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All'estero è criticata per la sua austerità e a casa per la sua timidezza economica. Ma ai tedeschi Angela Merkel dà un senso di crescente prestigio internazionale.

Per gli elettori tedeschi, Angela Merkel non avrebbe potuto fare meglio.

Mentre si avvicina al suo 10º anniversario al potere, il cancelliere appare inattaccabile. In testa ai sondaggi di opinione, guarda indietro su un decennio di calo della disoccupazione, spinta di successo nel bilanciare il budget e consenso della borsa, superando di gran lunga i suoi colleghi internazionali.

E intanto, sempre più, dà ai tedeschi qualcosa d'altro che non un semplice ritorno al potere industriale che ha eluso i suoi immediati predecessori: un senso di crescente prestigio internazionale aldilà della semplice economia, che nutre il supporto degli elettori nel suo paese anche se genera attriti oltremare.

Da Atene a Bruxelles, in Ucraina e in Russia la Merkel ha proiettato i valori tedeschi attraverso l'Europa mantenendo una posizione conflittuale che i governi post guerra fredda cercavano di evitare.

Questo si estende fino a fronteggiare i membri del suo caucus parlamentare a proposito della concessione di ulteriori aiuti alla Grecia. La ricompensa è un supporto domestico quasi da record nel mezzo del suo terzo mandato -tradizionalmente un funerale per altri leader politici, tra i quali Margaret Thatcher - aumentandone le possibilità di un quarto nel 2017.

"Vuole stabilire di continuo le condizioni, e questo trova sempre più il favore della società tedesca", ha detto in un'intervista Daniel Hamilton, capo del Centro di Relazioni Transatlantiche alla School of Advanced International Studies Paul H. Nitze di Washington. Sebbene la Merkel sia dedita all'accordo europeo che ha creato l'euro, "l'impressione è che lei lotti per gli interessi della Germania e per ciò che 'è giusto'. Questo l'ha fatta avanzare di molto".

Le crisi globali, incluse le nottate trascorse a parlare di pace in Ucraina e le innumerevoli sessioni sullo stallo con il governo di Alexis Tsipras in Grecia, hanno ancora una volta dominato l'agenda della Merkel, dopo la calma seguita alla sua rielezione nel 2013. Hanno inoltre aumentato le tensioni e seminato disunità in Europa in mezzo ai rancori storici e alla divisione nord-sud del continente.

Angela Merkel ha già fatto storia come la prima donna cancelliere della Germania e la prima ad essere cresciuta nella ex Germania comunista dell'est.

Insieme alla famosa rappresentazione in Grecia della Merkel e del ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble come nazisti, l'ultima fase della crisi ha visto i social media mobilizzarsi globalmente in favore di Tsipras e la sua Coalizione di Sinistra Radicale, o Syriza, prevalentemente alle spese della Merkel e della Germania.

Paul Krugman ha usato il suo blog sul New York Times per strigliare la Merkel a proposito del "disastro" dell'Europa. In Gran Bretagna l'attivista politico Owen Jones l'ha denunciata sul Guardian come "la leader più mostruosa dell'Europa occidentale della sua generazione". L'hashtag #ThisIsACoup (questo è un golpe) ha fatto tendenza su Internet perché la sfida di Syryza all'opinione corrente è stata vista come soggiogata dalla volontà della Merkel.

L'impatto sui tedeschi? Il cancelliere è ancora più popolare di quando ha sconfitto Gerhard Schroeder nelle elezioni del settembre del 2005. Un sondaggio di questo mese vede il suo blocco politico vicino al raggiungimento di una maggioranza assoluta se le lezioni si svolgessero adesso, il che ha indotto Torsten Albig, un leader dello stato socialdemocratico, a suggerire al partito dei cancellieri Schroeder, Willy Brandt and Helmut Schmidt, di non darsi neanche la pena di concorrere contro la Merkel nel 2017.

Critiche 'naturali'

“Le critiche – perfino quelle più dure – sono una conseguenza naturale della crescente influenza della Germania in Europa” ha detto in un commento sul sito European Leadership Network Sylke Tempel, editore capo della rivista politica tedesca Internationale Politik,

"I tedeschi sembrano avere afferrato bene questa realtà, accettando le critiche internazionali con compostezza, anche se con un po' di sorpresa”.

Con il suo obiettivo dichiarato di preservare la zona minacciata dell'euro, Merkel ha deciso contro Schaeuble il mese scorso ed ha ordinato alle 19 nazioni membro di tenere la Grecia nell'unione monetaria. Sull'Ucraina, ha respinto seccamente i politici statunitensi, che erano a favore delle spedizioni di armi, ma contemporaneamente ha incoraggiato l'Unione Europea a mantenere le sanzioni economiche sulla Russia, perfino alle spese degli esportatori tedeschi.

“È la roccia della risoluzione dei problemi pro-europei", ha detto in un'intervista Alexander Stubb, il ministro della finanza ed ex Primo Ministro finlandese che conosce la Merkel da numerosi summit europei. "Dalle un problema, e lentamente ma certamente lei ne troverà la soluzione".

Fin dal principio ha tenuto la Francia, più debole economicamente, al suo fianco come alleato chiave della Germania, ha aperto un dialogo con la Gran Bretagna prima del previsto voto della nazione sull'adesione all'Unione Europea, ha costruito alleanze con i più piccoli membri dell'unione come la Slovacchia. Ha anche dimostrato pubblicamente il supporto ai Balcani, contro le mosse di Vladimir Putin per riaffermare l'influenza russa nella regione.

"Merkel è il pinnacolo del suo proprio potere", ha detto Jan Thechau, direttore del Carnegie Endowment office di Bruxelles. Simbolizza "il tampone affidabile tra la Germania e il brutto mondo esteriore, e questo è ciò che gli elettori tedeschi vogliono".

Da Atene a Bruxelles, in Ucraina e in Russia la Merkel ha proiettato i valori tedeschi attraverso l'Europa mantenendo una posizione conflittuale che i governi post guerra fredda cercavano di evitare.

C'è il pericolo di ciò che a volte può sembrare onnipotenza: i business leader tedeschi lamentano che l'economia più grande d'Europa si sia instupidita sotto la sua leadership che non vuole prendere rischi.

Gli investimenti per le infrastrutture non sono all'altezza, la sua improvvisa decisione di eliminare gradualmente l'energia nucleare in favore di fonti rinnovabili è un lavoro in corso, mentre la mancanza di un suo chiaro successore minaccia un vuoto di potere al centro dell'Europa.

In un'intervista con la rete televisiva ZDF, domenica scorsa, alla domanda se un danno duraturo fosse stato causato dalla presa di posizione della Germania sulla Grecia, la Merkel ha minimizzato la questione.

"Da un lato c'è il rispetto. Dall'altro ci sono le richieste di metterci nei panni degli altri" ha detto. "Ma non ho avuto l'impressione che fossimo isolati".

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