La Russia bombarda la Siria
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Il Parlamento russo ha approvato l'uso delle truppe in Siria come richiesto dal presidente Putin.

All'unanimità

Oggi il Parlamento russo ha dato il via all'impiego delle forze armate russe all'estero. La decisione è stata presa all'unanimità e l'incontro si è svolto a porte chiuse.

In un comunicato l'ufficio stampa della Presidenza della Repubblica siriana conferma così quanto detto da Mosca: il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che la Russia è "l'unico paese" a intervenire militarmente in Siria contro l'Isis nel rispetto del diritto internazionale perché la decisione di lanciare dei raid aerei arrivava in seguito alla richiesta di assistenza militare ricevuta dal presidente siriano Bashar al-Assad. Tali operazioni, aveva aggiunto Peskov, sono possibili solo sulla base di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu o, appunto, su richiesta delle autorità legittime di un Paese interessato.

Secondo l'amministrazione americana la Russia ha già cominciato i primi raid aerei.

Un alto officiale dell’esercito americano ha detto alla CNN che gli attacchi si stanno svolgendo vicino Homs.

Martedì scorso, il capo del Pentagono Ashton Carter ordinò di aprire una linea di comunicazione con la Russia sulla Siria. Infatti è stato raggiunto l'accordo tra Vladimir Putin e Barack Obama durante il loro incontro privato di lunedì, che si è tenuto a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

In un'intervista con la rete televisiva CBS e PBS, alla vigilia dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente Putin aveva detto che l'esercito russo non avrebbe partecipato al conflitto siriano. Due giorni fa aveva detto: "La Russia non parteciperà a eventuali operazioni militari sul territorio della Siria o in altri paesi, almeno fino ad oggi".

A metà settembre, il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem disse che Damasco avrebbe potuto chiedere a Mosca di inviare truppe per partecipare alla lotta comune contro il terrorismo, se necessario. Dmitry Peskov, in risposta, ha detto che il Cremlino avrebbe preso in considerazione la possibilità di una partecipazione di truppe russe in operazioni militari contro il lo Stato Islamico in Siria se fosse stato richiesto.

E l'America?

L'ambasciata americana in Russia ha già risposto all’approvazione del Parlamento russo riguardo l'uso delle forze armate in Siria per combattere l’ISIS.

Il portavoce William Stevens ha detto all'agenzia Ria-Novosti che “quando il presidente Obama ha incontrato il presidente Putin, si sono trovati d’accordo sul fatto che Stati Uniti e Russia hanno interessi comuni nella lotta contro l'Isis in Siria. Concordano sulla necessità di creare un canale di comunicazione tra i nostri militari per evitare incomprensioni tra i membri della coalizione (guidata dagli Usa) e dalla Russia». Stevens ha inoltre ribadito il principale ostacolo che per ora impedisce una collaborazione più stretta: «Il presidente Assad non è un partner accettabile nella lotta al terrore e all'estremismo in Siria». E questo complica la definizione del nemico comune per Russia e Stati Uniti.

Fox News Channel, citando un alto funzionario degli Stati Uniti dice che i funzionari russi hanno lanciato un appello agli Stati Uniti di rimuovere immediatamente aerei americani dallo spazio aereo della Siria.

Il Financial Times sostiene che le azioni di Putin in Siria gli restituiscano lo status di attore importante sulla scena internazionale, secondo alcuni perduta a causa dell'isolamento della Federazione Russa dopo il conflitto in Ucraina: “Putin è diventato una figura che Washington non può ignorare."

Verso la meta

Una fonte vicina al Cremlino ha detto che il compito principale delle operazioni di combattimento intraprese da parte della Russia sarà di compromettere le infrastrutture militari dello Stato Islamico: "è necessario sfiatare l'esercito di terroristi."

La fonte non si aspetta molta resistenza da parte dei partner occidentali: “essi vedono l'inefficienza delle loro azioni contro l’ISIS nello stesso modo di Mosca.”

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