Il mondo è fuori controllo
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Regioni lacerate dai separatisti, cartelli della droga e gruppi terroristici: il progetto di Bloomberg "Ungoverned World".

La violenza e il caos all’interno della Siria, in cui i terroristi dello Stato Islamico controllano vaste zone del paese, sono talmente catastrofiche che milioni di persone sono fuggite e l’ONU ha smesso di tenere il conto dei morti. Eppure la Siria è soltanto uno dei molti luoghi nel mondo in cui capi militari, separatisti, cartelli della droga o gruppi terroristici hanno occupato il territorio all’interno di una nazione sovrana, lasciando il governo senza o con poco potere e la gente abbandonata a se stessa.

Siria, Iraq e lo Stato Islamico

  • Sfollati (IDP o Internally Displaced Person, coloro che hanno dovuto lasciare le loro case, ma non la stato): 11.228.856
  • Rifugiati: 4.253.489
  • Morti dal 2003: 450.000
  • Combattenti: Forze di governo, ISIS, altri ribelli
  • Nota: Le cifre dei decessi sono di 150.000 dal 2003 in Iraq e di 300.000 dal 2011 in Siria.

Le proteste scoppiate durante la Primavera araba del 2011 sono degenerate in una guerra civile su larga scala nel momento in cui i ribelli hanno puntato le loro armi contro il governo di Bashar al-Assad. Il regime di Assad mantiene il controllo su Damasco e su altre zone a ovest del paese, mentre i ribelli e i militanti dello Stato islamico (ISIS) occupano i loro territori più a est. Per tutto il paese prevale l’estrema violenza.

In Iraq, l’incursione guidata dagli Stati Uniti che ha rovesciato Saddam Hussein nel 2003 ha scatenato una guerra civile e una rivolta contro le forze di coalizione. In seguito alla ritirata delle truppe americane nel dicembre 2011, la violenza è continuata ed è peggiorata con l’emergere dell’ISIS nel 2014.

Frontiera tra Afghanistan e Pakistan

  • Sfollati (IDP): 2.181.313
  • Rifugiati: 2.929.283
  • Morti dal 2001: 105.500
  • Combattenti: Forze di governo, talebani, altri ribelli
  • Nota: La cifra per il totale di persone uccise è a partire dall’incursione guidata dagli USA nel 2001. Il totale dei morti dal 1978 è di 1.100.000.

Un’insurrezione guidata dai talebani ha avuto alti e bassi per ampie fasce di territorio dell’Afghanistan sin dalla sconfitta dei talebani in seguito all’incursione guidata dagli USA nell’ottobre 2001. Il più grande conflitto in Afghanistan risale agli anni ’80, scatenato dall’invasione da parte dell’Unione sovietica. In Pakistan, una regione semi autonoma nota come Aree Tribali di Amministrazione Federale (FATA) è luogo di violento conflitto tra numerosi militanti. Alcuni di questi gruppi hanno organizzato attacchi contro strutture governative e rappresentati delle forze dell’ordine.

Repubblica Centrafricana

  • Sfollati (IDP): 438.538
  • Rifugiati: 412.041
  • Morti dal 2005: 7.000
  • Combattenti: Forze di governo, ribelli Seleka, ribelli anti balaka

La Repubblica Centrafricana ha assistito a scontri e instabilità politica per decenni. A inizio 2013, i ribelli musulmani Seleka hanno preso il potere, ma dieci mesi più tardi sono stati costretti nell’entroterra da milizie cristiane conosciute come anti bakala. Nonostante i recenti tentativi di un processo di pace, gli scontri tra i gruppi musulmani e cristiani continuano, mentre un senso di illegalità pervade il paese.

Colombia

  • Sfollati (IDP): 6.044.151
  • Rifugiati: 360.298
  • Morti dal 1975: 58.000
  • Combattenti: Forze di governo, FARC, ELN
  • Nota: La cifra per il totale dei morti è a partire dal 1975, sebbene il conflitto sia iniziato nel 1964.

Il conflitto più lungo nell’emisfero occidentale ha adesso più di 50 anni con le sue cause originarie di violenza rurale tra sostenitori dei partiti liberali e conservatori che si estendono ancora oltre. Il governo, i gruppi di guerriglia marxisti FARC e ELN e i gruppi paramilitari di destra, tra gli altri, si sono ripetutamente scontrati nel corso degli anni. Decine di migliaia di civili sono morti in seguito a sequestri, campi minati e attacchi da parte di forze non governative in zone che sono fuori dal controllo dello stato. Il 23 settembre si è giunti a una svolta nelle trattative di pace da lungo tempo in stallo tra il governo e la FARC, con la richiesta di un accordo di pace finale da firmare entro sei mesi. Il presidente Juan Manuel Santos ha dichiarato che “La Colombia è sul cammino della pace”.

Repubblica democratica del Congo

  • Sfollati (IDP): 2.756.585
  • Rifugiati: 516.770
  • Morti dal 1996: 2.500.000
  • Combattenti: Forze di governo, ribelli

Sin dai primi anni ’90, il conflitto etnico tra gruppi ribelli Hutu e Tutsi hanno terrorizzato la popolazione civile e annientato i tentativi del governo di mantenere l’ordine. I paesi limitrofi sono intervenuti verso la fine degli anni ’90 e i primi anni del 2000, combattendo guerre per procura gli uni con gli altri sul territorio congolese e facendo degenerare il livello di violenza.

Sebbene nel 2003 sia stato dichiarato il termine delle guerre per procura, la violenza continua a est e a nord.

Egitto

  • Sfollati (IDP): N/A
  • Rifugiati: 15.873
  • Morti dal 2013: 2.500
  • Combattenti: Forze di governo, Hamas, Jihad islamica, Al-Qaeda

In seguito alla caduta di Hosni Mubarak nel 2011, la violenza è degenerata nella penisola del Sinai, in cui operano fino a una dozzina di gruppi armati sferrando attacchi contro le forze armate. I militanti controllano a volte strade e posti di controllo; gli abitanti del Sinai e i rifugiati si lamentano della grossa negligenza da parte delle autorità.

Libia

  • Sfollati (IDP): 363.067
  • Rifugiati: 4.194
  • Morti dal 2011: 26.000
  • Combattenti: Forze di governo, Lybia dawn, ISIS, altre milizie

In seguito alla rivoluzione del 2011 e all’esecuzione di Muammar Gadhafi, che ha compreso attacchi aerei condotti dalla NATO a supporto dei ribelli libici, gli scontri sono proseguiti tra varie forze che mirano al controllo del paese.

Messico

  • Sfollati (IDP): N/A
  • Rifugiati: 10.666
  • Morti dal 2006: 82.500
  • Combattenti: Forze di governo, bande di droga
  • Note: Le cifre dei decessi sono stime mediane da 7.993 a 10.000 e da 75.000 a 90.000

Nel 2006, il governo messicano ha iniziato una grande offensiva militare contro le bande di droga che erano divenute sempre più potenti nel corso di diversi decenni. La violenza è diventata più estrema prima di raggiungere il picco nel 2011. Sparatorie tra polizia e bande sono diffuse in molte città, così come i sequestri. Il governo ha poco o nessun controllo su alcune zone del paese. Il numero degli omicidi in Messico è più che triplicato dal 2007 al 2011 e il suo tasso di mortalità è il ventesimo più alto nel mondo.

Birmania

  • Sfollati (IDP): 376.500
  • Rifugiati: 479.001
  • Morti dal 1948: 112.000
  • Combattenti: Forze di governo, milizie etniche

Nonostante una transizione verso la democrazia in seguito a 50 anni di regime militare, i conflitti etnici di lunga data tra le forze di governo e i gruppi ribelli non birmani continuano nelle zone frontaliere settentrionali nei pressi di Cina e Thailandia, risultando in differenti livelli di controllo del territorio tra i combattenti.

Nigeria

  • Sfollati (IDP): 1.188.018
  • Rifugiati: 90.921
  • Morti dal 2009: 20.000
  • Combattenti: Forze di governo, Boko Haram

Boko Haram, un movimento militante jihadista dell’Algeria settentrionale, ha attaccato scuole, chiese e strutture governative sin da quando ha stabilito la sua presenza nel 2009. Il gruppo mira a istituire uno stato islamico che aderisca alla legge della sharia nell’Algeria settentrionale e ha espresso sostegno per l’ISIS. Boko Haram ha ottenuto e perso il controllo di varie zone del territorio settentrionale nei continui scontri con le forze armate avvenuti negli ultimi cinque anni.

Filippine

  • Sfollati (IDP): 142.430
  • Rifugiati: 672
  • Morti dal 1972: 52.000
  • Combattenti: Forze di governo, Abu Sayyaf

Manila si è impegnata in negoziati di pace con gli insorti islamici dopo una battaglia lunga decenni avvenuta nella giungla delle Filippine meridionali. I tentativi di raggiungere un cessate il fuoco definitivo sono stati minati da continua violenza e disaccordi su riforme di auto-governo nella regione. Abu Sayyaf è “il gruppo separatista islamico più violento” nel paese, secondo il governo USA, e opera regolarmente sequestri, bombardamenti e assassinii.

Somalia

  • Sfollati (IDP): 1.133.000
  • Rifugiati: 1.106.068
  • Morti dal 1991: 500.000
  • Combattenti: Forze di governo, Al-Shabaab, pirati

Dopo essere discesa nell’anarchia nel 1991, in seguito alla destituzione del regime di Barre da parte dei ribelli, la Somalia è infine riuscita a ristabilire un governo nel 2012. Ma gli scontri tra milizie islamiste, specialmente Al-Shabaab, e le truppe del governo sono proseguiti. Sebbene il governo abbia un controllo generale sulla Somalia meridionale e centrale, vaste zone del paese sono dominate dagli insorti. Gli attacchi ribelli restano frequenti per tutto il paese, insieme ai sequestri e la cattura di ostaggi da parte dei pirati che operano sulle coste del Corno d’Africa.

Sudan

  • Sfollati (IDP): 2.192.830
  • Rifugiati: 665.954
  • Morti dal 2003: 200.000
  • Combattenti: Forze di governo, gruppi ribelli, milizie

Nel 2002, si sono scatenati scontri tra il governo del Sudan e i ribelli nella regione del Darfur, che sostenevano l’oppressione da parte del governo contro la popolazione non araba. Nel 2010 la Corte penale internazionale ha accusato il presidente sudanese Omar al-Bashir di genocidio, ma costui è rimasto a capo del Sudan. Nonostante un trattato di pace nel 2011, gli scontri continuano. Il Darfur e altre zone di confine con il Chad restano vulnerabili soprattutto ad attacchi terroristici e sequestri. Nel frattempo, il confine lungo il Sudan meridionale tende all’illegalità e al banditismo da parte di gruppi armati che continuano a scontrarsi dopo che il Sudan meridionale si è diviso dal Sudan nel 2011 e alle successive rivendicazioni rivali per gli introiti del petrolio nella zona.

Thailandia

  • Sfollati (IDP): N/A
  • Rifugiati: 233
  • Morti dal 2004: 6.000
  • Combattenti: Forze di governo, gruppi ribelli, trafficanti di droga

La punta meridionale della Thailandia è un luogo in cui separatisti armati hanno operato bombardamenti e altri atti di violenza che hanno ucciso più di 6.000 persone dal 2004. Attacchi a strutture governative e civili avvengono “quasi quotidianamente”, secondo il Dipartimento di stato americano, e i trafficanti di droga e altri fuorilegge agiscono lungo zone nel confine tra Thailandia e Birmania.

Yemen

  • Sfollati (IDP): 334.093
  • Rifugiati: 2.628
  • Morti dal 2011: 9.000
  • Combattenti: Forze di governo, forze del governo saudita, combattenti huthi, Al-Qaeda nella penisola araba

Il governo dello Yemen mantiene una presa molto fragile su alcune parti del paese. I ribelli che si oppongono al regime del presidente Abdrabbuh Mansour Hadi, noti come combattenti huthi hanno preso il posto delle strutture governative nella capitale e Al-Qaeda continua a essere presente in tutto il paese.

Fonte: Bloomberg

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