I problemi dell’economia di Cina e Russia, il conflitto tra Iran e Arabia Saudita e altro ancora.
Gli organizzatori del Forum Economico Mondiale (World Economic Forum, WEF) a Davos, in Svizzera, vogliono che i partecipanti si concentrino sulle sfide del futuro: il tema della riunione annuale di quest'anno è padroneggiare la quarta rivoluzione industriale, un repertorio polivalente che descrive i progressi delle tecnologie, come l'intelligenza artificiale e la robotica. I problemi del qui e ora, però, rischiano di diventare un tema di discussione più popolare.
Tra i politici, gli amministratori delegati e i finanziatori riuniti, ci saranno molti protagonisti di questa crisi globale in fermento, tra cui il crollo del mercato azionario cinese, la guerra fredda emergente tra Iran e Arabia Saudita e la crisi economica in Russia. Si riuniranno un paio di settimane dopo che il miliardario George Soros, un fedele di Davos, ha avvertito che le turbolenze indotte dalla Cina nei mercati finanziari, stanno cominciando a ricordargli "la crisi che abbiamo avuto nel 2008".
Anche altri stanno esprimendo preoccupazioni. In viaggio per Davos, il presidente generale della società di consulenza KPMG International, John Veihmeyer, ritiene che "questo sia un momento di stress"
"I rischi geopolitici stanno diventando sempre più rilevanti e aumenta la preoccupazione a riguardo".
Senza dubbio uno degli ospiti più attesi al forum di quest'anno, che si terrà dal 20 al 23 gennaio, sarà Fang Xinghai, il vicepresidente della China Securities Regulatory Commission, che ha il compito non invidiabile di vigilare sugli avvicendamenti nei mercati azionari della seconda più grande economia al mondo. Si presenterà al secondo giorno della conferenza, ad un dibattito su come l'economia cinese possa "cambiare marcia senza stallo", a cui parteciperà anche Ray Dalio, il fondatore del fondo speculativo Bridgewater Associates, e Christine Lagarde, direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale.
Fang Xinghai
"Il dilemma del debito"
Anche la Russia, un altro paese che cerca di mantenere la fiducia degli investitori internazionali, è ben rappresentata. Ha inviato la governatrice della banca centrale, Elvira Nabiullina, affiancata dai dirigenti degli istituti di credito a controllo statale Sberbank PJSC, VTB Bank PJSC e Vnesheconombank - tutti ancora sotto le sanzioni dagli Stati Uniti ed europee. Nabiullina parteciperà ad una sessione del 23 gennaio sul tema "Il dilemma globale del debito", un argomento adatto per un paese che sta cercando di contenere un deficit di bilancio ingigantito sotto il crollo del prezzo del petrolio.
È improbabile che rimangano deluse le speranze dei partecipanti a Davos di ottenere idee riguardo l'impennata dei conflitti in Medio Oriente. Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che ha condotto i colloqui con le potenze mondiali sul suo paese, per vincere un accordo sul nucleare, sarà in giro per le sale del Centro Congressi. Potrà risultargli difficile evitare di imbattersi nei funzionari dell'Arabia Saudita rivale, tra cui il suo omologo Adel Al-Jubeir. Il principe Turki Al Faisal, ex capo dell'intelligence saudita e, una volta, ambasciatore a Washington, guiderà un gruppo sulla comprensione dell'Islam.
Il principe Turki bin Faysal Al Sa'ud
Desiderosa di non perdere l'occasione di attaccare bottone con i tanti partner chiave per le trattative nel suo ultimo anno di mandato, l'amministrazione Obama sta inviando a Davos la sua delegazione di più alto rango. È previsto che il vicepresidente Joe Biden sarà accompagnato da John Kerry, Jacob Lew e Ashton Carter - rispettivamente il segretario di Stato, al tesoro e della difesa. Sia Biden che Kerry daranno dei monologhi; un onore generalmente riservato ai migliori pesi massimi.
La bomba della Corea del Nord
Tuttavia, durante la loro visita, Kerry e Biden non avranno la possibilità di spingere la Corea del Nord ad abbandonarele sue ambizioni nucleari. L'invito a partecipare per i leader reclusi dello Stato è stato annullato dopo le prove di quella che hanno sostenuto essere una bomba all'idrogeno, all'inizio di questo mese. Mercoledì, da Ginevra, il membro del consiglio di gestione del WEF, Philipp Roesler, ha dichiarato in una conferenza stampa che la detonazione ha indicato che non ci sarebbe "al momento alcuna possibilità" per un dialogo costruttivo con i funzionari del leader Kim Jong Un.
Tradizionalmente, Davos è stata abbracciata come piattaforma per il cambio di marchio delle società e dei governi che cercano di lustrare la loro reputazione, e quest'anno non fa eccezione. Il nuovo presidente argentino, Mauricio Macri, è diretto alla conferenza insieme con i ministri degli affari e finanze esteri, cercando di convincere gli investitori che il suo paese, che ha adempiuto sui suoi debiti almeno sette volte, ha dato una svolta economica.
Justin Trudeau
Ulteriori talenti stellari verranno forniti da Justin Trudeau, il nuovo primo ministro del Canada; una sicura calamita per selfie. Guiderà una delegazione di ministri, sindaci e dirigenti dei principali partner commerciali statunitensi, molto più grande del normale, e farà anche parte di un comitato sulla parità sessuale nell'economia, insieme a Melinda Gates, la co-fondatrice della fondazione Bill e Melinda Gates, e a Sheryl Sandberg di Facebook, entrambi habitué a Davos.