Il 2015 è il miglior anno di sempre per il mercato M&A
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La stipulazione di numerosi accordi ha reso il 2015 un anno da record nel campo delle fusioni e acquisizioni.

Una serie di 112 accordi annunciati mercoledì e stipulati da società poco note come la China’s Zhejiang IDC Fluid Control e la Shanghai STO Express, che hanno deciso di unirsi, è andata ad aggiungere oltre 8,5 miliardi di dollari al volume globale del mercato M&A, portandolo a 4,304 mila miliardi di dollari, secondo i dati forniti da Dealogic. Questo porterebbe il 2015 in vantaggio rispetto al 2007, che detiene il precedente primato con fusioni per un totale di 4,296 mila miliardi di dollari.

A questo ritmo, non è improbabile che nel 2015 avvengano fusioni per un totale di 4,7 mila miliardi, dal momento che secondo i procacciatori di affari numerose transazioni di notevole entità sono ancora in corso. Tenendo conto dell’inflazione, il 2007 potrebbe comunque mantenere il primato con 4,9 mila miliardi.

In ogni caso, quest’anno entrerà negli annali del mercato M&A, con le società che si fondono a ritmi rapidissimi, incoraggiate da fattori come la crescente sicurezza dei consigli di amministrazione, il basso costo del debito, la pressione a migliorare l’efficienza in un’economia debole e la necessità di mantenere il passo con i consolidati rivali.

Il giro d’affari statunitense annunciato a settembre è stato molto alto e si assesta attualmente per la prima volta in assoluto sopra i 2 mila miliardi. Già da tempo gli accordi nel settore sanitario e in quello tecnologico hanno superato ogni record nel corso di quest’anno, contendendosi così il primo posto nel settore delle fusioni e acquisizioni.

La transazione più importante nel campo della sanità e seconda nella classifica assoluta è stata annunciata a novembre: la fusione da circa 160 miliardi di dollari di Pfizer (NYSE: Pfizer [PFE]) e Allergan PLC (NYSE: ACT). Anche la maggiore acquisizione della storia in campo tecnologico, quella di EMC Corp da parte di Dell per un valore di 67 miliardi, è avvenuta quest’anno, analogamente a quella nella produzione di bevande alcoliche e analcoliche, ovvero l’acquisizione da 108 miliardi di SABMiller (Bolsa de Madrid: Banco de Sabadell [SAB]) da parte di Anheuser-Busch InBev (EBR: ABI).

Complessivamente i compratori hanno effettuato quest’anno nove transazioni del valore di circa 50 miliardi di dollari e 58 del valore di circa 10 miliardi, ottenendo un record in entrambi i casi.

Gli osservatori hanno evidenziato le idiosincrasie di alcuni di questi accordi, invitando alla cautela e affermando che l’attuale ritmo potrebbe non essere sostenibile.

Come per numerosi altri accordi nel settore sanitario, l’unione di Pfizer e Allergan, azienda con base a Dublino, è largamente guidata dal desiderio di evitare le tasse. In concomitanza con il nuovo giro di vite dei legislatori di Washington contro la cosiddetta inversione fiscale, molto osservatori prevedono un crollo delle fusioni.

Dopo anni di consolidamento e a seguito della fusione di AB InBev e SABMiller, anche il settore degli alcolici non ha molto spazio di manovra per altri grossi accordi. Una situazione analoga è quella dei semiconduttori, che hanno guidato gran parte del boom del mercato M&A in ambito tecnologico.

D’altronde non vi è alcuna garanzia che tutti gli accordi annunciati verranno effettivamente chiusi con successo. Diverse società target operano sconti considerevoli sul prezzo di acquisizione, a causa del timore degli investitori di uno sbarramento da parte dei regolatori. E non tutti stanno prendendo parte alla corsa: le società di private equity, che avevano svolto un ruolo fondamentale nell’ultimo boom, sono ora del tutto assenti, estromesse in molti casi dai compratori aziendali.

In ogni caso il boom del mercato M&A è stato una manna per le banche di affari, cui, secondo Dealogic, le consulenze per fusioni e acquisizioni hanno portato profitti per circa 21 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra leggermente più bassa di quella dell’anno scorso e nettamente inferiore al picco verificatosi nel 2007. Tuttavia anche se il 2015 si chiudesse con queste cifre, le tariffe future potrebbero aumentare, in quanto i redditizi profitti che le banche ricavano dalle consulenze per gli accordi finanziari vengono raccolti principalmente alla chiusura degli stessi.

Uno dei maggiori trionfatori del settore è il Goldman Sachs Group (TOCOM: Futures On Gasoline Feb 2017 [GS]), che quest’anno ha operato come uno dei principali consulenti del mercato M&A. La banca ha offerto consulenze per accordi di un totale di circa 1,6 mila miliardi di dollari, secondo Dealogic. Troviamo poi JP Morgan Chase & Co. (NYSE: JPMorgan Chase & Co [JPM]). al secondo posto con 1,5 mila miliardi e Morgan Stanley (Milan Stock Exchange: Mediaset [MS]) al terzo con 1,4 mila miliardi.

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