Cosa aspettarsi dalla riunione dell'OPEC
Reuters
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Un riassunto della situazione attuale in ognuno dei paesi partecipanti.

L’OPEC, il cartello del petrolio con 12 membri, si incontra di nuovo venerdì a Vienna, per discutere il piano di gioco per la produzione.

Ma mentre le decisioni del cartello nell’ultimo anno sembravano abbastanza chiare, questa volta le cose non stanno su un terreno così sicuro.

“Gli interessi dei Paesi membri non sono forse mai stati così distanti”, scrive Helima Croft, direttore globale della strategia della materia prima a RBC Capital Markets. “Sebbene il disaccordo fosse evidente nell’incontro di giugno, lo scontento con lo pseudoconsenso appare più tragico, con l’ulteriore stress causato dal contesto del basso prezzo che incide sui membri del cartello già altamente stressati”.

In particolare Libia, Iraq, Nigeria, Algeria e Venezuela (i “cinque fragili” come li chiama Croft) rimangono ad alto rischio, specialmente perché la Libia e l’Iraq sono coinvolti in prima linea in guerre.

In questo contesto, guardiamo come ogni membro OPEC fronteggi i rischi geopolitici, economici e di sicurezza in questo momento. Le nazioni sono elencate dal minore al maggior rischio, con 10 ad indicare il rischio più alto.

Il Kuwait ha un gruppo di ammortizzatori che lo proteggono dal ribasso del petrolio

Anas Al Saleh, il ministro delle finanze del Kuwait, recentemente nominato ministro del petrolio provvisorio.

Rischio per il prossimo anno: 2

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 2,82 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 2,83 mb/d

Il Kuwait ha un alto tasso riserva/numero di popolazione, “che gli ha permesso di superare il contesto del petrolio ‘più basso per più a lungo’ relativamente indenne”, scrive Croft. Ma l’economia del Kuwait fa più leva sul petrolio di qualunque altro membro OPEC, a quasi 60% del PIL.

In particolare, domenica il Kuwait ha nominato il suo ministro delle finanze Anas Al Saleh come ministro del petrolio provvisorio.

Il Qatar è più dipendente sull’esportazione di gas/GNL

Il ministro dell’energia e dell’industria del Qatar, Mohammed Saleh Al-Sada.

Rischio per il prossimo anno: 2

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 0,64 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 0,67 mb/d

Il Qatar è riuscito a rimanere “agiato” nel breve tempo, malgrado la riduzione del petrolio, grazie alle sue finanze pubbliche significative. Inoltre, è il membro che dipende di meno sul petrolio, rispetto agli altri membri dell’OPEC, perchè punta all’esportazione di gas/GNL.

“Le difficoltà del Qatar appariranno più tardi in questo decennio”, nota Croft.

Gli Emirati Arabi Uniti si trovano nel “punto ottimale”

Rischio per il prossimo anno: 2

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 2,97 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 2,80 mb/d

I tamponi fiscali e esteri degli EAU hanno aiutato a limitare le ripercussioni dell’effetto riduzione petrolio.

Inoltre, “anche se si prevede che la nazione quest’anno registri un deficit del 2,9% basato su 61,50 dollari/barile del prezzo del petrolio (la prima volta dal 2009), il 2016 probabilmente vedrà il ritorno di surplus”, nota Croft citando le cifre del FMI.

L’Iran ha “visto un capovolgimento di fortuna” quest’anno

Il ministro dell’estero iraniano, Mohammad Javad Zarif.

Rischio per il prossimo anno: 3

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 2,70 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 2,85 mb/d

"L’Iran è destinato a raccogliere dividendi economici significativi nel 2016 grazie alla sospensione di sanzioni opprimenti”, scrive Croft. “Questo risultato economico arriva in un momento opportuno, con il FMI che prevede che la crescita del PIL scivolerà da 4,3% nel 2014 a 0,8% nel 2015”.

L’Angola è più stabile di quanto sia stata in passato, ma...

Il presidente angolano Jose Eduardo Dos Santos a Pechino.

Rischio per il prossimo anno: 5

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 1,81 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 1,81 mb/d

L’Angola sta meglio adesso che non durante i 27 anni di guerra civile (finita nel 2002). Ma non naviga certo in acque tranquille. Si prevede che l’inflazione raggiunga il 14% entro la fine dell’anno, più alta delle stime di 7-9%, il debito pubblico è in crescita e le riserve stanno precipitando.

“Le aspettative del FMI sono che la crescita del PIL sia moderata ma stabile y/y nel 2016 al 3,5% con il petrolio come elemento chiave e appena qualche miglioramento nel settore non petrolifero”, scrive Croft.

L’Ecuador si è dedicato agli shock esterni, ma la nazione ha visto manifestarsi proteste durante l’estate

Il presidente ecuadoriano Rafael Correa e il Re saudita Salman bin Abdulaziz.

Rischio per il prossimo anno: 6

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 0,54 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 0,54 mb/d

“Il contesto del prezzo del petrolio ‘più basso per più a lungo’ ha inciso sull’Ecuador”, nota Croft. Ma la buona notizia è che l’Ecuador adesso ha una produzione di energia più diversificata, ha migliorato le infrastrutture, ha un’eguaglianza sociale più elevata, una posizione fiscale più rafforzata e la crescita è stata in media di 4,5% nell’ultimo decennio.

Anche se l’Ecuador deve affrontare sfide a breve termine, i miglioramenti degli ultimi anni, hanno fornito alla nazione il necessario per potersene occupare”.

Le pressioni del budget dell’Arabia Saudita continuano a peggiorare e ci sono voci di divisioni interne

Mohammad bin Salman, Vice Principe ereditario dell’Arabia Saudita

Rischio per il prossimo anno: 6

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 10,38 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 10,57 mb/d

“Una serie di rapporti dei massimi esperti sauditi descrive divisioni crescenti all’interno della famiglia reale sulle politiche economiche e estere rincorse dal Re Salman, presumibilmente malato, e da suo figlio, il potente Vice Principe ereditario Mohammad bin Salman”, scrive Croft.

“In sostanza crediamo che [Mohammad bin Salman] sia la carta più valida da giocare per il mercato del petrolio per affrontare l’incontro dell’OPEC del 4 dicembre.... Eventualmente la decisione verrà fatta dalla famiglia reale, in consulta con i tecnocrati. Le politiche del petrolio, insieme a quasi tutto il resto nel Regno, al momento arrivano dal [vice principe ereditario] mettendolo sul sedile del conducente”, ha aggiunto.

L’Algeria ha dei problemi di alta sicurezza e instabilità politica

Il presidente Abdelaziz Bouteflika.

Rischio per il prossimo anno: 8 (aumentato da agosto)

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 1,10 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 1,10 mb/d

L’Algeria è in piena incertezza politica. Il suo leader non ha una buona salute e rapporti suggeriscono che ci siano delle lotte interne tra l’élite.

“Il governo recentemente ha annunciato un taglio alle spese del 9% per il 2016. Le riserve valutarie dell’Algeria sono già scese dell’11% nei primi sei mesi del 2015. ... Contemporaneamente, l’Algeria deve affrontare un ambiente di sicurezza rigida a causa della zona instabile che occupa e della presenza di molteplici gruppi armati”, nota Croft.

Il quadro economico della Nigeria "continua a scurirsi"

Rischio per il prossimo anno: 8

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 2,02 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 1,88 mb/d

“Il presidente nigeriano Mahammadu Buhari beneficia ancora dello stato di grazia post-elettorale, ma il quadro economico continua a scurirsi a causa dei prezzi del petrolio depressi e la situazione della sicurezza ancora problematica tra le violente insurrezioni islamiche del nord”, scrive Croft.

Inoltre, “con il conto del petrolio greggio in eccedenza praticamente vuoto e il governo che fatica a pagare i funzionari pubblici e i membri della pubblica sicurezza, per Buhari sarà difficile rinnovare l’accordo di amnistia del 2009 con i militanti armati nel delta del Niger responsabili di relegare fino a un terzo della produzione del petrolio della nazione in periodi tra il 2005 e il 2009”.

Le imminenti elezioni del Venezuela potrebbero creare problemi

Rischio per il prossimo anno: 9

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 2,50 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 2,49 mb/d

“L’economia del Venezuela è in procinto di vincere la dubbiosa onorificenza di essere la peggiore del 2015, con il PIL destinato a contrarsi del 10% e l’inflazione vicina al 190%”, scrive Croft, citando le cifre del FMI. “Date le cattive acque in cui si trova l’economia, e l’aumento delle tensioni sociali, l’elezione parlamentare del 6 dicembre potrebbe essere il catalizzatore di un’enorme crisi”.

L’Iraq farà fatica a sobbarcarsi un altro anno di petrolio basso

Fumo si alza dietro la bandiera dello Stato Islamico dopo che le forze di sicurezza irachene e i combattenti sciiti hanno sottratto il controllo di Saadiya nella provincia di Diyala ai militanti dello Stato Islamico.

Rischio per il prossimo anno: 10

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 4,30 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 4,19 mb/d

“L’Iraq non è ben equipaggiato per sopportare un altro anno di prezzi del petrolio depressi, malgrado i livelli elevati di produzione”, scrive Croft. “Solo la Libia rivaleggia con l’Iraq in termini di problemi della sicurezza, con ISIS che controlla vaste fasce di territorio nel nord della nazione e orchestra attacchi nelle vicinanze di strutture energetiche chiave”.

I negoziati di pace della Libia e gli sforzi per ricominciare le esportazioni non hanno ancora avuto successo

Persone prendono parte a proteste contro i candidati per un governo di unità nazionale proposto dall’inviato dell’ONU per la Libia, Bernardino Leon.

Rischio per il prossimo anno: 10

Produzione di petrolio nell’ultimo mese: 0,43 mb/d

Produzione di petrolio a luglio 2015: 0,38 mb/d

La Libia resta in un conflitto armato tra il governo ufficiale, il governo auto-dichiarato che controlla Tripoli, numerosi gruppi armati di sostegno e militanti islamisti attivi, dice Croft.

“Secondo noi, ci sono ancora poche prove che indichino che la nazione potrà migliorare presto, e cautela nel considerare il ritorno duraturo dei barili libici in tempi brevi”, scrive Croft.

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