L’Onu e le sanzioni anti-Isis
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Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità una risoluzione proposta congiuntamente da USA e Russia volta al rafforzamento delle misure per isolare l’Isis e gli altri gruppi terroristici dal sistema finanziario internazionale.

Un vertice dei ministri delle finanze dei paesi membri del Consiglio di Sicurezza ha inoltre deciso di sollecitare gli altri paesi a inasprire il giro di vite nei confronti delle attuali norme che limitano i flussi di denaro, combattenti ed equipaggiamento verso il gruppo militante islamico.

Jack Lew, segretario del Tesoro americano che ha presieduto l’incontro, ha dichiarato:

“La risoluzione rappresenta un passaggio critico, ma la vera prova dei fatti sarà determinata dalle azioni che intraprenderemo dopo averla adottata. Abbiamo bisogno di attuazioni, coordinazioni e concretizzazioni significative da parte di ciascun paese qui rappresentato e di molti altri.”

La Russia e gli Stati Uniti stanno lavorando insieme al problema delle finanze Isis nello stesso momento in cui i loro più importanti diplomatici cercano di intensificare gli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto in Siria.

Il segretario di stato USA John Kerry martedì scorso ha incontrato a Mosca il suo omologo Sergei Lavrov e il presidente russo Vladimir Putin. I tre si sono trovati d’accordo sul portare avanti la propria iniziativa nel corso di un ulteriore incontro previsto per venerdì a New York, incentrato sulla guerra siriana e sulla transizione verso un nuovo governo.

I segnali della cooperazione USA-Russia a New York giungono appena tre mesi dopo che Putin e il presidente americano Barack Obama avevano manifestato visioni diametralmente opposte in merito al conflitto siriano nel corso dell’Assemblea Generale dell’Onu di quest’anno – quando la Russia diede il via ai propri raid aerei in Siria.

Adam Szubin, sottosegretario al terrorismo e intelligence finanziaria presso il Tesoro americano, ha dichiarato mercoledì:

“La risoluzione sarà in grado di offrirci una maggior flessibilità per perseguire chi sta aiutando l’Isil [Isis] trasferendo, depositando oppure guadagnando fondi.”

Szubin ha inoltre affermato che la risoluzione metterà a disposizione dei paesi una serie di nuovi strumenti legali per indagare gli individui sospettati di finanziare il terrorismo, incrementando la condivisione di informazioni sulle attività sospette.

“So che potrebbe apparire scontato, ma quando si parla di contrasto al finanziamento del terrorismo quella [condivisione di informazioni] è la vera prova del nove,” ha aggiunto. “Si riferisce al momento in cui le banche notano una transazione sospetta: la segnaleranno alle autorità finanziarie?”

L’Isis è attualmente soggetta a un insieme di sanzioni antiterrorismo Onu scaturite da una risoluzione del 1999 mirata alle finanze di al-Qaeda, mentre un’altra risoluzione approvata quest’anno ha avuto anch’essa come obiettivo l’indebolimento delle possibilità per l’organizzazione di trasferire i fondi da un luogo all’altro. Le autorità statunitensi affermano che la nuova risoluzione incoraggia gli altri governi a essere più incisivi affinché le leggi vengano rispettate.

Il testo della risoluzione critica la “mancanza di attuazione” delle precedenti risoluzioni Onu contro le finanze di al-Qaeda e Isis, sottolineando che i rapporti riguardanti le iniziative intraprese da parte degli stati membri sono stati “insufficienti”. Le autorità dei paesi occidentali hanno reso noto che nei prossimi mesi potrebbe avere luogo un altro vertice dei ministri delle finanze avente come obiettivo il monitoraggio dei progressi attuativi della risoluzione.

Vitaly Churkin, ambasciatore della Russia all’Onu, ha affermato che tali “obblighi attualmente non vengono messi in pratica da tutti” e che i paesi confinanti con Iraq e Siria sono investiti di una “particolare responsabilità” nel cercare di chiudere i rubinetti dei canali finanziari sfruttati dall’Isis.

Mentre al-Qaeda faceva affidamento sulle donazioni di denaro, le autorità statunitensi hanno stimato che l’Isis guadagna almeno 500 milioni di dollari all’anno dalla vendita del petrolio, soprattutto in Siria. Nonostante la perdita di parte di questo guadagno a causa dei bombardamenti aerei della coalizione a guida USA, che negli ultimi due mesi hanno avuto come obiettivo le infrastrutture petrolifere dell’Isis, gli esperti riconoscono che finanziariamente parlando questa organizzazione terroristica è un obiettivo molto più complesso rispetto ad al-Qaeda.

George Osborne, Cancelliere dello Scacchiere britannico, ha dichiarato che il Regno Unito introdurrà un cambiamento nel proprio ordinamento legislativo tale da adottare su tutta la linea la nuova risoluzione.

“Stiamo dirigendo la lotta non solamente contro i terroristi ma anche contro tutti gli intermediari che fanno affari con questo denaro del male”.

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