profitti riguardanti il Regno Unito".
Alex Cobham, direttore della ricerca sulla rete per la giustizia fiscale, ha detto:
"Onestamente non abbiamo idea se questa sia una quota di pagamento ragionevole. Ne è un'ulteriore prova della necessità di trasparenza".
Il sandwich olandese
L'intesa fiscale di Google con il governo del Regno Unito ha riacceso la polemica politica in Gran Bretagna sulle strategie utilizzate dalle multinazionali, tra cui Google, Apple (NASDAQ: AAPL), Starbucks (NASDAQ: SBUX) e Amazon (NASDAQ: AMZN), per pagare meno tasse.
Sulla scia dell'accordo, due comitati nel Parlamento del Regno Unito hanno annunciato di star indagando sull'equità dell'accordo per Google con le leggi fiscali per le imprese del Regno Unito. Anche l'organo nazionale di controllo indipendente del Regno Unito ha riferito che esaminerà l'accordo. L'Unione europea condurrà un'indagine preliminare per stabilire se, in base alle norme comunitarie, la disposizione per Google possa rappresentare degli "aiuti statali" illegali.
In altre inchieste, i regolatori europei hanno già riscontrati che Apple, Starbucks, Amazon e Fiat potrebbero aver ricevuto degli aiuti statali illegali sotto forma di offerte fiscali dall'Irlanda, Paesi Bassi e Lussemburgo.
Bloomberg News riportò nel 2010 che Google eludeva miliardi di dollari di tasse in tutto il mondo, utilizzano strategie note come il "doppio irlandese" o il "sandwich olandese", spostando la maggior parte dei suoi profitti mondiali in una casella postale sussidiaria alle Bermuda.
Benefici per gli stranieri
La relazione finanziaria, disponibile da poco, sulla principale sussidiaria inglese della Google, chiarisce che una parte significativa del recente accordo sonda, per le autorità fiscali del Regno Unito, il modo in cui la società giustifica la distribuzione delle azioni e dei diritti di sottoscrizione tra i dipendenti.
Nel 2010, l'HMRC iniziò la revisione su come Google giustificasse i suoi "compensi sulle azioni", esaminando i conti della società fin dal 2005, basandosi sui documenti depositati. Nel 2012, all'azienda venne inizialmente assegnato un eventuale pagamento di 24 milioni di sterline in relazione a tale verifica, oltre a 3,6 milioni di sterline in interessi.
La documentazione, resa pubblica mercoledì, ha rivelato che le 33 milioni di sterline, disposte in relazione alla verifica sulla compensazione, sono state incluse nei 130 milioni di sterline dell'intesa con il Regno Unito.
L'accordo fiscale con Google ha rinvigorito il dibattito politico in Gran Bretagna per decidere se il codice fiscale per le imprese del paese abbia bisogno di una revisione radicale, con critiche sia dai politici di sinistra che di destra. John McDonnell, portavoce finanziario per il partito laburista all'opposizione, ha indicato la cifra spettante a Google come "irrisoria" e "banale" rispetto a quello che, secondo lui, il gigante tecnologico statunitense dovrebbe pagare. Ha annunciato alla radio della BBC che Google ha ottenuto "un'offerta irresistibile" dal governo; un'accusa che l'HMRC e il governo hanno negato.
Il Regno Unito è il secondo mercato più grande per Google, dopo gli Stati Uniti, tuttavia, la società non dichiara molto reddito lì. Nel 2013, Google ha registrato 5,6 miliardi di dollari di vendite nel Regno Unito (circa 3,4 miliardi di sterline). Ha riportato 21 milioni di sterline in tasse su un utile ante imposte per 70,8 milioni di sterline, ottenuto nel Regno Unito, in contrasto con i sostanziosi margini di profitto riportati dalla sua società madre.
Sarebbe "sciocco" sostenere che l'accordo sia proporzionale alle vendite di Google e alla sua presenza nel Regno Unito, ha dichiarato alla BBC Anna Soubry, ministro degli affari di governo e membro dello stesso partito conservatore del primo ministro David Cameron e Osborne.
Altri paesi europei, tra cui Francia e Italia, hanno aperto delle indagini sulle tasse pagate da Google. Il fatto che i resoconti indicano che questi paesi siano alla ricerca di grandi insediamenti fiscali superiori a quello scoperto nel Regno Unito - nonostante il fatto che il fatturato di Google in questi luoghi sia inferiore - ha aumentato la pressione sui funzionari nel Regno Unito.