Il vero asso nella manica di Amazon
Shannon Stapleton/Reuters
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Amazon ha un business fiorente che potrebbe presto valere 160 miliardi di dollari – e no, non è quello a cui state pensando.

Molte persone vedono Amazon (NASDAQ: Amazon.com [AMZN]) come un enorme centro commerciale online, ma le imprese stanno iniziando a vederlo come un deposito di infrastrutture cloud da poter prendere in affitto.

Amazon Web Services (AWS), il network dei server, della tecnologia di archiviazione dati e delle piattaforme virtuali di computing della compagnia è in procinto di ottenere più di 7 miliardi di dollari nelle vendite nel corso di quest’anno.

Questa settimana, la Deutsche Bank ha stimato che le vendite di Amazon Web Services potrebbero raggiungere i 16,2 miliardi di dollari per la fine del 2017. Questo darebbe ad AWS un valore di 160 miliardi di dollari, secondo quanto affermato dagli analisti, e lo renderebbe il business di Amazon più prezioso – anche più dell’unità di vendita al dettaglio che ha reso famoso Amazon.

Amazon ha ripetuto le stesse previsioni della Deutsche Bank: l’amministratore delegato Jeff Bezos aveva dichiarato ad aprile alla CNBC che un giorno AWS avrebbe superato l’attività al dettaglio. La crescita di AWS è notevole – è la più veloce attività informatica aziendale in espansione della storia.

Amazon ha lanciato AWS soltanto nove mesi fa ed è in procinto di superare i 10 miliardi di dollari in vendite annuali per il prossimo anno. Come hanno fatto osservare gli analisti, Apple (NASDAQ: Apple [AAPL]) ha avuto bisogno di 19 anni per raggiungere questo obiettivo, Microsoft (NASDAQ: Microsoft Corporation [MSFT]) di 22 e Oracle (NYSE: Oracle Corporation [ORCL]) di 23.

Perché dunque il business di AWS è pronto a diventare più prezioso di Ford o GM? Diamo un’occhiata insieme.

Cos’è?

Amazon ha lanciato AWS come un modo di far soldi dalla capacità in eccesso dei server farm (la compagnia possiede adesso dei server appositi per poter sostenere i suoi numerosi clienti). AWS permette alle imprese di spostare le loro operazioni di computing sui data center di Amazon. I clienti di AWS si affidano ad Amazon per tenere al sicuro i loro dati e software; e i prezzi di Amazon sono generalmente inferiori rispetto ai costi che una compagnia avrebbe nell’utilizzare dei server farm propri.

Chi lo utilizza?

Più di un milione di compagnie, grandi e piccole e di quasi ogni settore, secondo Amazon.

Netflix (NASDAQ: Netflix [NFLX]) utilizza AWS per trasmettere ogni mese agli spettatori miliardi di ore di show e video. Attraverso il servizio, Pfizer conduce progetti di ricerca, analitica clinica e analisi dei dati su larga scala.

AWS archivia enormi quantità di dati di scienze spaziali e della Terra per il Jet Propulsion Laboratory della NASA, manda avanti simulazioni finanziarie per i prodotti assicurativi di AON (NYSE: Aon [AON]), parti di Healthcare.gov e la piattaforma editoriale di Lonely Planet.

Più recentemente, anche compagnie come GE (Milan Stock Exchange: Gefran [GE]), News Corp (NYSE: NWS) e Capital One (NYSE: Capital One Financial Corporation [COF]) hanno iniziato a spostare gran parte delle loro attività informatiche su AWS. Capital One, ad esempio, sta chiudendo cinque dei suoi otto data center e sta trasferendo alcune delle sue operazioni su AWS, secondo quanto dichiarato dalla Deutsche Bank.

Chi sono i suoi concorrenti?

Gli analisti affermano che la piattaforma di Microsoft Azure sia al momento la più grande concorrente di Amazon. Ma in termini di entrate, AWS è circa sei volte più grande. La Cloud Platform di Google (NASDAQ: Alphabet Class C [GOOG]) è al terzo posto e anche Salesforce (NYSE: Salesforce.com [CRM]), IBM (NYSE: International Business Machines [IBM]), SoftLayer e Rackspace (NYSE: RAX) sono compagnie da tenere d’occhio.

Quali sono le sfide che AWS deve affrontare mentre tenta di espandersi?

Preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei dati e attacchi informatici potrebbero trattenere le compagnie dal trasferire le loro attività su sistemi virtuali di cloud.

“Di certo c’è più attenzione verso la cifratura dei dati, ma non siamo ancora convinti che le chiavi di cifratura siano pienamente sicure” si legge su una parte di feedback che hanno ricevuto gli analisti. Alcune imprese potrebbero inoltre essere riluttanti a rinunciare ai propri data center privati qualora vi avessero già investito molti soldi. Trasferire grossi pacchetti di dati non è un lavoro facile e potrebbe essere anche molto dispendioso.

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