Nei mercati azionari, l’analisi fondamentale è volta a misurare il reale valore di una società e a basare gli investimenti su questo tipo di calcolo. Lo stesso avviene in parte anche nel mercato forex al dettaglio, dove i trader forex fondamentali giudicano le valute e i loro paesi come fossero aziende e sfruttano gli annunci economici per farsi un’idea in merito al reale valore della valuta.

Tutti i nuovi report, dati economici ed eventi politici che vengono diffusi riguardo a un paese sono simili alle notizie relative a un titolo per via del fatto che gli investitori li usano per farsi un’idea del valore. Questo valore cambia con il passare del tempo a causa di diversi fattori, tra cui la crescita economica e la forza finanziaria. I trader fondamentali consultano tutte queste informazioni per stimare la valuta di un paese.

Considerando che esistono strategie pressoché illimitate di trading forex basate su dati fondamentali, si potrebbe scrivere un libro sull’argomento. Per offrire un quadro più chiaro delle reali opportunità di trading verrà affrontata una delle situazioni meglio conosciute, ovvero il carry trade nel forex.

Un’analisi dettagliata del carry trade nel forex

Il carry trade di valute è una strategia in cui un trader vende una valuta che sta offrendo tassi di interesse bassi e acquista una valuta che offre un tasso di interesse maggiore. In altre parole, si prende in prestito a un tasso basso per poi prestare a un tasso superiore. Il trader che ricorre a questa strategia “cattura” la differenza tra i due tassi. Quando il leverage è elevato, anche una minima differenza tra i due tassi può comportare un profitto elevato. Oltre a catturare il differenziale, gli investitori spesso assistono all’aumento del valore della valuta più elevata mentre il denaro fluisce nella valuta dal maggior rendimento, che aumenta quindi di valore.

Esempi reali di carry trade sullo yen possono essere rintracciati a partire dal 1999, quando il Giappone abbassò fin quasi a zero i suoi tassi di interesse. Gli investitori capitalizzavano su questi bassi tassi di interesse prendendo a credito ingenti somme di yen giapponesi. Gli yen ottenuti venivano poi convertiti in dollari USA, utilizzati a loro volta per acquistare titoli del Tesoro americano con rese e cedole intorno al 4,5-5%. Poiché il tasso di interesse nipponico era in sostanza zero, l’investitore non avrebbe pagato quasi nulla per acquistare yen giapponesi e avrebbe ottenuto un profitto pari a quasi tutta la resa sui suoi titoli USA. Ma grazie all’effetto leva è possibile incrementare notevolmente i profitti.

Ad esempio, una leva pari a 10 può generare un profitto del 30% da una resa del 3%. Se nel proprio conto sono disponibili 1.000$ e si ha accesso a una leva di 10, si controlleranno 10.000$. Considerando il precedente esempio di carry trade sulle valute, si otterrebbe il 3% annuo. Alla fine dell’anno l’investimento di 10.000 sarà pari a 10.300$, con un profitto di 300$. Poiché però il trader aveva inizialmente investito solo 1.000$, il reale profitto sarà del 30% (300$/1.000$). Una strategia di questo tipo, tuttavia, funziona solo se il valore della coppia valutaria rimane invariato o si apprezza. Pertanto la maggior parte dei carry trader che operano nel forex cercano non solo di guadagnare dal differenziale fra i tassi di interesse, ma anche dall’apprezzamento del capitale. Nonostante questa transazione sia stata notevolmente semplificata, la cosa importante da ricordare è che in presenza di leve finanziarie una piccola differenza nei tassi di interesse può avere come conseguenza cospicui guadagni. La maggior parte dei broker di valute richiede un margine minimo per produrre interessi per i carry trade.

Questa transazione viene comunque complicata dalle variazioni nei tassi di cambio tra i due paesi. Se la valuta con rendimenti inferiori si apprezza nei confronti della valuta a maggior rendimento, il profitto derivante dalla differenza potrebbe annullarsi. Il motivo principale per cui può verificarsi questo scenario è che i rischi della valuta ad alto rendimento risultano eccessivi per gli investitori, che perciò scelgono di investire nella valuta con rendimenti inferiori ma più sicura. Poiché i carry trade sono per loro natura a lungo termine essi sono soggetti, con il passare del tempo, a numerosi cambiamenti come ad esempio l’aumento dei tassi nella valuta con rendimento inferiore, che attira più investitori e può portare all’apprezzamento della valuta, diminuendo così i profitti del carry trade.

Ciò rende la direzione futura della coppia valutaria tanto importante quanto lo stesso differenziale del tasso di interesse. (Per saperne di più sulle coppie valutarie, si consiglia la lettura di “Utilizzare le correlazioni delle valute a proprio vantaggio”, “Dare un senso alla relazione euro/franco svizzero” e “Le forze dietro ai tassi di cambio”).

Per chiarire ulteriormente il concetto si può immaginare ad esempio che il tasso di interesse negli USA sia il 5%, mentre lo stesso tasso di interesse in Russia sia pari al 10%, il che offre ai trader l’opportunità di fare carry trade andando short sul dollaro USA e long sul rublo russo. Si supponga che il trader disponga di un credito di 1.000$ USA al 5% annuo e li converta in rubli russi a un tasso di 25 USD/RUB (25.000 rubli), investendo i proventi per un anno. Ipotizzando che non vi siano cambiamenti nelle valute i 25.000 rubli diventeranno 27.500 e, una volta convertiti nuovamente in dollari USA, varranno 1.100$. Ma poiché il trader ha preso in prestito 1.000$ USA al 5% il suo debito è di 1.050$, il che riduce a soli 50$ i proventi del trading.

Si immagini, tuttavia, che in Russia si verifichi un’altra crisi simile a quella del 1998 quando il governo del paese risultò inadempiente nei confronti del suo debito e la valuta nazionale subì una consistente svalutazione a causa delle ingenti vendite di posizioni valutarie russe da parte degli operatori del mercato. Se alla fine dell’anno il tasso di cambio fosse stato pari a 50 USD/RUB, una volta convertiti i 27.500 rubli sarebbero stati equivalenti a soli 550$ (27.500 RUB x 0,02 RUB/USD). Dovendo restituire 1.050$ USA il trader perderà una percentuale significativa del proprio investimento iniziale in questo carry trade, a causa della fluttuazione della valuta e nonostante i tassi di interesse in Russia siano superiori rispetto a quelli USA.

Un altro buon esempio di analisi fondamentale nel forex riguarda i prezzi delle materie prime.

A questo punto ci si augura di avere fatto chiarezza su alcuni dei principi e dei concetti fondamentali che stanno alla base del forex e influenzano i movimenti delle valute. Il punto chiave è che le valute e i paesi, al pari delle aziende, cambiano costantemente di valore in base a fattori fondamentali quali la crescita economica e i tassi di interesse. Sulla base delle teorie economiche sopra menzionate è possibile farsi un’idea riguardo ai motivi per cui determinati fattori economici influenzano la valuta di una nazione. Il prossimo passo sarà affrontare l’analisi tecnica, l’altra disciplina che può essere utilizzata per decidere le proprie mosse sul mercato forex.

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