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Il Wall Street Journal fornisce una panoramica delle previsioni inessatte o troppo ottimistiche di questo 2015 per quanto riguarda media e pubblicità.

Quest’anno i mezzi d’informazione e l’industria pubblicitaria hanno preannunciato il verificarsi di molte cose. E diversi grandi avvenimenti si sono verificati, anche se pochi di essi erano stati previsti. (Aspettate un attimo, è vero. Voi lo sapevate che Verizon Communications aveva intenzione di acquisire AOL.)

Ora che ci troviamo nel periodo in cui tutti annunciano le loro nuove previsioni per il 2016, vale la pena di esaminare le congetture e le ipotesi emerse un anno fa.

1. Yahoo si fonderà con AOL

Ebbene, la cosa tecnicamente potrebbe ancora avere luogo, ma non nel modo in cui molti avevano propugnato. AOL ha lasciato tutti di stucco quando è stata acquistata da Verizon. Ma questa vecchia indiscrezione sta ritornando in auge proprio nel momento in cui Yahoo apporta cambi di rotta strategici dedicandosi a uno spin-off del proprio core business. Si vocifera che un po’ tutti, da Verizon/AOL a IAC alla private equity, siano interessati alla faccenda.

2. Acquisizioni a non finire nel campo delle tecnologie di advertising

Di sicuro alcuni accordi sono stati conclusi ma ci sono anche grandi aziende e nomi noti, come ad esempio MediaMath e Turn, che secondo molti oggi avrebbero dovuto già avere una via d’uscita. Ma tra l’ostilità del mercato azionario nei confronti della categoria e il consolidamento del potere da parte di Google e Facebook, gli accordi non sono riusciti a dare una scossa al settore delle tecnologie pubblicitarie.

3. La Programmatic TV crescerà

Forse, un giorno, lo farà davvero. Ma nel 2015 la TV ha continuato a essere acquistata e venduta direttamente dalle persone.

4. Il futuro della televisione sarà interamente basato sui dati

È vero che tutte le reti televisive hanno stipulato accordi incentrati sull’analisi dei dati, e che ognuna di esse dispone di una divisione appositamente dedicata alla crescita di questo business. Ma anche quest’anno miliardi di dollari sono stati spesi utilizzando i buoni, vecchi rating Nielsen.

5. Twitter emergerà dalla crisi

Perlomeno l’azienda può contare su un amministratore delegato destinato a rimanere per diverso tempo (nonostante debba occuparsi di un secondo lavoro piuttosto impegnativo). Il poco entusiasmante strumento “Moments” di Twitter sembra essere solo a un passo dal conquistare le masse. Ma l’azienda continua a fare i conti con una delle peggiori crisi pubbliche di identità dall’epoca di Yahoo.

6. L’era dei giornali sarà finita

Non si può certo affermare che questo sia il momento storico migliore per lavorare nella carta stampata, soprattutto nei mercati più piccoli. Ma date un’occhiata a cosa è riuscito a fare Jeff Bezos con il Washington Post. In più, il Financial Times è stato venduto a Nikkei per 1,3 miliardi di dollari.

7. Apple rivoluzionerà il modello televisivo

Una pia illusione. Arrivati a questo punto è sempre più difficile riuscire a tenere conto di tutte le false partenze di Apple in questo settore. Ma vi basti sapere che continua a non esistere alcuna proposta televisiva Apple destinata a rivoluzionare le regole del gioco.

8. Un discreto numero di reti intermedie scomparirà dalla scena delle TV via cavo

Questo potrebbe ancora succedere, visto il perdurante indebolimento dei rating e l’emergenza legata alle scarne infrastrutture. Abbiamo osservato quanto sia difficile lanciare una nuova rete via cavo (come nel caso di Fusion). Ma per il momento i principali protagonisti come Pivots, VH1 Classics e Reelz continuano a fare buoni affari e oltretutto stanno anche emergendo nuovi canali come Vice, che non vede l’ora di debuttare fra le TV via cavo.

9. Facebook seppellirà YouTube

Nessuno mette in dubbio il fatto che Facebook sia oggi un colosso del settore video, come lo è Snapchat. Tuttavia Google fa sapere che il numero di ore che le persone trascorrono a guardare i video su YouTube è aumentato del 60% rispetto all’anno scorso, e che gli utilizzatori quotidiani della piattaforma siano cresciuti del 40%.

10. Si porrà rimedio alle frodi pubblicitarie

Per quanto l’industria della pubblicità online desideri voltare pagina, e nonostante organizzazioni come l’Interactive Advertising Bureau sostengano che sia relativamente semplice trovare un rimedio, truffe e imbrogli continuano a dominare il settore.

11. Vedremo la pubblicità giusta nel momento giusto

Eppure, in questo momento, continuano a comparire davanti ai vostri occhi le pubblicità dei prodotti che avete già acquistato per Natale.

12. Scompariranno tutte le agenzie pubblicitarie

È un dato di fatto che, in questo periodo, tale modello si trovi in difficoltà – eppure le aziende che possiedono agenzie, come Omnicom Group, continuano a investire in sempre nuove agenzie.

13. I principali marchi pubblicitari dirotteranno il proprio denaro sul settore mobile

A eccezione di Facebook, la questione rimane in standby. Forse le cose cambieranno nel 2016.

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