Hezbollah continua a testare la pazienza di Israele
AP Photo/Hassan Ammar
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Ecco un segnale preoccupante per cui lo scoppio della prossima crisi mediorientale sarebbe solo questione di tempo.

Negli ultimi anni si sono verificati una serie di scenari catastrofici per il Medio Oriente, a partire da una guerra chimica, passando per un tentato genocidio e un collasso dello stato, fino all’acquisizione di un territorio considerevole da parte di un gruppo di jihadisti dalla brutalità senza precedenti.

Uno dei fronti più pericolosi della regione è rimasto in tranquillità nonostante tutto. Persino con i ripetuti attacchi israeliani alle loro rotte di fornitura di armi e alle riserve all’interno della Siria, non è ancora scoppiata una guerra aperta tra il gruppo terroristico libanese di Hezbollah e Israele.

Anche nel mezzo di un collasso della regione, il numero di missili che il gruppo terroristico libanese di Hezbollah ha lanciato contro Israele dalla fine della loro guerra nell’estate del 2006, si può contare sulle dita di una mano.

In pochi ritengono che il fronte Israele-Hezbollah possa restare tranquillo per sempre. Nella giornata del 12 novembre, Avi Isaacharoff ha riportato per il Times di Israele che i funzionari dei servizi segreti israeliani ritengono che Hezbollah possegga in questo momento un arsenale di 150.000 missili, con un aumento del 50% rispetto a una stima di maggio 2015 – e questo anche prima che venissero revocate le sanzioni imposte in Iran, stato sponsor di Hezbollah.

Al momento Hezbollah potrebbe essere profondamente radicato nel pantano siriano, presso cui sta combattendo per preservare il regime del presidente Bashar al-Assad contro diversi gruppi armati. Tuttavia Hezbollah sta ancora accumulando armi per utilizzarle all’infuori della Siria e contro una milizia convenzionale con capacità aeree e marittime, “proseguendo nel suo impegno di acquisire missili terra-aria SA-17 e SA-22, insieme a missili anti-nave P-800 Oniks”, ha riferito Issacharoff.

Sebbene Israele abbia attaccato ripetutamente gli obiettivi di Hezbollah all’interno della Siria, il gruppo e l’Iran, suo stato sponsor, hanno in realtà “raddoppiato… i tentativi di introdurre ulteriori armi iraniane”, che comprendono “un quantitativo di missili a lungo raggio di produzione iraniana in grado di colpire le città israeliane da nord a sud”.

Il sistema di armi russe su cui è plasmato il missile terra-aria SA-22 può colpire obiettivi fino a circa 18 km da una distanza massima di 19 km. Il P-800, da parte sua, può trasportare una testata di oltre 180 kg per una distanza massima di 289 km. Queste armi mirano a colmare il divario qualitativo tra una forza irregolare come gli Hezbollah e una milizia moderna e avanzata.

Dal punto di vista di Israele, il problema potrà soltanto peggiorare.

Un soldato israeliano sta di guardia a un checkpoint vicino al confine tra Libano e Israele

L’accordo sul nucleare, firmato tra l’Iran e un gruppo di sei potenze mondiali guidate dagli USA, abolisce molte delle sanzioni più severe contro l’Iran, comprese tutte le autorizzazioni alle sanzioni dell’ONU. Si stima che l’Iran, per cui Hezbollah è una forza alleata altamente efficace, riceva ovunque tra i 29 e i 150 miliardi di dollari in un immediato sollievo dalle sanzioni come risultato dell’accordo.

A lungo andare, l’accordo sul nucleare ha dato inoltre come risultato la rimozione di tutte le restrizioni relative al commercio di missili balistici e armi convenzionali vigenti nel paese dopo otto anni. L’accordo fa arricchire l’Iran e infine gli fornisce un accesso a una più vasta gamma di armi avanzate.

Allo stesso tempo, lo scenario strategico derivante dall’accordo sul nucleare potrebbe scatenare una probabile guerra. Lo scopo primario dell’arsenale di missili di Hezbollah era quello di fornire da deterrente per un attacco israeliano contro gli impianti nucleari iraniani. L’accordo sul nucleare implica che un attacco preventivo da parte di Israele sia al momento altamente improbabile, vista la probabile ricaduta politica.

Questa immagine, fornita dall’IIPA (Iran International Photo Agency), mostra la struttura del reattore presso la centrale nucleare di fabbricazione russa di Bushehr mentre viene caricato il primo combustibile. 21 agosto 2010, Bushehr, Iran meridionale.

Ma questa pausa nella minaccia di un attacco israeliano fornisce inoltre all’Iran e a Hezbollah del tempo supplementare per sviluppare la loro capacità deterrente. Mentre, dal punto di vista di Israele, il non agire contro Hezbollah aumenta il futuro contrattacco derivante da un assalto agli impianti nucleari iraniani.

Hezbollah potrebbe avere dei motivi personali per scatenare una guerra contro Israele. Ci sono stati segnali secondo cui Hezbollah e i suoi finanziatori iraniani avrebbero cercato di aprire un fronte meridionale lungo la linea di disimpegno israelo-siriana nelle alture del Golan. Nel mese di gennaio, un generale del Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane rimase ucciso durante un attacco aereo israeliano, insieme al figlio del noto terrorista di Hezbollah Imad Mugniyah. Il 17 gennaio, Hezbollah lanciò un attacco lungo la rete di confine israelo-libanese in cui vennero uccisi due soldati israeliani.

Hezbollah potrebbe non volere una guerra su vasta scala con Israele, ma potrebbe trovare una sorta di beneficio politico all’interno del Libano e nel più ampio mondo arabo nel distogliere l’attenzione dalla Siria concentrandola su Israele. Questo non è molto di conforto per Israele: né quest’ultima né Hezbollah volevano che il conflitto del 2006 aumentasse così velocemente e così seriamente come infine accadde. E il prezzo di un conflitto semi-accidentale con Hezbollah – una guerra che molti analisti israeliani ritengono essere praticamente inevitabile, non fa che crescere mentre il gruppo libanese incrementa il suo arsenale.

24 maggio 2000. Combattenti Hezbollah si allontanano dalla caserma di Marjayoun con un carro armato appartenente in precedenza alla milizia locale israeliana nel Libano meridionale. Mercoledì, una vittoriosa guerriglia di Hezbollah ha preso il pieno controllo del Libano meridionale, mentre Israele ha portato a termine una ritirata affrettata per far calare il sipario su 22 anni di sanguinosa occupazione.

Finora, l’accumulo di 150.000 missili, tra cui armi antiaeree e anti-nave a lungo raggio, non è stato sufficiente a scatenare un serio attacco preventivo da parte di Israele sulle forniture di armi di Hezbollah all’interno del Libano. Ma il gruppo continua a muoversi sempre più vicino a un’implicita linea rossa israeliana, qualunque essa sia.

Hezbollah è la più competente forza armata non governativa del Medio Oriente, con un arsenale sviluppato, un potente stato sponsor e un nucleo di agguerriti combattenti e comandanti. L’equilibrio strategico potrebbe cambiare in modi che i leader israeliani potrebbero ritenere non più accettabili – con preoccupanti conseguenze per quel che è rimasto di uno dei fronti più tranquilli eppure più pericolosi del Medio Oriente.

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